Come abbiamo indicato nella cronaca di ieri sull'iniziativa del CLPT per una tassazione agevolata in porto ci sono dei periodi in cui la "politica" rilancia l'argomento delle zone economiche speciali (ZES).
Questo succede anche dopo la tragedia del crollo del ponte di Genova e nei territori con particolari situazioni di crisi occupazionale e lavorativa.
Apriamo la discussione con questa dichiarazione del presidente dell'Associazione spedizionieri di Trieste e alcune slides della stessa. Questo prima di cominciare a formulare le domande necessarie a comprendere !
Ricordo che la Zona
Economica Speciale non è una Zona Franca, essendo un' area necessariamente
delimitata ed incardinata su un porto collegato alla rete transeuropea dei
trasporti (TEN-T), mentre la Zona Franca è un regime doganale. La confusione
deriva dall'interpretazione diversa del termine inglese Free Zone, che in
realtà extraeuropee identifica aree a fiscalità ridotta.
Finora in Italia le ZES
esistenti NON prevedono agevolazioni sulla fiscalità diretta delle persone e
delle imprese. Prevedono invece crediti d'imposta e semplificazioni negli
adempimenti delle imprese che investono nei propri stabilimenti localizzati
nella ZES.
Credo che nel caso di Genova
si debba pensare a qualcosa di più efficace, che comprenda agevolazioni sulla
fiscalità diretta. La stessa cosa dovrebbe essere fatta per quelle aree del
Paese, come il Friuli Venezia Giulia, che sono compresse fra Stati dove la
fiscalità diretta è incommensurabilmente più bassa rispetto all'Italia."
Stefano Visintin
presidente Associazione Spedizionieri
Trieste
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