martedì 18 dicembre 2018

GIULIANA BUNKERAGGI IN LIQUIDAZIONE - L'ARTICOLO COMPLETO DI SHIP2SHORE


11/12/18
Giuliana Bunkeraggi in liquidazione
La compagnia della famiglia Napp sarebbe stata travolta dalle vicende dell’ex controllata Depositi Costieri Trieste: a rischio circa 40 posti di lavoro

La flotta battente bandiera italiana rischia di perdere altre 7 unità con annessi una quarantina di posti di lavoro.

Meno di un mese fa, infatti, Giuliana Bunkeraggi ha istruito le pratiche per lo scioglimento e la liquidazione della società. 


Franco Napp, amministratore delegato della compagnia triestina, attiva nel trading di prodotti petroliferi e nel bunkeraggio nello scalo giuliano (ma anche, storicamente, a Venezia e Ancona), non ha rilasciato dichiarazioni, ma secondo quanto ricostruito da Ship2Shore la decisione sarebbe da ricondurre alle vicende della ex controllata (al 100%) Depositi Costieri Trieste.

Tale società fu ceduta a metà del 2017, mentre erano pendenti gli accertamenti doganali relativi al mancato pagamento di accise da parte di alcuni depositanti, con assunzione – si legge nel bilancio 2016 – di responsabilità da parte dei nuovi soci su tale contenzioso. 

Alla fine di quell’anno, però, per i supposti legami malavitosi dei nuovi soci, DCT fu attenzionata dalla Procura di Trieste, che ne chiese e ottenne il fallimento, e la vicenda finì mesi dopo per coinvolgere anche giudiziariamente lo stesso Napp, accusato di mala gestione di DCT fino alla cessione.

Al di là della menzione dei prodromi delle difficoltà di DCT (definita “oggetto incolpevole di una frode in materia di accise compiuta da terzi depositanti”), il bilancio 2016 si chiuse bene (la società ha raggiunto i migliori risultati della sua pluriennale storia, incrementando significativamente tutte le attività”), con un utile di oltre 1,78 milioni di euro su oltre 73,3 di fatturato e l’acquisizione, sul finire dell’esercizio, di una bettolina second hand, Piero N.

Tale unità, però, è stata poco o nulla utilizzata in ragione di alcuni lavori di cui necessitava, mentre, si legge ancora nella relazione di quell’esercizio, il 2017 si era aperto con “un rallentamento delle attività di vendita e trasporto di prodotto petrolifero” per ragioni meteo, di modifiche alla normativa su bunkeraggio, e di protratta “inattività di due unità, legata a questioni burocratiche” (mancata soddisfazione dei requisiti di parte degli equipaggi a quanto ricostruito da Ship2Shore).

Registrate a metà 2017, tali problematiche lasciavano comunque agli amministratori spazio per intravedere “un trend positivo” nel secondo semestre. 

Presumibilmente, invece, ad esse si sono aggiunti gli sviluppi del caso DCT e la situazione è precipitata, tanto che ad oggi il bilancio 2017 non risulta depositato.

Già disarmata Marisa, una delle bettoline maggiori, a breve sarà discusso coi sindacati anche il disarmo di Piero N e dei mezzi minori della flotta e preoccupazione filtra, fra la rappresentanza dei lavoratori, per i circa 40 dipendenti fra marittimi e impiegati. Da capire, infine, il destino della partecipazione in TAMI detenuta da Giuliana Bunkeraggi. 

Una quota di oltre il 17% nella società proprietaria del 60% di TTP – Trieste Terminal Passeggeri (il 40% è dell’Autorità di Sistema Portuale), che oggi, alla luce dell’ingresso di MSC Crociere nella compagine azionaria (col 36% acquisito da Unicredit; Costa Crociere ha il 33% e Generali l’11%), potrebbe avere un ruolo decisivo nel controllo della stazione marittima triestina. 

Andrea Moizo



FAQTRIESTE ringrazia Ship2shore e il direttore Angelo Scorza per l'autorizzazione a pubblicare integralmente l'articolo sulla messa in liquidazione di Giuliana Bunkeraggi pubblicato sul sito della rivista l'11 dicembre 2018. Buon lavoro

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