martedì 19 giugno 2018

LETTURE E COINCIDENZE : TRIESTE

Al sabato con Repubblica in edicola troviamo il supplemento D. Ci sono due rubriche su D. che non mi perdo solitamente. Rispettivamente Zucconi e Rampini, due giornalisti importanti, tengono la loro pagina d'opinione. Sono tutti e due corrispondenti dagli Stati Uniti, dopo aver girato e scritto da e per tutto il mondo, ma non sono necessarie altre righe da parte nostra per presentarli. Perchè ne scrivo oggi ? Perchè lo scorso sabato ho fatto ambo e ho trovato nelle due rubriche un riferimento a Trieste, alla "provinciale" Trieste che conosco e frequento. Trieste, che poi nelle citazioni di due affermati giornalisti, non sembra neanche tanto "provinciale"!

" Oggi quella stazione non esiste più. Altre paure hanno preso il posto di quelle, perchè ogni tempo conosce le proprie paure, ma la Torino plumbea, la Milano cattiva, la Trieste smarrita e sospesa nel limbo della propria storia, la Bologna straziata, le città e quelle stasioni ferroviarieche fin da bambino adoro non ci sono più."




" E tuttavia anche a Pechino l'invasione Starbucks m'irritava. Proprio in quel periodo accadeva sotto i miei occhi una rivoluzione dei costumi cinesi.In una civiltà che per migliaia di anni aveva conosciuto solo il tè, improvvisamente molti giovani abbandonavano la bevanda ancestrale. Roba da vecchi. Loro volevano bere espresso italiano. I nostri campioni nazionali ebbero i riflessi lenti. Illy e Lavazza arrivarono in Cina con minor potenza di Starbucks e Nespresso; aprirono anche loro dei bar, ma meno numerosi e in ritardo. Il terreno era stato occupatoda americani e svizzeri, benchè il prodotto fosse nostro. Un episodio che non ho mai digerito, perchè parte di una tendenza più vasta. Il mondo intero ha un sogno: vivere come gli italiani. "



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