venerdì 30 novembre 2018

IL PARTITO DEMOCRATICO RECLAMA IL " PORTO FRANCO DI MONFALCONE "

Caro Direttore de IL PICCOLO nell'edizione odierna del tuo giornale Lei pubblica il resoconto del Consiglio comunale di Monfalcone a proposito del porto di Monfalcone. Sappiamo bene che il tuo lavoro di giornalista non comporta responsabilità nelle notizie che pubblichi. Le eventuali stupidaggini le dicono i protagonisti degli articoli. Ti invitiamo però a non relegare la notizia in questione alla sola edizione del PICCOLO di Gorizia - Monfalcone. Le dichiarazioni del consigliere comunale del Partito Democratico Fabio Delbello sono interessanti anche per i lettori triestini del quotidiano da Lei diretto e sarebbero occasione di una sana risata generale che partirebbe dal porto per arrivare fino all'altipiano. Non neghi questo momento di allegria ai cittadini di Trieste.


Per lo scalo futuro specializzato nei traffici di merce varia.


Il Pd si astiene sul metodo definito «poco partecipativo».


Tra i contrari Morsolin e Furfaro


Passano gli indirizzi sul Porto
Sviluppo di ferrovia e piazzali

Passano con i voti della maggioranza le linee di indirizzo del Comune sul porto di Monfalcone. Un nodo fondamentale che ha suscitato un dibattito tranquillo l'altra sera in Consiglio comunale. 

Tra i favorevoli con la maggioranza Suzana Kulier di Progetto Fvg. Una votazione che ha registrato l'astensione del Pd, critico sul metodo più che sul merito (l'accusa alla giunta Cisint è di non aver attuato un percorso partecipativo). 

Contrari alle linee di indirizzo invece Cristiana Morsolin (La Sinistra), Annamaria Furfaro (Lista civica) e Gualtiero Pin (M5S).

Traffici specializzati di merce varia con manipolazioni su banchine e piazzali con lo sviluppo di un terminal multi-uso, potenziamento del traffico di automobili con ampliamento delle aree e nuove strutture anche coperte (e per quanto possibile, scambi strategici con Capodistria che è ormai satura), appoggio al porto di Trieste per ospitare traffici non attrattivi per il capoluogo ma appetibili per Monfalcone. 

Queste le linee di indirizzo del Comune e che verranno presentate all'Autorità di sistema portuale del mar Adriatico orientale e che vedono concordi la gran parte delle imprese portuali dello scalo. «Abbiamo fatto un buon lavoro con la verifica delle aree e la salvaguardia delle zone naturalistiche ed ambientali - commenta soddisfatto per il risultato Giuseppe Nicoli che ha la delega ai lavori pubblici - nel contempo si è puntato al potenziamento delle ferrovie ma anche della tutela delle aree di maggior interesse naturalistico, il laghetto Enel, la zona del canneto, la foce del Timavo e l'area Sic. E' prevista una zona cuscinetto con le aree industriali e portuali. Prevista anche una destinazione futura per l'area della centrale con quella del terminal carbone».Tra i nodi anche la banchina ex De Franceschi ora Casillo e l'implementazione ferroviaria con la creazione di binari, l'elettrificazione e la realizzazione di una stazione logistica con soluzioni dei "colli di bottiglia" tra cui quello del casello del Lisert.

Da registrare una presa di posizione da parte del consigliere Pd Fabio Delbello, esperto di logistica e trasporti, che ha rinnovato la richiesta di estendere a Monfalcone il Porto Franco. 

Irrinunciabile per il consigliere di opposizione la fusione dei due scali ma «Se deve essere Porto di Trieste-Monfalcone e se il porto di Trieste è porto franco, per logica proprietà transitiva si dovrà parlare anche di Porto franco di Trieste-Monfalcone». 

Uno strumento unico nella portualità europea che, secondo Delbello, può mettere il Fvg in grado di giocare con ancora più chance le proprie carte sullo scacchiere della logistica internazionale «in particolare alla luce delle opportunità aperte dalla Nuova via della Seta nonchè alla luce delle grandi potenzialità derivanti da Trieste che è il primo porto ferroviario nazionale». --G.G.

FAQTRIESTE  Caro consigliere comunale Delbello ci scusi se risultiamo essere irriverenti ma una parte consistente dei contenuti di questo blog è dedicata proprio alla cronaca puntuale di tutti i passi che hanno avuto una positiva accelerazione negli ultimi anni per riconoscere lo stato di Porto Franco Internazionale dello scalo triestino. Le basterebbe sfogliare il nostro lavoro degli ultimi quattro anni per rendersi conto di quante volte e da quanti autorevoli fonti è stata riconosciuta la assoluta particolarità del porto di Trieste nell'ambito europeo e internazionale. 

Crediamo superfluo spiegare nuovamente per quale motivo non è possibile estendere il regime di porto franco al di fuori della zona A. Trattato di pace, Memorandum di Londra, previgenza della legge rispetto al trattato di Roma...


Purtroppo non è possibile estendere il regime a tutta la città, figuriamoci fuori dalla provincia.
A proposito delle sue dichiarazioni possiamo fare un rapido copia e incolla dei materiali del blog e fornirLe un esaustivo “bignamino” ! E’ scontato che siamo disponibili ad ospitare le Sue argomentazioni e precisazioni sul nostro blog e a pubblicarle con lo stesso identico rilievo di questa nostra nota. Ci scriva : faqtrieste@gmail.com

3 commenti:

  1. Fare proposte senza una base giuridica è ridicolo e controproducente. Questa sembra una proposta del governo lega/5stelle: irrealizzabile. Poniamo questioni serie

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  2. Monfalcone sotto la "provincia" di Trieste. Porto unico. Magari si può fare.

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  3. Salve
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