ERA IL 5 LUGLIO 2014 ED AVEVAMO APPENA COMINCIATO ....
Adriano Verani ha lasciato un nuovo commento sul tuo post :
Tutto ciò è molto gratificante ed è auspicabile che l'approdo di grandi scafi diventi la regola. Ma se non si vuole che questo non sia altro che una specie di alibi per consentire la frequentazione di altri porti ove la maggior parte del carico venga sbarcata/imbarcata credo che le questioni siano sempre immutabilmente quelle :
1)spazi di stoccaggio adeguati
2)numero di
ormeggi che prevedano un traffico in aumento(almeno Molo VIII e unione tra Molo
V + VI) con una difesa al coltello di ogni centimetro quadrato di porto, anche
del Porto Vecchio;
3)Valutazione se sia meglio l'accosto tradizionale lungo
murata oppure quanto viene applicato in alcuni porti e cioè l'immissione dello
scafo in un bacino aperto in modo da poter lavorare su due lati;
4)La
costruzione di un bacino di carenaggio adatto alle nuove dimensioni degli scafi
(da 380 a 420-450 mt.)con una previsione di sviluppo di questi ultimi almeno
trentennale; si tratta di un'opera accessoria cui ogni porto che aspiri ad una
posizione primaria non può rinunciare e tanto più non può sottrarvisi Trieste
in quanto l'innaturale e forzoso apparentamento con Monfalcone sarà - nel
lungo termine - certamente difficile da gestire;
5)Una piu aggressiva
penetrazione nei mercati tradizionali del nostro hinterland raccogliendo
traffico in uscita in modo di bilanciare lo scarto tradizionale tra l'import e
l'export che grava sui noli.Oltre che ad una miglior commercializzazione del
sistema Trieste devono essere garantite rese ferroviarie competitive in
velocità e tariffe, da cui segue l'ineludibile punto seguente:
6) E infine la
cosa più importante : la questione ferroviaria che garantisca lo smaltimento e
l'arrivo delle merci (siano TEU che merci varie) in tempi e costi assolutamente
competitivi. Quindi: galleria a doppio meglio triplo binario di sicurezza tra
Trieste e Monfalcone, impianto di parchi binari adeguati, salvaguardando il parco
del Porto Vecchio dalle mire estemporanee dei nuovi 'pianificatori.
Insomma
nulla di tutto quanto detto esiste ; neppure il prolungamento del Molo VII, con
molte promesse infiocchettato ma che allo stato dei fatti ,non consente sul suo
lato Sud, più di due accosti per scafi delle maggiori dimensioni.
Se non si fa
nulla non si produrrà che nulla! Anche la lodevolissima ottimizzazione del
traffico ferroviario raggiungerà tosto o tardi la sua massima cifra e poi non
sarà più espandibile.
Qualcuno dirà che ragionare in questa scala è del tutto
fantasioso e irragionevole ma non c'è soluzione ai corni del problema : o
sviluppo guardando in prospettiva futura oppure adagiamento torporoso a porto
del tutto secondario.
E non saranno le giostre e i condomini in Porto Vecchio a
salvarci!
Quando alla metà del 1800 i nostri dirigenti comunali decisero di
mettere mano a quello che oggi si chiama Ospedale Maggiore sulla base
dell'Allgemeine Krankenhaus di Vienna,lo fecero istituendo una fabbrica che andava
ben oltre ai bisogni immediati della città.
Pensarono in grande; pensarono alle
necessità di una città in espansione che fosse almeno il doppio e anche più di
quella che era allora Trieste. Altrettanto deve essere fatto per il porto con il
primo imperativo categorico che è la salvaguardia delle aree, la loro attenta
pianificazione e non il loro spreco in puttanate illusorie e
transitorie. Altrimenti , allo stato dei fatti,solo e solo se va bene , un ruolo
assolutamente gregario ci attende.
E i quattrini? Beh.. questo lo sappiamo
tutti dove stanno e come pretenderli..ma chi dei prodi (nuovi e vecchi!) si
spenderà su questo terreno, che è terreno minato ???
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