Abbiamo cercato di fissare alcuni passaggi necessari per iniziare a comprendere la posta in gioco e smascherare le strumentalizzazioni e il banale.
1) Per iniziare vi presentiamo un gioco che si è rivelato serio e interessante. COPIA E INCOLLA
Abbiamo preso un articolo della rivista genovese The Meditelegraph sulle dichiarazioni degli operatori dello scalo ligure sugli investimenti cinesi e lo abbiamo tradotto in un articolo sul porto di Trieste.
Sulla traccia dell'articolo di The meditelegraph abbiamo inserito i contenuti delle dichiarazioni che riguardano lo scalo giuliano. Il risultato ci sembra interessante e lo potete leggere nei due post successivi. Ovviamente se The meditelegraph vuol pubblicare anche l'articolo da noi scritto sulla loro traccia non ci sono ostacoli da parte nostra, ci farebbe piacere. Genova e Trieste sono i due porti italiani che dalla visita di Paolo Gentiloni in Cina sono stati indicati come i terminali della Nuova Via della Seta in Italia.
2) Delle critiche e del monito statunitense alla firma dell'accordo con Pechino si sono occupati anche le prestigiose testate giornalistiche USA. Vi proponiamo l'ultimo pezzo in ordine di tempo apparso sul New York Times dedicato al porto dimenticato di Trieste.
Nell'articolo in questione c'è una coincidenza netta con le posizione protezionistiche del presidente Trump
3) ma ieri su La Repubblica Federico Rampini ci ha spiegato che anche il presidente Obama si era mosso nella stessa direzione e che si era già consumata una rottura ( poco pubblicizzata) tra i più importanti paesi dell'Unione Europea e il presidente Obama sull'adesione o meno all'Alib, la banca della Via della Seta.
4) Per fortuna che non tutti i media cantano in coro o si parlano addosso o tutelano solo gli obiettivi dei vari portatori d'interesse. Vi proponiamo l'articolo che Ship2shore ha dedicato al "caso Trieste" e ringraziamo il direttore Angelo Scorza per l'autorizzazione a proporlo integralmente ai lettori di questo blog.
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