Una civile e una militare: il dilemma della doppia commessa identica per i sauditi
I camalli e i carichi di armi al porto
Aiutandoci con un articolo di ieri sul Fatto Quotidiano realizzato da Andrea Moizo cerchiamo di capire cosa sta succedendo sulla banchina a Genova. La merce in questione non è un fucile o una mina. Si tratta di generatori e quindi potrebbero essere anche utilizzati a scopi civili. MA leggete le tre fasi:
I generatori destinati alla nave saudita Bahri Yanbu e rimasti 20 giorni fa nel porto di Genova per l' opposizione dei camalli ad imbarcare materiale a potenziale uso bellico tornano a far discutere, mentre è in arrivo un altro cargo arabo pronto a caricarli. I portuali, sostenuti da associazioni pacifiste e dalla Cgil, avevano ottenuto che la Prefettura garantisse approfondimenti sulla merce volti a certificarne l'effettiva destinazione civile.
Giorni fa un vertice in Autorità Portuale,partecipato
dall' azienda produttrice (la romana Teknel), dalla segreteria sindacale e
dalla Camera del Lavoro ha messo unanimemente a verbale lo "scopo
civile" dei materiali (destinati alla Guardia Nazionale saudita) e ha
comunicato l' esito alla Prefettura.
Un
successivo esame condotto dal Calp (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali)
sulla documentazione prodotta dalla Teknel ha però evidenziato come i numeri di
serie dei prodotti in questione e il loro quantitativo corrispondano
esattamente a quelli reperibili, in capo a Teknel, nella relazione annuale al
Parlamento (risalente ad aprile) sulla legge 185/1990. Fra
esse ci sono anche generatori di Teknel uguali a quelli rimasti a Genova. Che,
se non avessero una destinazione militare, non avrebbero bisogno dell'
autorizzazione stessa.
Quindi o Teknel ha due commesse identiche, una civile e
una militare, o quelli nel porto di Genova sono "materiali d'
armamento", gli unici soggetti ad autorizzazione. La Prefettura non ha
chiarito e la tensione in banchina comincia a salire.
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