domenica 7 maggio 2017

ZONE FRANCHE A CONFRONTO GENOVA E TRIESTE

Porti: le zone economiche speciali 

per sviluppo e lavoro



GENOVA - In Gran Bretagna, dove il governo nel 2012 ha lanciato un programma ad hoc di agevolazioni fiscali e aiuti governativi le "enterprise zone" sono oggi 48 per 635 nuove attività imprenditoriali insediate e oltre 27 mila nuovi posti di lavoro. 


In Italia c'è una proposta di legge governativa che sta arrivando al traguardo con l'obiettivo di inaugurare la prima "Zes", Zona economica speciale, nelle regioni del Sud, mentre in Europa ne esistono già 16 oltre a 91 zone franche. 

Il porto di Genova potrebbe essere il candidato "naturale" per ospitare una zona economica speciale, grazie alla sua posizione.


Spediporto, l'associazione degli spedizionieri genovesi che aveva lanciato per prima la proposta di una zes per il porto ligure, che offra le condizioni per attrarre investimenti esteri e quindi l'insediamento di nuove aziende, grazie ad agevolazioni non tanto (o non solo) fiscali, ma amministrative, infrastrutturali e doganali, è andata avanti e sta mettendo a punto un progetto concreto che sottoporrà a breve ai parlamentari liguri e ai candidati sindaco del capoluogo. 

"Genova, il più importante centro logistico portuale italiano, ha tutte le caratteristiche per ospitare con successo una enterprise zone: i collegamenti con i principali corridoi di traffico marittimo e terrestre, la posizione a ridosso dei principali mercati europei - spiega Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto -. 

Istituire una Zes a Genova sarebbe l'occasione per far crescere tutta l'economia della regione, anzi delle regioni, perché si possono sviluppare sinergie con Piemonte e Lombardia, per costruire un processo di sviluppo che utilizzando in modo intelligente gli strumenti normativi esistenti, o che possono essere varati in tempi brevi, permetta di attrarre capitali esteri.

NOTA DI FAQTRIESTE :

Promemoria luglio 2016 : 



4 commenti:

  1. Siamo veramente sicuri che "la no tax Area" sia un elemento sufficiente per rilanciare la Portualità Triestina ? ? ?

    Penso che un po' tutti Politici Amministratori comuni Cittadini dovrebbero tenere in debita considerazione che purtroppo l'Alto Adriatico data la sua particolare collocazione geografica non è un Mare normalmente lambito/toccato come il Mare Tirreno dalle grandi Rotte dei Flussi merceologici Internazionali, e quindi per far si che "i big. dell'Armamento" reputino fattibile ed economicamente sostenibile "invertire l'attuale tendenza" che privilegia i Mari del Nord e facciano invece risalire massicciamente l'Adriatico ai loro Vettori per farli approdare ai nostri sbocchi al mare e magari far si che detti Armatori possano decidere di diventare in futuro anche Terminalisti di riferimento per il Corridoio Baltico Adriatico, non basta certamente che il nostro Scalo ottenga il Regime di "NO TAX AREA" poiché per invertire la sopracitata attuale tendenza le Opere che dovremmo pianificare e cantierizzare per aumentare significatamente le nostre potenzialità e quindi attenuare il nostro grave Gap Infrastrutturale accumulato in parecchi decenni di letargo infrastrutturale, dovranno essere inevitabilmente di notevole entità e molto complesse ed impegnative per tempi/risorse se vogliamo veramente sfruttare sia i nostri profondi fondali che le 4.000 miglia di vantaggio che abbiamo nei confronti della Portualità Nord Europea.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano
    http://sceltemancate.trieste.it

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  2. Purtroppo per noi "in tema di traffici" la sola posizione strategica non è sufficiente per assicurare ad un Scalo un ruolo di rilievo a livello Internazionale, poiché rischia di essere ininfluente se non è adeguatamente supportata da infrastrutture potenzialmente in grado di assecondare le attuali notevoli e crescenti esigenze sia dell'Armamento che dei flussi merceologici.

    Per comprendere le mie perplessità consiglio di visitare il mio Sito http://sceltemancate.trieste.it
    al capitolo attività Emporiali, dove cerco di rappresentare con una serie di riflessioni e moltissime immagini cosa hanno fatto e stanno facendo "in tema di infrastrutture" i nostri antagonisti vicini e lontani per mantenere/assicurare anche in futuro un ruolo di rilievo ai loro Scali in merito alla gestione nel terzo millennio dei principali flussi merceologici tra l'otre Suez e la Piattaforma Continentale Europea.

    Nel medesimo Sito ma nei capitoli successivi si possono trovare anche quelle che a mio giudizio erano alcune le opere infrastrutturali che avremmo dovuto cantierizzare già da qualche decennio per consentire allo Scalo Triestino di mantenere il ruolo di rilievo nella gestione dell'interscambio merceologico Euro Asiatico che avevamo fino alla fine degl'anni ottanta e magari tentare anche di migliorarlo ulteriormente.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano

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