domenica 3 marzo 2019

RASSEGNA STAMPA GENOVA : PORTUALI UNITI - MASSIMO MINELLA

Interessante il video che abbiamo ricevuto da Genova sulla conferenza stampa dei PORTUALI UNITI ma in un articolo si trovano più notizie. Vi proponiamo quindi due pezzi sull'argomento del Pino Organico del lavoro portuale di Genova in modo che vi facciate un'opinione. Vi ricordiamo che , per chi ha un po' più di tempo, abbiamo pubblicato anche lo studio o meglio quello che i giornalisti definiscono il Contropiano dei PORTUALI UNITI. 


Tutti insieme appassionatamente a parlare di porto, di organici e di traffici, ma anche di emergenze, come quella degli stipendi che la Culmv deve pagare ai suoi mille soci. Perché il paradosso di Genova è che non di un porto qualunque si parla, ma della prima realtà nazionale che, da sempre, ha dettato la linea delle riforme sulle banchine, dall’organizzazione del lavoro alla privatizzazione dei servizi. 


Quel modello, che da più di vent’anni sottende alla pace sociale, ora ha bisogno di essere rinnovato e, da questo punto di vista, il tavolo allargato messo a punto a palazzo San Giorgio dal presidente Paolo Signorini e dal segretario generale Marco Sanguineri va nella direzione giusta. Autorità, portuali, sindacati e terminalisti si riuniscono infatti per discutere della madre di tutte le questioni, vale a dire l’organizzazione del lavoro. Il punto di partenza è un 2018 reso difficile dal crollo del Ponte Morandi, che ha imposto una brusca inversione verso il basso. È in questo contesto che si innesta la decisione-chiave del ragionamento, cioè la messa a punto con la Culmv di uno schema in grado non di gestire l’emergenza, anno dopo anno, con interventi-tampone per consentire la chiusura dei bilanci rinviando più in là la soluzione definitiva, ma di sancire un accordo destinato a durare a lungo. Per farlo però è necessario mettere a posto tutte le tessere del mosaico, l’organizzazione del lavoro dentro ai terminal, la formazione dei lavoratori, il pagamento delle fatture alla Culmv. Proprio questo è il punto delicato della questione. Alla Compagnia si è chiesto con celerità, giustamente, un piano che ne ridefinisca ambiti e organici. Il piano è stato approntato, ma della sua messa in atto ancora nessun segnale concreto. Il tempo passa e comincia nuovamente a salire l’emergenza per la prossima scadenza, il 20 marzo, giorno di pagamento degli stipendi. C’è ancora margine per versare ai portuali almeno gli acconti del lavoro già svolto nel 2018 da parte di alcuni terminalisti, ma in assenza di questi atti c’è il rischio concreto che la tensione possa salire e sfociare in protesta. Anzi, più che un rischio è una certezza.


Antonio Benvenuti CULMV
«Io, incontri testa a testa con i terminalisti non ne faccio più, serve subito un tavolo con l’authority che sia specifico sull’emergenza liquidità — spiega il console della Culmv Antonio Benvenuti — È positivo che per la prima volta oggi (ieri per chi legge n.d.r.) ci siamo incontrati tutti quanti. Ci saranno altri incontri di questo tipo, giusto procedere in questo modo, ma poi bisogna anche arrivare a una sintesi». Benvenuti porta al tavolo le istanze dei soci e chiede ancora una volta un confronto serrato sull’organizzazione del lavoro e sull’organico-porto, unito ai fabbisogni formativi. Lo scorso anno le giornate di lavoro sono state 219 mila, con un calo dl 2%. E in questi primi due mesi la flessione è stata del 4%. «Se sale il Vte e chiede 120 persone in formazione perché arrivano i nuovi mezzi, posso farlo spostando lavoratori da Sampierdarena — continua Benvenuti — ma devo essere nelle condizioni. Anche per questo serve definire un organico porto e gestire la formazione». Possibilmente, con la certezza di poter pagare gli stipendi. «È stato chiesto un parere legale sugli strumenti finanziari che non sia configurabile come aiuto di Stato — chiude il console — Lo attendiamo, siamo fiduciosi, ma il tempo passa. Il presidente Signorini aveva detto che in tre mesi si sarebbe messa in sicurezza la Compagnia. Questo è il terzo mese e il 20 scade il tempo. Il vero punto oscuro qui è l’emergenza liquidità salariale. Il nostro contratto è scaduto nel 2018 e ci dev’essere un adeguamento. Possiamo anche ragionare in termini di acconti da parte del terminista che non paga, ma prima del 20 serve una soluzione. Che ognuno faccia la sua parte».

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