I triestini sono esperti a scuotere il capo e immaginare il lato negativo di ogni notizia.
In confidenza ti pongono immediata la domanda:" Ma non saranno troppi incarichi?" " Ma il Presidente riuscirà ad occuparsi ancora del porto di Trieste ?"
Non siamo i difensori d'ufficio di nessuno dei protagonisti delle vicende portuali ma in confidenza possiamo proporvi qualche nostra sintetica riflessione. Non sarà sufficiente a farvi cambiare la visione pessimista del mondo ma forse è un bene che qualcuno si prenda la briga di dire che non tutto va male. Non facciamo nomi e non accusiamo nessuno ma dobbiamo registrare che la promozione del porto di Trieste nel mondo ha fatto passi da gigante. Sono cessate le promozioni tipo sagra a Vienna e dintorni. Basta scorrere l'elenco di quali soggetti si sono interessati alla Piattaforma Logistica e al raddoppio del Molo VII per capire che il mondo è cambiato attorno a Trieste. Come abbiamo documentato in questi anni sono stati risolti alcuni nodi (ferroviari e no) che hanno fatto crescere la capacità operativa dello scalo. Perfino la decennale vicenda dell'Allegato VIII è stata affrontata con piglio ottimista cogliendo le opportunità contenute nel Trattato di Parigi.
Forti di queste nostre convinzioni è con piacere che rilanciamo l'intervista pubblicata su IL PICCOLO di oggi
Diego
D'Amelio
Trieste finisce sul tetto
della portualità europea
e D'Agostino diventa
sempre più glocal
Dopo la nomina a
vicepresidente della European Sea Ports Organisation (Espo), il manager somma
la carica di responsabile dell'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico
orientale, quella di presidente dell'Assoporti e ora pure lo scranno di numero
due della logistica marittima dell'Unione europea.
«L'Adriatico comincia ad
avere una dignità diversa e Trieste fa parte di questo lavoro. Da quando ho
assunto la guida di Assoporti, poi, la visibilità dell'Italia in Espo è molto
cambiata».
Il trampolino di lancio si chiama Trieste...È certamente un
osservatorio privilegiato, perché da noi gravitano ormai alcuni degli interessi
più importanti a livello mondiale.
Questo ci consente di vedere fenomeni
sconosciuti ad altre realtà italiane: abbiamo informazioni che ci arrivano
prima rispetto a Bruxelles proprio grazie a certi interlocutori.
I cinesi di cui
tanto si parla?
Ci sono interlocuzioni molto corrette in corso, ma succede anche
tanto altro rispetto a quanto uscito sulla stampa.
Come si arriva alla
vicepresidenza di Espo?
Le componenti nordeuropee hanno confermato la
vicepresidente uscente, mentre fra i meridionali si è avviato un ragionamento e
mi sono messo a disposizione, ottenendo il supporto di diversi Paesi cui è
seguita l'unanimità al momento del voto.
Esiste un "modello Trieste"
che ha reso la sua candidatura interessante?
Certo, perché rappresenti un
sistema non banale, ma bisogna anche essere protagonisti sui tavoli
internazionali. Noto che l'Italia non ricopriva cariche di peso da oltre dieci
anni e ora ha anche la presidenza del tavolo tecnico sulle crociere di Espo.
Rispetto a qualche anno fa è un miracolo.
Cosa può fare per Trieste grazie ai
ruoli che detiene a livello nazionale e internazionale?
Non è il singolo ma la
squadra che presidia il fortino mentre tu sei in giro. E mi rallegra inoltre
l'arrivo di tanti nuovi manager, assunti dall'Autorità e dai terminalisti.
Tanti professionisti si stanno accorgendo che c'è un clima adatto e questo
creerà una continuità che va oltre il momento.
Lei intanto gira e fa
l'ambasciatore di Trieste?
Mi sento un triestino acquisito, subito dopo il mio
essere veronese. Ho un grande orgoglio e rappresento pure Monfalcone,
Cervignano e un intero sistema.
Qual è il programma per la logistica europea
invece?
Temi caldi sono la revisione e il potenziamento dei corridoi e delle
autostrade del mare. Si sottovaluta che i porti mediterranei hanno come
terminale porti non comunitari e quindi godono di finanziamenti più bassi
rispetto agli scali del Nord Europa. C'è stato un forte dibattito in passato,
poi scemato durante le primavere arabe. Si parla tanto di Via della seta e del
prolungamento verso Est, ma si sottovaluta quello verso Sud, cioè Africa e
Turchia.
Per Trieste non c'è quindi solo la Cina?
Macché. Penso a Egitto, Tunisia
e Iran. Interlocutori fondamentali, ma l'Iran ci sta scappando per le scelte
della politica americana. L'Europa deve cominciare a fare i suoi affari e
questo gioverà anche a Trieste.
Intanto il "free port" non pare ancora
decollare...Falso.
Abbiamo un magazzino pieno di coils da Taiwan e Msc attende
di poter spostare legnami dall'Austria. Stiamo poi organizzando un magazzino
frigorifero per esportare prodotti alimentari regionali. È un processo
graduale, ma mi sto già preoccupando di quale zona scegliere per allargarci.
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