Cari amici,
da 46 anni vendo libri a Trieste, la mia
città, anche se prima per tre anni ho lavorato nelle cooperative del porto dove
ho imparato ad usare la carretta, cosa che tuttora mi torna molto utile in
libreria.
Ma ora scrivo come un commerciante
indipendente e vi confermo, anche a nome di diversi colleghi, che il commercio
locale è a terra e sull’ orlo del crack (ovviamente non i supermercati nè le
catene, né Amazon).
L’ unica prospettiva concreta e seria di rilancio dell’ economia è, come sempre è stato a Trieste, lo sviluppo del porto e dell’ indotto e l’ utilizzo del regime di Porto Franco per favorire insediamenti produttivi, industriali e di servizi che creino lavoro e valore aggiunto.
Questo era ed è il progetto di questa autorità portuale presieduta da Zeno D’ Agostino.
L’ unica prospettiva concreta e seria di rilancio dell’ economia è, come sempre è stato a Trieste, lo sviluppo del porto e dell’ indotto e l’ utilizzo del regime di Porto Franco per favorire insediamenti produttivi, industriali e di servizi che creino lavoro e valore aggiunto.
Questo era ed è il progetto di questa autorità portuale presieduta da Zeno D’ Agostino.
Se
viene bloccato questo progetto tutta la città è finita perché non ci sono
alternative credibili.
Le altre sono solo annunci e chiacchiere
che si trascinano da anni. Dalla urbanizzazione in chiave turistica di Porto
Vecchio, che a sei anni dalla “sdemanializzazione” non ha prodotto niente di
concreto, alle fantasie sulla “spiaggia di sabbia a Barcola” e ora all’
“Ovovia”.
Per questo l’ attacco a D’ Agostino è un
attacco non solo alla sua persona ma alle prospettive di futuro per lavoratori,
commercianti, ceti medi sempre più impoveriti e Trieste tutta.
Per questo partecipo attivamente alla
mobilitazione contro la defenestrazione brutale del Presidente D’Agostino e per
questo riconosco ai lavoratori portuali che prontamente e concretamente si sono
mobilitati il ruolo di avanguardia nella lotta per il futuro di Trieste e dei
nostri figli.
Chiunque ha un’ attività conosce l’
importanza fondamentale della reputazione e della credibilità sul mercato.
Che un’ Autorità Anticorruzione sancisca irresponsabilmente che chi ha lavorato
e rappresentato il porto a livello internazionale per più di 4 anni, con il
consenso generale e delle Autorità, debba essere destituito immediatamente,
anzi non sia mai stato Presidente, è un danno folle alla reputazione e alla credibilità
del Porto Franco Internazionale che opera a livello mondiale in un ambiente
fortemente concorrenziale.
Gli imprenditori e investitori internazionali non possono che restare sconcertati e diffidenti di fronte ad un fatto inusitato che non si era mai visto. E questo è un dato di fatto confermato da tutti gli operatori.
Uno spettacolo indecente che arreca un
danno enorme a livello internazionale e che compromette la necessaria
STABILITA’ DELLA GOVERNANCE, CERTEZZA DEL DIRITTO e CREDIBILITA’ INTERNAZIONALE
che sono basi irrinunciabili per qualsiasi porto e per un Porto Franco
Internazionale in particolare.
C’è stato da parte di istituzioni dello
Stato Italiano un comportamento di una leggerezza inammissibile: un porto
franco internazionale non è una bocciofila di quartiere che si può decapitare
senza tante conseguenze inviando una mail.
Soprattutto se non c’ è traccia di comportamenti
corruttivi o arricchimenti personali.
A mio giudizio, per limitare, e solo
limitare, l’ enorme danno arrecato al Porto e a Trieste non basta che Zeno D’
Agostino sia reintegrato con tutti gli onori, QUESTO E’ IL MINIMO, ma è
necessario siano resi immediatamente operativi i vantaggi della piena operatività della completa extraterritorialità doganale prevista dall’ Allegato VIII per
stimolare insediamenti produttivi che a 70 anni dagli accordi
internazionali non sono ancora stati resi operativi.
Ma per ripristinare la fiducia
internazionale compromessa dal dubbio, tutt’ altro che infondato, che ulteriori
follie arrivino da parte di uno Stato in grave crisi, dove organi dello
stato si muovono per conto proprio; dal
dubbio che ulteriori destabilizzazioni si tentino da parte di ambienti ostili, che
ulteriori promesse non si rispettino, che ulteriori ostacoli burocratici si
mettano di traverso (e già oggi si riparla dell’ Agenzia delle Dogane), che ulteriori
lungaggini si verifichino, ritengo opportuno e necessario il coinvolgimento dei
Paesi europei con cui principalmente lavora il nostro porto.
Non dimentichiamo che il Porto Franco
Internazionale di Trieste lavora al 90% con l’ estero e solo per il 10% con il
mercato italiano. Che per Trieste passa il petrolio per l’ Europa Centrale.
Il mercato internazionale non perdona ed è giusto che questi paesi siano coinvolti per ripristinare la fiducia così irresponsabilmente compromessa.
Il mercato internazionale non perdona ed è giusto che questi paesi siano coinvolti per ripristinare la fiducia così irresponsabilmente compromessa.
Propongo perciò che si prenda in
considerazione la costituzione di una COMMISSIONE
INTERNAZIONALE DI GARANZIA del Porto Franco Internazionale di Trieste in cui
siano rappresentati istituzioni e camere di commercio di Austria, Germania,
Ungheria e gli altri paesi mitteleuropei che utilizzano il Porto Franco di
Trieste.
Allo scopo di rassicurare gli operatori
internazionali, ripristinare la fiducia sulla stabilità della governance e la
certezza del diritto internazionale e prevenire ulteriori colpi di mano.
Ulteriori azioni di destabilizzazione che
purtroppo non sono da escludere perché chiaramente, come ha detto lo stesso
Zeno D’ Agostino invitando ad usare la testa senza bruciare subito tutto il
carburante, non sarà una faccenda che si risolverà in poco tempo e il mandante
che ha dato il via a tutto questo è tuttora attivo dietro le quinte: perché all’
incidente dovuto al caso non ci credo in questo contesto e con le avvisaglie
precedenti.
Probabilmente chi ha firmato l’ esposto
che ha avviato la procedura di destituzione è solo l’ ultima ruota di un carro
più grande perché sono i n diversi, e con spalle robuste, che hanno interesse a
destabilizzare il Porto Franco Internazionale di Trieste e a fermare il lavoro
di questa Autorità Portuale sulla scena internazionale.
Il pericolo è reale e la necessità di reagire urgente.
Una Commissione Internazionale di
Garanzia per il Porto Franco Internazionale di Trieste può inizialmente essere
costruita dal basso, intensificando i rapporti tra Camere di Commercio dei
diversi paesi, Autorità e Operatori.
La strada la si trova una volta che sia
chiara e determinata la volontà politica.
Paolo Deganutti
Libreria Luigi Einaudi Trieste membro del
Limes Club Trieste
Ottimo...
RispondiEliminaCoinvolgere le Camere di commercio considerando proprio la situazione triestina mi dà i brividi. Mi piace moltissimo la tua impostazione e credo che una voce dall'estero (mai finora udita esplicitamente) darebbe forza e fiducia a certe istanze. Anche perché per ora, se si realizzassero i migliori sogni per il nostro porto, io vedrei sempre in pole position per il potere qualche ex politico locale.
RispondiEliminaA causa del COVID-19 ho perso tutto e grazie a dio ho ritrovato il mio sorriso ed è stato grazie al signore Pierre Michel, che ho ricevuto un prestito di 65000 EURO e due miei colleghi hanno anche ricevuto prestiti da quest'uomo senza alcuna difficoltà. È con il signore Pierre Michel, che la vita mi sorride di nuovo: è un uomo semplice e comprensivo.
RispondiEliminaEcco la sua E-mail : combaluzierp443@gmail.com