domenica 3 marzo 2019

RASSEGNA STAMPA GENOVA : PORTUALI UNITI - MARCO PREVE

I LAVORATORI :NO AL MERCATO DEI BARBARI SUI MOLI 


"Siccome il Presidente non lo dice, lo diciamo noi. Dal 2009 al 2017 la produttività del porto di Genova è cresciuta del 75%, ma i livelli di occupazione sono rimasti invariati". Comincia da qui il "contropiano" dell'organico con cui i portuali genovesi. partono all'attacco dell'Autorità. Un documento che è stato presentato ieri mattina al Cap di via Albertazzi dai portavoce di un nuovo soggetto nato sulle banchine:” Lavoratori per l’unità portuale”

La sera precedente in una affollata assemblea "dipendenti dei terminal, dei vari servizi, dei guardiafuochi, delle manovre ferroviarie e soci della Culmv -  spiegano i portavoce - tutti assieme abbiamo sentito l'esigenza di creare questa realtà a sostegno della lotta sindacale. Molti di noi sono per altro Iscritti alla Cgil o anche delegati, ma questo è un momento difficile e abbiamo pensato che serva una maggior trasversalità per affrontare un panorama dove sono ormai i fondi e le multinazionali a dettare legge per imporre una visione che è quella di un "mercato dei barbari" e che si può riassumere in una sola parola "deregulation".
Le strategie, in qualche caso già messe in atto - spiegano Luigi Cianci e Luca Franza "sono quelle di sviluppare in porto una concorrenza al ribasso attraverso jobs act, part time, e altri contratti con minori garanzie come quello di Confitarma. Si vogliono privare i lavoratori della possibilità di discutere di carichi, tempi e sicurezza, si cerca di estromettere il sindacato”.
Quella che raccontano “i portuali uniti” è una spirale perversa: gli armatori impongono riduzioni di costi e i terminalisti per tagliare le spese cercano di sostituire il lavoro della Culmv fatto di competenza e garanzie, con dei precari meno qualificati e tutelati.
I portuali hanno duramente contestato l'Autorità di Sistema per il  Piano organico del Porto che "era volutamente generico, limitato nel tempo e nelle previsioni, senza indicazioni precise sui traffici e tanto meno sul futuro degli organici dei lavoratori. “ Questa mattina - dicono – a palazzo san Giorgio lo stesso presidente Signorini ha riconosciuto queste criticità incaricando gli uffici di approfondire alcuni aspetti riguardanti contratti e traffici”.
Da Palazzo San Giorgio fanno sapere di aver accettato i suggerimenti ma di ritenere il Piano già comprensivo dei dati oggetto di contestazione,
Nel "contropiano" stilato dai portuali si legge ancora: "Neanche un riferimento al Programma straordinario di investimenti appena varato, per un valore di 1.061 milioni di Euro, per più del 90% pubblici, grazie alla legislazione di emergenza a favore del Porto di Genova a seguito del crollo del ponte Morandi. Va detto che In questo programma le parole "lavoro portuale" e "lavoratori del Porto" non compaiono nemmeno una volta”
l portavoce del "Lavoratori per l'unità portuale" evidenziano un'ulteriore criticità. "Nel Piano - dicono non c'è neppure un accenno al fatto che il prossimo anno entrerà in funzione la piattaforma di Vado Ligure con cui Maersk conta di muovere 500 mila container. Ci sono fortissime preoccupazioni per le ripercussioni per il VTE ma sembra che tutto questo per Signorini non esista. Eppure proprio nel corso della riunione l'amministratore delegato di VTE Danesi ha dello che loro contano di perdere 300 mila container. Come si tradurrà tutto questo per i 1200 lavoratori che operano a Voltri, 700 dipendenti, 400 soci Culmv e 100 interinali ?”


Nel corso della conferenza stampa “i portuali uniti “ hanno anche tenuto sottolineare come questo nuovo soggetto “ voglia guardare non solo al porto ma anche alle trasformazioni della città. Partiamo da un impegno che è basato sull’antifascismo e l’antirazzismo. E in questo periodo buio in cui c’è chi vuole chiudere i porti, noi al contrario li vogliamo aperti. O meglio aprirli ai migranti e magari chiuderli alle armi, un traffico che a Genova è quanto mai florido”.

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