Porti, «bisogna tutelare l’intero sistema»
01
ottobre 2018 ore 11.13
Intervenire sulla governance dei porti
non convince i sindacati, che non la considerano una necessità
incombente. Cgil e Filt a Toninelli: “La priorità è Genova ma senza
inciampare in lobby portatrici di interessi non collettivi”
Intervenire sulla governance
dei porti non convince i sindacati, che non la considerano una necessità
incombente. A dirlo, senza giri di parole, sono il segretario confederale Vincenzo Colla e il segretario nazionale della Filt Cgil Natale Colombo. I sindacati, d’altro canto, vorrebbero conoscere “quali sono
le reali intenzioni del ministro Toninelli rispetto al settore portuale”.
Le
recenti e frequenti esternazioni del governo sull’ipotesi di riaprire
il dibattito sulla riforma, modificando probabilmente la natura giuridica delle
Autorità di sistema portuale in Spa pubbliche, preoccupano i due dirigenti
sindacali “sia sul merito che sul metodo” e, a loro dire, non rappresentano
“una priorità di intervento che invece deve essere quella di dare risposte
concrete a Genova per ricreare le condizioni prima del crollo del ponte Morandi
e di restituire al porto affidabilità e prospettiva”. Inoltre, se fosse
confermato, “sarebbe irricevibile, in un’ottica di sistema, un decreto che
toglie risorse ad altri porti per sostenere gli interventi volti a restituire
dignità e lavoro a Genova”.
“Invece
il ministro Toninelli – chiede Colombo della Filt Cgil – deve vigilare affinché
la riforma adottata definitivamente con il decreto 232/2017, concernente le
autorità portuali, venga regolarmente
applicata per non creare condizioni di crescita nel Paese a più velocità che indurrebbe, di certo, una concorrenza spietata all’interno
dello stesso e scaricherebbe i suoi effetti negativi sul lavoro”.
Per i
sindacati è quindi urgente riprendere
il cammino tracciato “senza inciampare in lobby, purtroppo sempre più attive,
portatrici di interessi particolari e non collettivi. I ritardi attuativi della
norma – prosegue il dirigente nazionale della Filt – li abbiamo addebitati alle
‘autarchiche’ interpretazioni di alcuni presidenti di AdSP e abbiamo
rappresentato l’insoddisfazione dei lavoratori, proclamando la mobilitazione
nazionale dei portuali e marittimi lo scorso 11 maggio.
Efficientamento
del sistema, favorire la fluidità di merci e persone, competitività
davanti alle sfide globali sono doveri che non permettono distrazioni o
frenate brusche”.
“Questo il tracciante attuale – afferma infine Colombo – da perseguire e dopo, ma solo
dopo, saremo in grado di giudicare, capire dove migliorare e soprattutto
con quali interlocutori”.
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