domenica 25 novembre 2018

IL CROLLO DEL PONTE DI GENOVA VISTO DA SOTTO

Il crollo del ponte di Genova visto dai lavoratori portuali. Guardare il ponte crollato dal basso in alto.
Il testo che segue non è indicato a persone sensibili perchè contiene descrizioni ciniche e troppo realistiche delle condizioni di lavoro. Il testo potrebbe nuocere alle convinzioni di coloro che sostengono : il lavoro prima di tutto!  - stai contento che almeno c'hai un lavoro! - 



CALP – COLLETTIVO AUTONOMO LAVORATORI PORTUALI DI GENOVA  COMUNICATO STAMPA

Oggetto: incontro di  venerdì 16-11-2018 a 

Palazzo San Giorgio di AdSP con OOSS, CP 

e Terminalisti sulla sicurezza dei lavoratori in 

occasione delle allerta meteo

In caso di allerta rossa, l’AdSP non deve lasciare ai terminalisti la facoltà di fermare le operazioni. Non ci fidiamo dei terminalisti. 

Come se la direzione di un Gran premio automobilistico lasciasse alle singole scuderie di decidere se correre o meno. Nessuna rinuncerebbe a correre perché vogliono vincere a tutti i costi. 

È evidente che nessun terminalista rinuncerà mai a una sola ora di lavoro e sappiamo bene l’uso che i terminalisti fanno delle regole in caso di condizioni meteo proibitive. Se non sono i lavoratori a fermarsi per salvare la pelle, ai terminalisti va sempre bene accettare il rischio dell’incidente. Perché se per i lavoratori sono in gioco la vita, la salute e il mantenimento della famiglia, per le imprese è solo una questione economica, legale e assicurativa, condita di qualche rammarico che non dura più del tempo dello sciopero che un incidente può causare. 

E poi dal giorno dopo si ricomincia, come alla roulette. Si è capito o no che durante l’ultima allerta è stato solo per circostanze fortunatissime che non ci sono state vittime tra i lavoratori obbligati a lavorare?  

L’AdSP è l’amministrazione pubblica che sul suolo pubblico del porto in situazioni di emergenza deve assumersi la responsabilità di garantire la sicurezza dei lavoratori perché ha l’indipendenza, le competenze e il potere per farlo come sta scritto nella legge. 

Ogni altra posizione è frutto del peggiore menefreghismo e denoterebbe l’asservimento dell’amministrazione pubblica alla volontà delle imprese private. La questione della sicurezza in caso di allerte meteorologiche va dunque chiusa subito senza esitazioni né ambiguità. Subito senza aspettare di nuovo 4 anni!

La questione dell’allerta, stigmatizzata persino dal Consiglio regionale bipartisan, va chiusa anche perché non vogliamo essere costretti a tornare su diritti già scritti nelle leggi, ottenuti a seguito di lotte a cui siamo stati costretti per affermare la dignità del nostro lavoro e riscattare il sacrificio della vita e della salute di tanti nostri compagni di lavoro. 

Va chiusa subito perché pretendiamo che l’AdSP e i terminalisti non perdano più tempo, spostando l’attenzione dai diritti che la legge di riforma sei mesi fa ha sancito a favore dei lavoratori portuali e che sinora si è palesemente evitato di riconoscere. 

Parliamo del Piano dell’organico dei lavoratori del porto di Genova e Savona, che deve servire a assicurare futuro ai lavoratori attraverso una programmazione dei fabbisogni occupazionali e professionali coordinata tra dipendenti e soci della Compagnia, che consenta una pianificazione collegata ai piani di impresa dei terminalisti e di sviluppo del sistema portuale. 

Nel piano– come stabilisce la legge – vanno previste le misure di politiche attive e passive del lavoro utili per la qualificazione dei lavoratori rispetto ai cambiamenti organizzativi e tecnologici in corso. Nel piano vanno inoltre previsti gli inserimenti di nuovi lavoratori, in sostituzione dei lavoratori non più idonei ma salvaguardati dalla legge, attraverso percorsi trasparenti di ricollocazione e di selezione e formazione di giovani, eliminando il ricorso al lavoro occasionale degli interinali  da parte della Compagnia e all’impiego di lavoratori precari e part-time da parte dei terminalisti. Nuova occupazione e nuovi lavoratori portuali sono necessari, anche alla luce delle centinaia di milioni di investimenti pubblici in corso e di quelli promessi a seguito del crollo del ponte Morandi, per adeguare numericamente e professionalmente l’organico, per riequilibrare il costo dell’aumento costante delle rese produttive che grava soprattutto sui lavoratori, ottenute attraverso sistemi di cottimo collettivo per decenza mascherati da sistemi premianti.

Il CALP è per non tornare indietro sulla sicurezza, per non tornare mai più al lavoro occasionale e a quello precario.

Il CALP è per andare avanti, per sostenere lo sviluppo del porto grazie al lavoro, per collegare l’aumento della produttività all’aumento dell’occupazione e all’arricchimento della professionalità: per l’unità dei lavoratori dei porti di Genova e Savona,  per l’unità dei lavoratori portuali, operai, tecnici e impiegati, dipendenti dei terminalisti e soci della CULMV.

1 commento:

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