COMUNICATO STAMPA DEL 15
APRILE 2018
Assoporti interviene dopo
la notizia che l’Unione attiverà una procedura nei confronti dei porti italiani
L’Associazione lancia un
appello a tutto il cluster marittimo-portuale
Roma: L’Associazione dei
Porti Italiani stigmatizza quanto appreso da fonti giornalistiche in relazione
ad una procedura d’infrazione in arrivo dall’Unione Europea nei confronti dei
porti italiani, in tema di applicabilità della tassazione fiscale sulle entrate
(canoni di concessione e autorizzazione all’esercizio di impresa portuale)
delle Autorità di Sistema Portuale.
Secondo quanto è stato
reso noto, la Direzione Generale Concorrenza ha avviato la procedura
considerando il comportamento dei porti come un Aiuto di Stato, quindi un comportamento
di concorrenza sleale nei confronti di altri porti all’interno dell’Unione.
“Non possiamo accettare
l’interpretazione seconda la quale le attività svolte dalle Autorità di Sistema
Portuale nel riscuotere canoni concessori sia da considerarsi attività
economica soggetta a imposizione fiscale“ ha dichiarato il Presidente di
Assoporti Zeno D’Agostino, appena appresa la notizia che vede i porti italiani
nel mirino della DG Concorrenza della Commissione Europea per aver considerato
esenti da imposizione fiscale le entrate da canoni.
“Considerare l’attività di
riscossione espletata dalle nostre Autorità alla pari delle attività economiche
di un’impresa di diritto privato è un grave errore interpretativo. Tra l’altro,
oltre a essere un controsenso rispetto alle funzioni di regolazione e vigilanza
in capo alle stesse, essendo queste ultime chiaramente di natura pubblica, si
tratta di una misura di coordinamento di politica dei trasporti.
Inoltre, tale
imposizione costringerebbe le Autorità di Sistema Portuale ad applicare canoni
concessori e autorizzativi più alti, a discapito delle imprese che lavorano nei
porti. Si rischia di mettere in ginocchio tutti i nostri i porti.
Metteremo a lavoro sulla
vicenda tutte le risorse a nostra disposizione per offrire ogni utile contributo
al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in questa difficile partita.
Per questo motivo desidero
promuovere, a nome dell’Associazione e insieme a tutti i miei colleghi,
un’azione compatta e coesa da parte di tutto il cluster marittimo-portuale nei confronti
del Parlamento Europeo, del Parlamento Nazionale e del futuro Governo.
Provvederò a contattare
tutte le Associazioni del cluster nei prossimi giorni in modo da lavorare
insieme, ed evitare un danno così enorme ad una risorsa così importante,” ha concluso
D’Agostino.
Che D'Agostino faccia quello che deve fare. Si richiami all'Allegato VIII e dichiari che la procedura di infrazione non è applicabile al Porto di Trieste.Potrà essere smentito e tacitato solo da una imposizione del Governo italiano. Ma se ciò dovesse accadere, avremo almeno ancora una volta di più- se ce ne fosse la necessità - di come il rispetto dell'Allegato VIII proclamato nel decreto Delrio sia futile e di pura facciata.Insomma, le chiacchiere stanno a zero!
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