mercoledì 3 ottobre 2018

IL TORMENTONE DEI PORTI TRASFORMATI IN SOCIETA' PER AZIONI

Puntuale, ciclica, inesorabile ritorna la proposta di trasformare in S.p.A. le Autorità portuali. La vecchia proposta dei tempi di Paolo Costa a Venezia e di Marina Monassi a Trieste, ritorna questa volta suggerita ai grillini dagli stessi ispiratori dell'epoca ?




Porti, «bisogna tutelare l’intero sistema»
01 ottobre 2018 ore 11.13

Intervenire sulla governance dei porti non convince i sindacati, che non la considerano una necessità incombente. Cgil e Filt a Toninelli: “La priorità è Genova ma senza inciampare in lobby portatrici di interessi non collettivi”

Intervenire sulla governance dei porti non convince i sindacati, che non la considerano una necessità incombente. A dirlo, senza giri di parole, sono il segretario confederale Vincenzo Colla e il segretario nazionale della Filt Cgil Natale Colombo. I sindacati, d’altro canto, vorrebbero conoscere “quali sono le reali intenzioni del ministro Toninelli rispetto al settore portuale”.

Le recenti e frequenti esternazioni del governo sull’ipotesi di riaprire il dibattito sulla riforma, modificando probabilmente la natura giuridica delle Autorità di sistema portuale in Spa pubbliche, preoccupano i due dirigenti sindacali “sia sul merito che sul  metodo” e, a loro dire, non rappresentano “una priorità di intervento che invece deve essere quella di dare risposte concrete a Genova per ricreare le condizioni prima del crollo del ponte Morandi e di restituire al porto affidabilità e prospettiva”. Inoltre, se fosse confermato, “sarebbe irricevibile, in un’ottica di sistema, un decreto che toglie risorse ad altri porti per sostenere gli interventi volti a restituire dignità e lavoro a Genova”.
“Invece il ministro Toninelli – chiede Colombo della Filt Cgil – deve vigilare affinché la riforma adottata definitivamente con il decreto 232/2017, concernente le autorità portuali, venga regolarmente applicata per non creare condizioni di crescita nel Paese a più velocità che indurrebbe, di certo, una concorrenza spietata all’interno dello stesso e scaricherebbe i suoi effetti negativi sul lavoro”.

Per i sindacati è quindi urgente riprendere il cammino tracciato “senza inciampare in lobby, purtroppo sempre più attive, portatrici di interessi particolari e non collettivi. I ritardi attuativi della norma – prosegue il dirigente nazionale della Filt – li abbiamo addebitati alle ‘autarchiche’ interpretazioni di alcuni presidenti di AdSP e abbiamo rappresentato l’insoddisfazione dei lavoratori, proclamando la mobilitazione nazionale dei portuali e marittimi lo scorso 11 maggio. 

Efficientamento del sistema, favorire la fluidità di merci e persone, competitività davanti alle sfide globali sono doveri che non permettono distrazioni o frenate brusche”.

Questo il tracciante attuale – afferma infine Colombo – da perseguire e dopo, ma solo dopo, saremo in grado di giudicare, capire dove migliorare e soprattutto con quali interlocutori”.

FAQTRIESTE A nulla è servita la esperienza per cui grazie al fatto che le AdSP non sono private l'Unione Europea ha dovuto fare un passo indietro sulla tassazione.


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