sabato 10 novembre 2018

VICEPRESIDENZA ESPO PER D'AGOSTINO .... DOMANDE ?

L' ESPO - Organizzazione europea dei porti - ha nominato i nuovi vertici e uno dei vicepresidenti è Zeno D'Agostino, presidente dell'AdSP Mare Adriatico orientale e presidente di Assoporti. 
I triestini sono esperti a scuotere il capo e immaginare il lato negativo di ogni notizia. 
In confidenza ti pongono immediata la domanda:" Ma non saranno troppi incarichi?" " Ma il Presidente riuscirà ad occuparsi ancora del porto di Trieste ?"
Non siamo i difensori d'ufficio di nessuno dei protagonisti delle vicende portuali ma in confidenza possiamo proporvi qualche nostra sintetica riflessione. Non sarà sufficiente a farvi cambiare la visione pessimista del mondo ma forse è un bene che qualcuno si prenda la briga di dire che non tutto va male. Non facciamo nomi e non accusiamo nessuno ma dobbiamo registrare che la promozione del porto di Trieste nel mondo ha fatto passi da gigante. Sono cessate le promozioni tipo sagra a Vienna e dintorni. Basta scorrere l'elenco di quali soggetti si sono interessati alla Piattaforma Logistica e al raddoppio del Molo VII per capire che il mondo è cambiato attorno a Trieste. Come abbiamo documentato in questi anni sono stati risolti alcuni nodi (ferroviari e no) che hanno fatto crescere la capacità operativa dello scalo. Perfino la decennale vicenda dell'Allegato VIII è stata affrontata con piglio ottimista cogliendo le opportunità contenute nel Trattato di Parigi.
Forti di queste nostre convinzioni è con piacere che rilanciamo l'intervista pubblicata su IL PICCOLO di oggi



Diego D'Amelio

Trieste finisce sul tetto 

della portualità europea 

e D'Agostino diventa 

sempre più glocal 

Dopo la nomina a vicepresidente della European Sea Ports Organisation (Espo), il manager somma la carica di responsabile dell'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico orientale, quella di presidente dell'Assoporti e ora pure lo scranno di numero due della logistica marittima dell'Unione europea. 



«L'Adriatico comincia ad avere una dignità diversa e Trieste fa parte di questo lavoro. Da quando ho assunto la guida di Assoporti, poi, la visibilità dell'Italia in Espo è molto cambiata».

Il trampolino di lancio si chiama Trieste...È certamente un osservatorio privilegiato, perché da noi gravitano ormai alcuni degli interessi più importanti a livello mondiale. 

Questo ci consente di vedere fenomeni sconosciuti ad altre realtà italiane: abbiamo informazioni che ci arrivano prima rispetto a Bruxelles proprio grazie a certi interlocutori.

I cinesi di cui tanto si parla?

Ci sono interlocuzioni molto corrette in corso, ma succede anche tanto altro rispetto a quanto uscito sulla stampa.

Come si arriva alla vicepresidenza di Espo?

Le componenti nordeuropee hanno confermato la vicepresidente uscente, mentre fra i meridionali si è avviato un ragionamento e mi sono messo a disposizione, ottenendo il supporto di diversi Paesi cui è seguita l'unanimità al momento del voto.

Esiste un "modello Trieste" che ha reso la sua candidatura interessante?

Certo, perché rappresenti un sistema non banale, ma bisogna anche essere protagonisti sui tavoli internazionali. Noto che l'Italia non ricopriva cariche di peso da oltre dieci anni e ora ha anche la presidenza del tavolo tecnico sulle crociere di Espo. Rispetto a qualche anno fa è un miracolo.

Cosa può fare per Trieste grazie ai ruoli che detiene a livello nazionale e internazionale?

Non è il singolo ma la squadra che presidia il fortino mentre tu sei in giro. E mi rallegra inoltre l'arrivo di tanti nuovi manager, assunti dall'Autorità e dai terminalisti. Tanti professionisti si stanno accorgendo che c'è un clima adatto e questo creerà una continuità che va oltre il momento.

Lei intanto gira e fa l'ambasciatore di Trieste?

Mi sento un triestino acquisito, subito dopo il mio essere veronese. Ho un grande orgoglio e rappresento pure Monfalcone, Cervignano e un intero sistema. 

Qual è il programma per la logistica europea invece?

Temi caldi sono la revisione e il potenziamento dei corridoi e delle autostrade del mare. Si sottovaluta che i porti mediterranei hanno come terminale porti non comunitari e quindi godono di finanziamenti più bassi rispetto agli scali del Nord Europa. C'è stato un forte dibattito in passato, poi scemato durante le primavere arabe. Si parla tanto di Via della seta e del prolungamento verso Est, ma si sottovaluta quello verso Sud, cioè Africa e Turchia.

Per Trieste non c'è quindi solo la Cina?

Macché. Penso a Egitto, Tunisia e Iran. Interlocutori fondamentali, ma l'Iran ci sta scappando per le scelte della politica americana. L'Europa deve cominciare a fare i suoi affari e questo gioverà anche a Trieste.

Intanto il "free port" non pare ancora decollare...Falso. 

Abbiamo un magazzino pieno di coils da Taiwan e Msc attende di poter spostare legnami dall'Austria. Stiamo poi organizzando un magazzino frigorifero per esportare prodotti alimentari regionali. È un processo graduale, ma mi sto già preoccupando di quale zona scegliere per allargarci.

1 commento:


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