giovedì 21 marzo 2019

RAMPINI SPIEGA L'OSTILITA DI TRUMP E OBAMA ALLA VIA DELLA SETA



“Un porto italiano dimenticato, può diventare la via d’accesso della Cina all’Europa”. Il titolone campeggia su un’intera pagina d’inchiesta che il New York Times dedica a Trieste, alla vigilia dell’arrivo  in Italia di Xi Jinping. “una Cina in ascesa – si legge sul quotidiano – apre un varco in quell’alleanza economica che dominò il mondo, e sferra un colpo all’Amministratore Trump che ha criticato la Belt and Road Initiative (B&R)”.


In realtà è Barack Obama ad avere aperto le ostilità contro quella che all’epoca veniva chiamata la Nuova Via della Seta. Su questo c’è continuità bipartisan a Washington.
L’offensiva più recente l’ha lanciata John Bolton, stratega della sicurezza nazionale alla Casa Bianca, che al suo portavoce ha fatto definire l’intesa Cina-Italia come un “approccio da predatori, senza vantaggi per il popolo italiano”.
Obama non la pensava molto diversamente. Dietro il gigantesco piano d’investimenti in infrastrutture, anche il presidente democratico vedeva una volontà egemonica della Cina, che dal commercio e dalla finanza inevitabilmente si dilata alle sfere politica e militare. 

Fu Obama a prendere una decisione netta e ostile, rifiutandosi di entrare nella nuova banca asiatica per gli investimenti in infrastrutture (Aiib) creata a Pechino.

Di suo Trump  ci ha aggiunto un tema più recente: la corsa cinese alla supremazia nelle tecnologie avanzate, dalla quinta generazione della telefonia mobile (5G) all’intelligenza artificiale. E’ sotto Trump – ma con un consenso bipartisan al Congresso – che si è aperto il caso Huawei: la pressione su tutti gli alleati perché chiudano le porte a un colosso di Stato che può dominare le infrastrutture della telefonia mobile e consegnarle allo spionaggio di Pechino.

L’Italia su questo punto sembra dare ascolto ai moniti di Washington. Ma gli altri paesi europei sono più filo-cinesi. Germania e Regno Unito non soltanto ricevono investimenti diretti cinesi assai superiori all’Italia, ma si rifiutano di tagliare i ponti con Huawei come vorrebbe Washington.

La disgregazione di ogni solidarietà occidentale è stata accelerata dallo stesso Trump, che con il suo approccio bilaterale al contenzioso commerciale USA – CINA non ha mai tentato di cementare una coalizione di inetressi con gli alleati.

Il fuggi fuggi in direzione di pechino era iniziato però sotto Obama, quando i maggiori paesi UE ( Italia compresa ) decisero di aderire all’Alib, la banca della Via della Seta.

Citazioni dall'articolo di Federico Rampini 
su La Repubblica del 20 marzo 2019


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