lunedì 25 marzo 2019

FIRMATO L'ACCORDO A ROMA CON I CINESI PER IL PORTO DI TRIESTE


PORTO DI TRIESTE E CHINA COMMUNICATIONS CONSTRUCTION COMPANY FIRMANO ACCORDO DI COOPERAZIONE

Il presidente D’Agostino: “Facilitare logistica e commercio del Made in Italy in Cina è il nostro obiettivo”


Trieste, 23 marzo 2019 – Firmato oggi a Roma l’accordo di cooperazione tra il porto di Trieste e il gruppo cinese China Communications Construction Company - CCCC che favorirà l’infrastrutturazione in Centro Europa e aumenterà le possibilità di accesso dei prodotti delle piccole e medie imprese italiane presso i mercati cinesi.


Alla presenza dei capi di stato di Italia e Cina, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale Zeno D’Agostino e il leader del gruppo cinese CCCC Mr. Song Hailang hanno formalizzato un accordo chiave circa le infrastrutture ferroviarie collocate nella regione portuale del Mare Adriatico Orientale, in particolare le nuove stazioni di Servola e Aquilinia, rientranti nel progetto “Trihub”, il piano integrato di rinforzo del sistema infrastrutturale ferroviario nell’area fra Cervignano del Friuli, Villa Opicina e Trieste, sviluppato in collaborazione con il gestore della rete ferroviaria italiana RFI.

L’accordo con CCCC, che permetterà l’accrescimento dell’influenza del porto di Trieste sia in Europa centrale, sia presso i mercati marittimi cinesi, consentirà all’Autorità di Sistema Portuale di esplorare nuove opportunità collegate al progetto di CCCC per la costruzione e gestione del grande terminal intermodale di Kosiče (Slovacchia). Il patto siglato oggi permetterà inoltre ad entrambi i firmatari di valutare collaborazioni per progetti  logistico-industriali in Cina con lo scopo di facilitare i flussi logistici e il commercio. 

“Con questo accordo – ha dichiarato il presidente dell’Authority Zeno D’Agostino – puntiamo ad organizzare la logistica in uscita dal porto. Il nostro impegno è quello di supportare le esportazioni in Cina e nel Far East delle nostre PMI, che non hanno le dimensioni idonee ad affrontare questo tipo di investimenti. L’Autorità di Sistema si mette a disposizione delle imprese italiane per sviluppare in Cina piattaforme logistiche e portuali che permettano al Made in Italy di raggiungere i flussi commerciali verso questo grande mercato in espansione.”

Il presidente D’Agostino e Mr. Song Hailang  hanno suggellato oggi un accordo di cooperazione che si inserisce a latere del protocollo fra Italia e Cina, sancendo di fatto l’ingresso del porto di Trieste nella cornice dell’iniziativa Belt and Road Initiative. 

L’impresa CCCC, detenuta dallo Stato cinese, è una delle più grandi imprese mondiali del settore delle infrastrutture, quotata alle borse di Hong Kong e Shanghai. CCCC è presente in 155 paesi, con un fatturato annuale di gruppo superiore ai 90 miliardi di dollari USA, in possesso di elevato know-how nel settore delle infrastrutture di trasporto.

La firma dell’accordo conclude la due giorni collegata alla visita del presidente cinese, nell’ambito della quale si è svolto, fra gli altri eventi ufficiali, anche il Business Forum Internazionale Italia Cina per i Paesi Terzi, organizzato fra gli altri da Assindustria e dal Ministero dello Sviluppo Economico, al quale l’Autorità di Sistema Portuale ha partecipato fra i delegati e nel corso del quale si sono svolti incontri b2b con importanti soggetti cinesi, fra i quali Power China. 

2 commenti:

  1. E pensare che tutto ha avuto inizio con lo sciopero e corteo per l'applicazione dell'allegato VIII indetto dal CLPT-USB dove i dimostranti sono stati presi a manganellate e caricati dalla polizia ingiustificata ente.
    All'epoca tutti ci ridevano in faccia e gli altri sindacati dicevano che l'Allegato VIII non era materia sindacale ei politici ci denigravano e ci prendevano in giro.
    L'unico che ci ha ascoltato veramente è l'attuale presidente di AdSP MAO, l'unica cosa I vantaggi devono essere a favore di tutti e non solo degli imprenditori ma anche dei lavoratori.

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  2. verani.adriano@gmail.com26 marzo 2019 alle ore 20:57

    Egregio Badodi,la questione è sempre stata sottotraccia e piaccia o meno bisognerebbe anche ringraziare ab imis fundamentis il Marchesich che con la sua semplicità ogni tanto con il suo giornalino (L'Alabarda)faceva sentire che si trattava di materia sempre viva.Poi,non va-assolutamente non va- dimenticata l'opera più recente dell'Associazione per Il Porto Franco Internazionale di Trieste che ha affrontato ben due dibattimenti e anche tentato la pubblicazione di un suo giornale.Non si tratta di mettersi la primazia delle medaglie, me è un fatto che allora ben pochi-anzi nessuno-si esponeva nè era organizzato per farlo.Uno dei Presidenti dell'Autorità Portuale che certamente non faceva riferimento all'estensore dei noti manifesti ci aveva chiamato : "Quei quattro 'buontemponi".Cosa che spiega molto bene le difficoltà di allora di agire da soli contro una barriera senza fratture e una diffidenza generale che nulla diceva.A maggior peso,nella stessa gestione venne respinta l'offerta del Porto di Rostock quale terminalista al Molo VII, opportunità, a mio avviso, di grande valore.Si sarebbe trattato di collegare in un sincretismo economico-marittimo l'Adriatico al Baltico ove Rostock aveva gia tassi di incremento di traffico importanti e collegava tutto il bacino marittimo; inoltre il collegamento toccava punti strategigi quali Vienna, Praga e Berlino .Ma forse il destino del Molo VII era già segnato.Per fortuna, il 'testimone' è passato ora a molti altri volonterosi i quali,ne sono sicuro, saranno degli importanti propulsori degli interessi triestini.

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