lunedì 15 ottobre 2018

RADDOPPIO FERROVIA DIVACA - KOPER UNGHERESI SU BINARIO SECONDARIO



Il ruolo degli Ungheresi su un binario secondario
Aggiornato 03. ottobre 2018                                                 Barbara Eržen

Il partito Levica sollecita la Ministra per l’infrastruttura Alenka Bratušek a rinunciare al progetto di cooperazione che prevede l’Ungheria investa 200 milioni di Euro sul progetto del secondo binario. La Ministra tuttavia non ha ancora del tutto accantonato gli Ungheresi, ritenendo che i negoziati vadano in qualche modo ancora conclusi.


 Lubiana  „Il  Governo giocava la carta della necessità dell’investimento“, dice il parlamentare della Levica Matej T. Vatovec, riguardo alla collaborazione dell’Ungheria nel progetto sul secondo binario, ed aggiunge, che ciò è da intendersi nell’ambito della politica finanziaria seguita dal precedente Governo alla cui guida c’era Miro Cerar.




 L’investimento previsto da parte del Paese retrostante, pari a 200 milioni di Euro, avrebbe alleggerito il bilancio sloveno, tuttavia, secondo la Levica è più cruciale il quesito se la Slovenia si priverebbe della proprietà e dell’influenza gestionale in cambio dell’investimento di un altro Paese. Per tale ragione, invitano la Ministra per l’infrastruttura a rinunciare al coinvolgimento dell’Ungheria o di qualunque altro Paese nel progetto sul tracciato Divača–Koper.

La Levica sullo sviamento riguardo all‘Ungheria

In base alla convenzione della Slovenia con la Commissione Europea , la Levica ha problematizzato le allora esternazioni dei precedenti rappresentanti del  Ministero delle infrastrutture e della Società 2TDK sulla necessità della collaborazione dell’Ungheria nell’ambito della candidatura per le risorse comunitarie. Dalla convenzione ottenuta dalla Levica, emerge che il coinvolgimento non è indispensabile. Anche dal Ministero guidato da Alenka Bratušek rispondono che per l’ottenimento dei fondi europei sia stato fondamentale che il progetto fosse rilevante per la regione, circostanza che nell’ambito del raddoppio del tracciato Divača–Koper è stata confermata dai Paesi retrostanti mediante lettere di supporto.

La prova regina della Levica nel dimostrare l’inconsistenza delle dichiarazioni, ovvero la convenzione, non aggiunge nulla di nuovo, in quanto la direzione per la mobilità ed il traffico della Commissione europea già a gennaio chiariva al Delo , che l’appoggio dell’Ungheria può essere una delle possibili soluzioni per partire con il finanziamento: “Certamente è possibile prevedere anche soluzioni alternative, altri investimenti finanziari, anche nazionali”.

Che il contributo ungherese non fosse assolutamente indispensabile è stato confermato anche dal Ministero per le infrastrutture all’inizio dell’anno, tuttavia l’allora Segretario di Stato Jure Leben ha più volte detto pubblicamente, che nel caso in cui saltassero i fondi ungheresi bisognava incidere sul bilancio statale ed il raddoppio del binario in tal caso sarebbe “il colpevole” della mancata realizzazione del terzo asse e di diversi svincoli. Leben ieri non ha inteso commentare le critiche della Levica.

Dal Ministero: i colloqui vanno in qualche modo conclusi

Diversamente dalla precedente guida del Ministero, la Bratuš ritiene che la Slovenia dovrebbe costruire da sola il tracciato a doppio binario tra Divača e Koper, e si sta impegnando a tal fine, tuttavia non ha ancora completamente accantonato la collaborazione con l’Ungheria. 


“ E’ un dato di fatto che il Governo precedente abbia supportato l’ingresso dell’Ungheria nel progetto e che il confronto vada portato a termine”, hanno risposto dal Ministero. Qualora gli Ungheresi fossero disposti a collaborare senza le pretese sulle superfici da concedere ed il rendimento per il capitale investito, si potrebbe ancora raggiungere un accordo sulla cooperazione. 


La nuova dirigenza del Ministero non ha ancora avuto contatti con l’Ungheria, in quanto, come dicono, si stanno concentrando sul trasferimento delle funzioni dalla direzione per le infrastrutture alla Società 2TDK. La Società di progetto, secondo le direttive della Ministra, dovrebbe assumere la guida dell’investimento il prossimo 15 ottobre.

Se l’Ungheria non verrà coinvolta nel progetto, secondo quanto citato dal Ministero per le infrastrutture, bisognerà garantire il capitale aggiuntivo alla società 2TDK, che dovrebbe tuttavia essere rifuso in base alle fonti preventivate: sotto forma dei diritti d’uso, dell’aggravio del pedaggio per i mezzi pesanti e della tassa sul carico.





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