martedì 3 luglio 2018

LA VERSIONE DELL'AGENZIA LAVORO PORTUALE DI LIVORNO








Il Consiglio di Amministrazione di Alp, anche a seguito delle informazioni apparse sulla stampa, intende prendere posizione circa la situazione relativa agli accadimenti del 19 maggio 2018 in seguito ai quali ha notificato contestazioni di addebito ai dipendenti interessati e, a fronte delle giustificazioni dagli stessi fornite, ha intimato loro il licenziamento per giusta causa.

Il CDA conferma che i comportamenti tenuti dai dipendenti interessati hanno rappresentato una grave violazione dei doveri di ogni dipendente titolare di un contratto di lavoro subordinato, soggetto quindi alle direttive del datore di lavoro, di fatto prefigurando una situazione nella quale gli stessi - consapevolmente sovvertendo ogni regola e ruolo - si sono arrogati in diritto di decidere sul proprio avviamento al lavoro, per di più in spregio dei vincoli relativi alle modalità di avviamento pattuiti nel vigente contratto integrativo aziendale.


Ci sono tre elementi che aggravano, se possibile, il comportamento tenuto dai dipendenti suddetti:

1. La autoconvocazione al lavoro è avvenuta usando indebitamente strumenti aziendali;

2. La decisione di autoavviarsi al lavoro è scaturita da una valutazione discrezionale dei dipendenti stessi, che non si sono neanche preoccupati di richiedere preventivamente chiarimenti all'azienda in merito alla situazione riscontrata, come moltissime altre volte era pacificamente accaduto e sapendo bene di poter contare sulla disponibilità dei responsabili dell'azienda in tale senso;

3. Esistono precedenti disciplinari sanzionati e con sanzione erogata e definitiva nel recente passato ascrivibile a comportamenti simili, seppur di molto minore gravità. Di situazione analoghe, seppur di minore gravità, che in qualsiasi modo pretendevano di assegnare ai dipendenti la facoltà di decidere se eseguire una lecita disposizione aziendale o meno, si è discusso in molti incontri tra azienda e RSU e, sempre, l'azienda ha chiaramente sottolineato che non avrebbe potuto accettare una attenuazione del proprio dovere di conduzione del rapporto di lavoro.

Gli amministratori di Alp gestiscono una azienda per conto di 8 soci proprietari e non intendono compiere alcun atto che, direttamente o indirettamente, pregiudichi l'esercizio e le facoltà che competono al datore di lavoro, prima fra tutte la potestà di avviare al lavoro i dipendenti nel rispetto delle leggi e dei contratti sottoscritti.

Il comportamento dei dipendenti aggredisce e nega proprio questa prerogativa fondamentale per ciascuna azienda.

È vergognoso, anche se non sorprendente, il tentativo di buttare in politica un fatto semplice come questo, magari prospettando scenari in effetti inesistenti e prevaricazioni mai perpetrare e del tutto fantasiose. È la chiara dimostrazione che si vuole evitare maliziosamente il merito, generando confusione su fatti che, al converso, sono chiari e inequivocabili.

Alp non cadrà in questo inganno.

Alp è disponibile sempre e comunque al confronto ma su un punto è irremovibile: qualsiasi discussione, qualsiasi valutazione, qualsiasi mediazione non potrà che muovere da un presupposto chiaro e indiscutibile: l'azienda non intende recedere dalle sue prerogative e dai diritti che ad essa derivano dalla legge e dal contratto collettivo e che sono esiziali alla sua stessa esistenza.

Per Il Consiglio di Amministrazione Alp
L'Amministratore Delegato
Luca Beccè

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