mercoledì 10 giugno 2020

RICEVIAMO DA PAOLO DEGANUTTI DEL LIMES CLUB TRIESTE IL SEGUENTE CONTRIBUTO


Cari amici,
da 46 anni vendo libri a Trieste, la mia città, anche se prima per tre anni ho lavorato nelle cooperative del porto dove ho imparato ad usare la carretta, cosa che tuttora mi torna molto utile in libreria.
Qualcuno mi avrà visto mentre introducevo gli affollati convegni del Limes Club, che ho contribuito a organizzare insieme a persone di valore come padre Luciano La Rivera del centro Veritas e Stefano Visintin, presidente degli Spedizionieri, e che hanno avuto come relatori il Presidente D’Agostino e anche Mario Sommariva oltre ad altri illustri ospiti e in cui hanno preso la parola anche gli amici portuali del CLPT.

Ma ora scrivo come un commerciante indipendente e vi confermo, anche a nome di diversi colleghi, che il commercio locale è a terra e sull’ orlo del crack (ovviamente non i supermercati nè le catene, né Amazon).

L’ unica prospettiva concreta e seria di rilancio dell’ economia è, come sempre è stato a Trieste, lo sviluppo del porto e dell’ indotto e l’ utilizzo del regime di Porto Franco per favorire insediamenti produttivi, industriali e di servizi che creino lavoro e valore aggiunto.
Questo era ed è il progetto di questa autorità portuale presieduta da Zeno D’ Agostino.

Se viene bloccato questo progetto tutta la città è finita perché non ci sono alternative credibili.

Le altre sono solo annunci e chiacchiere che si trascinano da anni. Dalla urbanizzazione in chiave turistica di Porto Vecchio, che a sei anni dalla “sdemanializzazione” non ha prodotto niente di concreto, alle fantasie sulla “spiaggia di sabbia a Barcola” e ora all’ “Ovovia”.

Per questo l’ attacco a D’ Agostino è un attacco non solo alla sua persona ma alle prospettive di futuro per lavoratori, commercianti, ceti medi sempre più impoveriti e Trieste tutta.

Per questo partecipo attivamente alla mobilitazione contro la defenestrazione brutale del Presidente D’Agostino e per questo riconosco ai lavoratori portuali che prontamente e concretamente si sono mobilitati il ruolo di avanguardia nella lotta per il futuro di Trieste e dei nostri figli.

Chiunque ha un’ attività conosce l’ importanza fondamentale della reputazione e della credibilità sul mercato.
Che un’ Autorità Anticorruzione sancisca irresponsabilmente che chi ha lavorato e rappresentato il porto a livello internazionale per più di 4 anni, con il consenso generale e delle Autorità, debba essere destituito immediatamente, anzi non sia mai stato Presidente, è un danno folle alla reputazione e alla credibilità del Porto Franco Internazionale che opera a livello mondiale in un ambiente fortemente concorrenziale.

Gli imprenditori e investitori internazionali non possono che restare sconcertati e diffidenti di fronte ad un fatto inusitato che non si era mai visto. E questo è un dato di fatto confermato da tutti gli operatori.

Uno spettacolo indecente che arreca un danno enorme a livello internazionale e che compromette la necessaria STABILITA’ DELLA GOVERNANCE, CERTEZZA DEL DIRITTO e CREDIBILITA’ INTERNAZIONALE che sono basi irrinunciabili per qualsiasi porto e per un Porto Franco Internazionale in particolare.

C’è stato da parte di istituzioni dello Stato Italiano un comportamento di una leggerezza inammissibile: un porto franco internazionale non è una bocciofila di quartiere che si può decapitare senza tante conseguenze inviando una mail.

Soprattutto se non c’ è traccia di comportamenti corruttivi o arricchimenti personali.

A mio giudizio, per limitare, e solo limitare, l’ enorme danno arrecato al Porto e a Trieste non basta che Zeno D’ Agostino sia reintegrato con tutti gli onori, QUESTO E’ IL MINIMO, ma è necessario siano resi immediatamente operativi i vantaggi della piena operatività della completa extraterritorialità doganale prevista dall’ Allegato VIII per stimolare insediamenti produttivi che a 70 anni dagli accordi internazionali non sono ancora stati resi operativi.

Ma per ripristinare la fiducia internazionale compromessa dal dubbio, tutt’ altro che infondato, che ulteriori follie arrivino da parte di uno Stato in grave crisi, dove organi dello stato  si muovono per conto proprio; dal dubbio che ulteriori destabilizzazioni si tentino da parte di ambienti ostili, che ulteriori promesse non si rispettino, che ulteriori ostacoli burocratici si mettano di traverso (e già oggi si riparla dell’ Agenzia delle Dogane), che ulteriori lungaggini si verifichino, ritengo opportuno e necessario il coinvolgimento dei Paesi europei con cui principalmente lavora il nostro porto.

Non dimentichiamo che il Porto Franco Internazionale di Trieste lavora al 90% con l’ estero e solo per il 10% con il mercato italiano. Che per Trieste passa il petrolio per l’ Europa Centrale.
Il mercato internazionale non perdona ed è giusto che questi paesi siano coinvolti per ripristinare la fiducia così irresponsabilmente compromessa.

Propongo perciò che si prenda in considerazione la costituzione di una COMMISSIONE INTERNAZIONALE DI GARANZIA del Porto Franco Internazionale di Trieste in cui siano rappresentati istituzioni e camere di commercio di Austria, Germania, Ungheria e gli altri paesi mitteleuropei che utilizzano il Porto Franco di Trieste.

Allo scopo di rassicurare gli operatori internazionali, ripristinare la fiducia sulla stabilità della governance e la certezza del diritto internazionale e prevenire ulteriori colpi di mano.

Ulteriori azioni di destabilizzazione che purtroppo non sono da escludere perché chiaramente, come ha detto lo stesso Zeno D’ Agostino invitando ad usare la testa senza bruciare subito tutto il carburante, non sarà una faccenda che si risolverà in poco tempo e il mandante che ha dato il via a tutto questo è tuttora attivo dietro le quinte: perché all’ incidente dovuto al caso non ci credo in questo contesto e con le avvisaglie precedenti.

Probabilmente chi ha firmato l’ esposto che ha avviato la procedura di destituzione è solo l’ ultima ruota di un carro più grande perché sono i n diversi, e con spalle robuste, che hanno interesse a destabilizzare il Porto Franco Internazionale di Trieste e a fermare il lavoro di questa Autorità Portuale sulla scena internazionale.

Il pericolo è reale e la necessità di reagire urgente.

Una Commissione Internazionale di Garanzia per il Porto Franco Internazionale di Trieste può inizialmente essere costruita dal basso, intensificando i rapporti tra Camere di Commercio dei diversi paesi, Autorità e Operatori.

La strada la si trova una volta che sia chiara e determinata la volontà politica.

Paolo Deganutti

Libreria Luigi Einaudi Trieste membro del Limes Club Trieste

3 commenti:

  1. Coinvolgere le Camere di commercio considerando proprio la situazione triestina mi dà i brividi. Mi piace moltissimo la tua impostazione e credo che una voce dall'estero (mai finora udita esplicitamente) darebbe forza e fiducia a certe istanze. Anche perché per ora, se si realizzassero i migliori sogni per il nostro porto, io vedrei sempre in pole position per il potere qualche ex politico locale.

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  2. A causa del COVID-19 ho perso tutto e grazie a dio ho ritrovato il mio sorriso ed è stato grazie al signore Pierre Michel, che ho ricevuto un prestito di 65000 EURO e due miei colleghi hanno anche ricevuto prestiti da quest'uomo senza alcuna difficoltà. È con il signore Pierre Michel, che la vita mi sorride di nuovo: è un uomo semplice e comprensivo.

    Ecco la sua E-mail : combaluzierp443@gmail.com    

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