sabato 23 marzo 2019

PIANI ORGANICI DEI PORTI - INTERVENTO DI ANDREA APPETECCHIA SEGRETARIO SILP

Sappiamo da fonte certa che tra i nostri lettori c'è chi apprezza le notizie che scegliamo e chi si diverte quando raccontiamo le peripezie per arrivarci. 
Lo scorso otto marzo abbiamo avanzato la proposta di un censimento dal basso della forza lavoro nei porti italiani nella prospettiva del lavoro indicato dai Piani Organico Porto che le AdSP avrebbero od hanno presentato in osservanza della riforma dei porti. La nostra vena di pazzia nell'avanzare la proposta deve aver incuriosito il segretario della Fondazione Scuola Italiana di Logistica Portuale che ci ha scritto ricordandoci l'iniziativa in programma per il 26 marzo a Roma proprio su questi temi.


Gentile redazione di FAQTRIESTE

in merito alla vostra richiesta di informazioni in merito ai Piani Organico Porto, vi segnalo che il prossimo 26 marzo vi sarà una iniziativa seminariale a Roma cui prenderanno parte numerose AdSP.


Oltre a Mario Sommariva (Porto di Trieste) e Sergio Prete (Porto di Taranto), hanno già assicurato il loro contributo ai lavori Paolo Ferrandino (Porto di Ravenna), Giovanna Chilà (Porto di Ancona) e Alessandro Franchi (Porto di Cagliari) ed altri se ne stanno aggiungendo proprio in queste ore.
Sicuramente se vorrete partecipare sarete i ben accolti, altrimenti condivideremo con piacere quel che ne verrà fuori.

Fin dall’avvio del correttivo porti abbiamo tentato di costruire una iniziativa che si proponesse di condividere un modello comune di lavoro per la realizzazione dei Piani nelle 15 AdSP. Ci siamo sfiancati in ipotesi, controipotesi e rimandi e alla fine è passato un anno e ciascuno l’ha fatto come credeva. La mia sensazione è che si tratti di 15 prodotti disomogenei che non restituiscono un quadro chiaro di cosa sia il lavoro portuale in Italia. Abbiamo solo alcune fotografie, alcune (ben poche) a fuoco e dettagliate, altre che guardano altrove, altre del tutto sfocate…. Altri invece si sono proprio dimenticati la macchina fotografica a casa.  

A questo punto abbiamo deciso, anche su richiesta dei pochi volenterosi che in Italia si occupano di lavoro portuale, di farci carico da soli del tentativo di identificare qualche fattore comune e di coinvolgere chi ne aveva interesse.

Andrea Appetecchia
segretario SILP

A questo punto abbiamo proposto un'intervista e noi di FaqTrieste abbiamo verificato le difficoltà di reperire i dati necessari visto che la nostra proposta non ha avuto al momento riscontri. Poi, per farla breve, il segretario del SILP ha rilasciato una interessante intervista a Ship2shore , giusta la scelta, ma non si è dimenticato del nostro blog. Abbiamo quindi ricevuto un contributo scritto che è stato "fatto su misura" per i lettori triestini visto che prende lo spunto iniziale proprio dalle vicende degli investimenti cinesi. Non abbiamo nemmeno dovuto formulare le domande, questo succede quando l'interlocutore ha le idee chiare. Ringraziamo.

IL CONTRIBUTO DI ANDREA APPETECCHIA 
SEGRETARIO SILP 

Gentile redazione vi invio la seguente dichiarazione per rimanere in tema con l’ordalia asiatica


“A chi teme l’assalto cinese via mare, chiederei - prima di mobilitare i lagunari - di farsi un giro per i nostri porti per capire di cosa stiamo parlando”

Ci ricordiamo di un asset fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese, un nodo strategico per il sostegno alla nostra economia ed ai nostri scambi commerciali solo quando qualcuno agita i fantasmi della paura, di cosa in particolare non l’ho ben capito, ma comunque, adombrare il sospetto di un’invasione è qualcosa che oggi smuove facilmente gli animi.

Non mi interessa chiaramente entrare nel dibattito circa il significato da dare alla via della seta (un accordo commerciale o una dichiarazione di resa) quanto piuttosto verificare lo stato di salute dei nostri porti, il loro livello di competitività rispetto alle esigenze di un mercato dei trasporti marittimi fatto di operatori globali pubblici (per l’appunto i grandi colossi cinesi) o multinazionali private (global carrier) che oggi trasportano buona parte degli scambi commerciali planetari, con i quali - se si vogliono far funzionare i porti - bisogna confrontarsi.
Da più parti si sollevano perplessità circa la dotazione infrastrutturale, a cui sinceramente credo poco, meno di frequente si richiama la necessità di affrontare il tema del lavoro portuale, che a mio avviso è - e rimarrà in futuro - fondamentale non solo per assicurare efficacia ed efficienza ai servizi erogati dal porto, ma soprattutto per innalzarne la attrattività.

A tale proposito la Fondazione SILP aveva accolto con entusiasmo la prescrizione per ciascuna Autorità di Sistema Portuale di redigere un Piano Organico porto, prevista dal cosiddetto “correttivo porti” (DL n. 232 del 2017). “Un documento strategico orientato alla ricognizione e all’analisi dei fabbisogni lavorativi in porto”, necessario per destinare le risorse economiche (non marginali) messe a disposizione dalla legge, per garantire l’allineamento degli organici del Porto alle nuove esigenze del mercato (formazione, aggiornamento professionale e ricollocamento).
Era apparso subito chiaro che il proposito del decreto doveva essere completato da un confronto metodologico ed operativo tra le AdSP al fine di identificare strumenti di lavoro e approcci condivisi che, ferme restando le specificità di ciascun porto, potessero alla fine consentire di comporre un quadro complessivo degli organici porto del Paese.

Purtroppo ciò non è avvenuto e dei Piani approvati si sa ben poco. Anche la vostra iniziativa del censimento dei Piani non ha ricevuto molte risposte, da quanto mi dite.
Per tale motivo ci siamo decisi a muoverci in autonomia cominciando a confrontarci con quanti ritengono utile discutere di tali argomenti, in fin dei conti la Fondazione è nata proprio con queste finalità e su questo è alla ricerca di compagni di viaggio.
L’evoluzione tecnologica, le nuove dinamiche del trasporto marittimo, la crescita delle competenze professionali necessarie per lavorare in porto, richiedono a nostro avviso un approfondimento ampio ed articolato.

Il prossimo 26 marzo a Roma (www.fondazionesilp.org/save-the-date-26-marzo-2019-roma/) cominceremo questo percorso discutendo dei Piani Organico Porto di Trieste e di Taranto. Abbiamo iniziato con loro perché si sono posti il problema condividendo questo approccio. Ma potrebbero non essere i soli, visto che fin dal lancio dell’iniziativa abbiamo trovato altre AdSP interessate.
Forse è ancora possibile riprendere il bandolo della matassa ed avviare un percorso comune, quanto meno, per i Piani Formativi che dovranno seguire i Piani Organico Porto.


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