Via della seta? Occhio ai rischi
Dall'articolo apprendiamo
che il presidente dell'AdSP di Venezia Musolino raccomanda attenzione a tutti
gli entusiasti della Nuova Via della Seta cinese. Dopo gli anni di Paolo Costa
all’AP di Venezia passati all’insegna della progettazione dell’offshore per
ricevere le mega portacontainer cinesi ora dobbiamo ascoltare le “raccomandazioni”
del presidente Musolino che ha “abbandonato meritatamente” quel faraonico
progetto. Non ce ne voglia il presidente Musolino se dedichiamo a Venezia la
vignetta della volpe e l’uva della favola di Esopo. Ovviamente il grappolo è la
Via della Seta e un piccolo campanilismo dopo tutti questi anni ci sembra
accettabile. Se Venezia non può avere la Via della Seta sarà sicuramente un
progetto acerbo disse la volpe.
Non siamo vittime di facili
entusiasmi, specie sull’argomento portuale.
Per decenni abituati ad aspettare
decreti attuativi e riconoscimenti dovuti.
Per chiudere vi proponiamo l’articolo
della Gazzetta Marittima e il link per un convegno che si è svolto a Trieste
sui nemici della Via della Seta.
VENEZIA – LA GAZZETTA MARITTIMA
Bisogna
premettere che i veneziani di vie della seta se ne intendono da secoli, per non
dire da quasi millenni. E in questi giorni il presidente dell’Autorità di
sistema dell’Adriatico settentrionale Pino Musolino, intervenendo sul grandioso
progetto della Cina per l’ormai famosa “Silk Belt” ha messo nero su bianco per
una serie di considerazioni che anche altri avevano accennato, ma che adesso
sono state ufficializzate.
In stretta sintesi: occhio a spalancare le porte in
modo acritico alla Cina e alla sua via della seta, perché il progetto
enfatizzato dal presidente Xi Jinping “risponde più alle ambizioni del colosso
asiatico – scrive papale papale Musolino – che non agli interessi italiani ed
europei”.
La lunga analisi, ripresa
anche da Il Sole-24 Ore nei giorni scorsi, sottolinea che il programma della
Cina è legato principalmente ad esigenze interne: dare sfogo – scrive Musolino
– a una sovraproduzione industriale, controllando le linee di
approvvigionamento soprattutto energetico, influenzando le politiche dei suoi
competitor.
E se possibile, possiamo aggiungere, arrivando anche a controllare
i nodi logistici, a cominciare dai porti. Cita Musolino: attenti a spalancare
la porta dei nostri scali marittimi, perché rischiamo “di fare la fine della
Grecia dove i porti strategici sono ormai completamente assoggettati al
controllo cinese”.
Qual è l’alternativa
proposta dal presidente veneziano? “Bisogna far pesare – scrive – la qualità
produttiva e manifatturiera europea, italiana in primis, le potenzialità di
innovazione logistica basate anche sulla digitalizzazione, l’accrescimento del
know-how tecnologico dei settore dei trasporti, e non per ottenere
finanziamenti ma accordi di natura commerciale” aprendo i mercati a condizioni
di reciprocità. Da rifletterci, davvero.
CLICCA SULL'IMMAGINE |
Nessun commento:
Posta un commento