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Cari di FaqTrieste vi segnalo che
Maersk Emerald (nave madre comune fra Maersk e MSC sulla
linea con Estremo Oriente e Mar Rosso) arriverà il 18 maggio a Trieste per sbarcare i container destinati
all'import. Poi andrà a Fiume, quindi a Capodistria per ritornare infine a
Trieste il 21 maggio per imbarcare i container in export.
Non è una cosa completamente nuova, in quanto alcuni anni fa
succedeva esattamente la stessa cosa. Non saprei dire se è una necessità
sporadica di questa nave, in quanto il pescaggio a pieno carico supera quello
permesso da Capodistria, oppure se sia una scelta armatoriale per
"favorire" Trieste.
Tuttavia è un nuovo caso che si aggiunge alla CMA CGM
Cendrillon, la quale ha fatto più o meno la stessa cosa saltando Venezia.
Buon lavoro
NOTA DI FAQTRIESTE : Abbiamo verificato e oggi la Maersk emerald sta al Molo VII a caricare dopo aver fatto Trieste - Luka Koper - Rjieka - Trieste
A differenza del passato grazie al nostro lavorio e ai nostri collaboratori ed esperti abbiamo capito un po' tutti il perchè di questi passaggi. Trieste è la prima tappa delle portacontainer in arrivo perchè continua ad avere i fondali adatti e profondi. Et voilà.
ORE 14.30 21 maggio 2018 |
Tutto ciò è molto gratificante ed è auspicabile che l'approdo di grandi scafi diventi la regola. Ma se non si vuole che questo non sia altro che una specie di allibo per consentire la frequentazione di altri porti ove la maggior parte del carico venga sbarcata/imbarcata credo che le questioni siano sempre immutabilmente quelle :1)spazi di stoccaggio adeguati 2)numero di ormeggi che prevedano un traffico in aumento(almeno Molo VIII e unione tra Molo V + VI) con una difesa al coltello di ogni centimetro quadrato di porto, anche del Porto Vecchio;3)Valutazione se sia meglio l'accosto tradizionale lungo murata oppure quanto viene applicato in alcuni porti e cioè l'immissione dello scafo in un bacino aperto in modo da poter lavorare su due lati;4)La costruzione di un bacino di carenaggio adatto alle nuove dimensioni degli scafi (da 380 a 420-450 mt.)con una previsione di sviluppo di questi ultimi almeno trentennale; si tratta di un'opera accessoria cui ogni porto che aspiri ad una posizione primaria non può rinunciare e tanto più non puo sottrarvisi Trieste in quanto l'innaturale e forzoso apparentamento con Monfalcone sarà - nel lungo termine - certamente difficile da gestire;5)Una piu aggressiva penetrazione nei mercati tradizionali del nostro hinterland raccogliendo traffico in uscita in modo di bilanciare lo scarto tradizionale tra l'import e l'export che grava sui noli.Oltre che ad una miglior commercializzazione del sistema Trieste devono essere garantite rese ferroviarie competitive in velocità e tariffe, da cui segue l'ineludibile punto seguente:6) E infine la cosa più importante : la questione ferroviaria che garantisca lo smaltimento e l'arrivo delle merci(siano TEU che merci varie)in tempi e costi assolutamente competitivi.Quindi: galleria a doppio meglio triplo binario di sicurezza tra Trieste e Monfalcone, impianto di parchi binari adeguati, salvaguardando il parco del Porto Vecchio dalle mire estemporanee dei nuovi 'pianificatori. Insomma nulla di tutto quanto detto esiste ; neppure il prolungamento del Molo VII, con molte promesse infiocchettato ma che allo stato dei fatti ,non consente sul suo lato Sud, più di due accosti per scafi delle maggiori dimensioni. Se non si fa nulla non si produrrà che nulla! Anche la lodevolissima ottimizzazione del traffico ferroviario raggiungerà tosto o tardi la sua massima cifra e poi non sarà più espandibile. Qualcuno dirà che ragionare in questa scala è del tutto fantasioso e irragionevole ma non c'è soluzione ai corni del problema : o sviluppo guardando in prospettiva futura oppure adagiamento torporoso a porto del tutto secondario. E non saranno le giostre e i condomini in Porto Vecchio a salvarci!Quando alla metà del 1800 i nostri dirigenti comunali decisero di mettere mano a quello che oggi si chiama Ospedale Maggiore sulla base dell'Allgemeine Krankenhaus di Vienna,lo fecero istituendo una fabbrica che andava ben oltre ai bisogni immediati della città.Pensarono in grande; pensarono alle necessità di una città in espansione che fosse almeno il doppio e anche più di quella che era allora Trieste.Altrettanto deve essere fatto per il porto con il primo imperativo categorico che è la salvaguardia delle aree, la loro attenta pianificazione e non il loro spreco in puttanate illusorie e transitorie.Altrimenti , allo stato dei fatti,solo e solo se va bene , un ruolo assolutamente gregario ci attende. E i quattrini? Beh.. questo lo sappiamo tutti dove stanno e come pretenderli..ma chi dei prodi (nuovi e vecchi!)si spenderà su questo terreno, che è terreno minato???
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