ZONE FRANCHE A CONFRONTO GENOVA E TRIESTE
Il contributo delle ZES e ZLS alla competitività dei porti
ROMA – È tenuta presso la sede di Confitarma, la tavola rotonda
“Il contributo delle Zone Economiche Speciali (ZES) e delle Zone Logistiche
Semplificate (ZLS) per il rilancio della competitività del settore portuale e
logistico italiano”, organizzata dall’Associazioni Italiana di Diritto
Marittimo (AIDIM). Cronaca degli interventi :
Elda
Turco Bulgherini (Università di Roma Tor Vergata – Associazione Italiana di
Diritto Marittimo), aprendo i lavori ha ricordato che l’istituzione delle ZES
(Zone Economiche Speciali – legge 123/2017) e delle ZLS (Zone Logistiche
Semplificate – legge 205/2017) nelle regioni Calabria, Campania e Puglia ha lo
scopo di creare condizioni favorevoli (in termini economici ed amministrativi)
necessarie allo sviluppo ed alla crescita delle imprese già operative o alla
nascita di nuove
realtà in zone portuali, retro portuali e piattaforme logistiche collegate
anche da intermodalità ferroviaria, attraverso agevolazioni fiscali aggiuntive,
potenziamento degli sportelli unici doganali, semplificazioni delle procedure
amministrative, riduzione del sistema burocratico. Sono previsti, altresì,
strumenti di velocizzazione degli investimenti pubblici e privati, utilizzando
anche best practices internazionali. L’intento è quello di rafforzare il
tessuto produttivo del Mezzogiorno, elemento imprescindibile per il rilancio
dell’intero Paese, cercando di ridurre i costi e i tempi della connessione
sud/nord, con l’indispensabile ausilio della logistica.
Luca
Sisto, (direttore generale Confitarma), nel suo intervento introduttivo ha
affermato che gli armatori italiani guardano con favore l’istituzione delle
Zone Economiche Speciali (ZES) e delle Zone Logistiche Semplificate (ZLS) in
analogia a quanto già avviene in altri Paesi. “Infatti, l’obiettivo di tutti
gli attori del cluster è creare le condizioni che consentano alle merci di
muoversi rapidamente e nel modo più economico nel porto, cambiare modalità di
trasporto e raggiungere la loro destinazione”. “Dobbiamo avere la capacità di
individuare i punti di forza di oggi e valorizzarli a vantaggio del Paese,
riavvicinando e creando sinergia tra portualità e armamento nazionale. ZES e
ZLS hanno come fulcro i porti nei quali si intende valorizzare gli insediamenti
imprenditoriali e i progetti di investimento che trainano i settori di punta
dell’economia italiana e meridionale. La recente riforma della governance
portuale ha ridefinito le modalità di partecipazione degli stakeholders nei
processi decisionali delle Autorità di Sistema Portuale, di fatto allontanando
l’armamento nazionale nella definizione della politica portuale. Tutte le navi
sono “clienti” dei porti italiani, ma non è irrilevante la bandiera che esse
battono. Le nostre navi costituiscono, comunque, gli utenti più numerosi,
quelli più preziosi, più fidelizzati e che conoscono i nostri porti meglio di
tutti gli altri. Vorremmo che la voce dell’armamento nazionale tornasse ad
avere la giusta attenzione nella politica portuale, considerato il contributo
che le navi possono offrire allo sviluppo del Paese”.
Secondo
Maurizio D’Amico (segretario generale Femoza – World Free & Special
Economic Zones Federation), nel contesto della nuova strategia dell’UE in
materia di connettività e nell’ambito di un approccio di cooperazione sinergica
tra l’UE e la Belt and Road Initiative, le ZES e gli altri strumenti di
accelerazione dello sviluppo economico, comprese le zone franche, possono
svolgere un ruolo importante, soprattutto nel bacino del Mediterraneo. In
particolare, per quanto concerne l’Italia, insieme ai fattori infrastrutturali
e logistici, un prezioso contributo al successo del suo coinvolgimento nella
Belt and Road Initiative dipende anche dall’attuazione positiva di ZES e ZLS e
Zone Franche, la cui importanza, come strumenti di accelerazione dello sviluppo
economico eccezionale, potrebbe diventare ancora più centrale per le
prospettive di sviluppo, anche attraverso una loro funzionalità aggiuntiva di
“Laboratori istituzionali di politiche innovative”, in cui i nuovi approcci
economici, anche orientati all’ambiente e all’etica aziendale, abbiano il loro
ruolo e possano costituire il luogo per sperimentare nuove soluzioni e
diventare gli ambiti ideali per realizzare la concertazione tra politica e
mercato. Per l’Italia, questo è un momento cruciale per il lancio del precitato
nuovo modello di sviluppo economico euromediterraneo, con il modello delle ZES
nel Sud e la novità delle ZLS nel resto del paese, nonché per svolgere così un
ruolo chiave anche nell’interlocuzione UE – Cina, cercando di interpretare quel
ruolo di mediatore tra il gigante asiatico e l’UE, finora appannaggio del Regno
Unito e che quest’ultimo potrebbe perdere quando il processo BREXIT sarà
completato. Ma per fare ciò, l’Italia dovrà modificare e migliorare il quadro
normativo relativo alle ZES e alle ZLS, e dovrà concentrarsi su una coraggiosa
deburocratizzazione. Potrebbe esserci un New Deal euromediterraneo targato
Italia… Non lasciamoci sfuggire l’occasione”.
“L’istituzione
delle ZES nel Mezzogiorno e delle ZLS nel resto del Paese rappresenta
certamente una nuova ed importante opportunità per sostenere il nostro sistema
economico e territoriale, nonché per rilanciare lo sviluppo degli scambi e dei
sistemi produttivi locali – ha affermato Francesco Benevolo, direttore di RAM
Logistica Infrastrutture e Trasporti Spa, società pubblica del Ministero delle
Infrastrutture e Trasporti -. Grande attenzione andrà però posta al tessuto
infrastrutturale e logistico di collegamento dei porti, lato terra e lato mare,
affinché l’auspicato incremento dei traffici possa trovare la dovuta fluidità
nella rete stradale, ferroviaria, intermodale e logistica nazionale, anche
grazie ai collegamenti di ultimo miglio. In questa direzione, sono in atto 900
milioni di euro nel Mezzogiorno e 1.350 milioni di euro nel centro-nord di interventi
invarianti e, proseguendo in questo percorso di potenziamento delle connessioni
ordinarie, sarà possibile valorizzare le attuali capacità del sistema-Italia ed
avviare al meglio nuove iniziative come le ZES e le ZLS”.
Ugo
Patroni Griffi (presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico
Meridionale) ha ricordato che le ZES possono essere il laboratorio di politiche
anticicliche, generatrici di valore sia in termini economici che di capitale
umano. “La scelta italiana di mettere al centro delle ZES la portualità e la
logistica è assolutamente da plaudire. Si tratta del settore con uno dei
moltiplicatori più alti: 2,5, e che quindi può fare da volano al recupero di
competitività del nostro paese. Tuttavia il risultato non è scontato. Servono le
promesse semplificazioni. Serve un patto tra porti ed enti nel segno dello
sviluppo. Nessun comune è obbligato ad aderire alle ZES. Anzi sono legittime
scelte “anti-sviluppiste”. Ma se invece decide di aderire la politica dell’ente
è condizionata a favorire lo sviluppo delle ZES, prevedendo un adeguato kit
localizzativo (in termini di imposte locali e semplificazioni di competenza) e
obbligandosi a non ostacolare lo sviluppo della portualità (non potrebbe certo
fare parte delle ZES il comune che si opponesse alla realizzazione delle
infrastrutture necessarie a sostenere lo sviluppo dell’economia retroportuale,
ovvero all’insediamento dei servizi essenziali quali il 5G o il bunkeraggio con
i nuovi carburanti come il gnl)”.
Antonio
Errigo, (vice direttore ALIS – Italia in Movimento) ha affermato “I buoni
scenari non fanno predizioni, ma colgono processi, lo ha scritto Parag Khanna e
io condivido questo concetto nell’ambito di questo importante convegno che pone
sotto la lente d’ingrandimento un tema d’attualità come quello delle Zone
Economiche Speciali. Tale concetto lo abbiamo sostenuto a più riprese ed
abbiamo accolto con estremo favore ed entusiasmo l’istituzione delle ZES
prevista dal Decreto Sud, proprio perché crediamo che attrarre investimenti e
implementare politiche volte all’incremento dei flussi di merci nel
Mediterraneo sia un atto dovuto. La forza del traffico intermodale marittimo,
favorito in modo determinante dai soci ALIS, unito ad una celere
sburocratizzazione, potrà contribuire ad un serio rilancio di tutte le
eccellenze imprenditoriali del nostro Paese. ALIS in questo scenario si sta
impegnando attivamente per la determinazione di una virtuosa sinergia fra porti
ed i territori interessati, per cui i primi possono giovarsi dei traffici
sviluppati delle imprese insediate nella ZES e i secondi possono trovare
nell’infrastruttura portuale un’occasione per alimentare processi di sviluppo
duraturi. Tra i nostri macro obiettivi c’è lo sviluppo del Mezzogiorno, misure
come queste non possono che essere sostenute”.
Concludendo
i lavori Elda Turco Bulgherini ha ribadito che è necessaria una dinamicità del
sistema per accompagnare quei cambiamenti che ormai non possono essere rinviati
per incentivare gli investimenti ed incoraggiare i progetti utili per la
crescita economica e sociale del Paese.
Attualmente,
si rilevano alcune criticità, quali: assenza di provvedimenti ancora da emanare
o in corso di emanazione; regolamentazione di aspetti essenziali rinviati a
futura disciplina; carenza di agevolazioni ed incentivazioni nuove rispetto a
quelle esistenti; rischio di sovrapposizioni di funzioni e competenze dei vari
organi (rispetto a quelli già esistenti) preposti alla gestione delle ZES e
delle ZLS, che comunque, rappresentano una prospettiva credibile e proficua per
il nostro Paese e soprattutto per il Sud. “Malgrado queste criticità superabili
con interventi normativi appropriati, occorre saper cogliere questa preziosa
opportunità per un’Italia più coesa ed un Mezzogiorno più integrato nelle
dinamiche che la globalizzazione dei mercati impone. Questa è la sfida che il
nostro paese dovrà vincere”.
Salve
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