venerdì 25 maggio 2018

GIORNALISMO INFORMAZIONE PORTO APPUNTI SU UN EVENTO


INTRODUZIONE Presentazione dell’iniziativa e elenco relatori.Organizzato dall'Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia Trieste, 22 maggio - Sala Maggiore della Camera di Commercio della Venezia Giulia, piazza della Borsa 14- Ore 9.30-12.30


PORTO DI TRIESTE E LOGISTICA REGIONALE, UN VADEMECUM PER I GIORNALISTI

Le prospettive di sviluppo degli scali di Trieste e Monfalcone nell'ambito della neo costituita Autorità portuale dell'Adriatico orientale, con analisi delle ricadute economiche in campo regionale. 
L'incontro focalizza inoltre il rapporto con i media.

Relatori: Riccardo Coretti (giornalista), Zeno D'Agostino (presidente Autorità del Sistema Portuale Adriatico Orientale), Fabrizio Zerbini (presidente dell'Associazione Terminalisti), Enrico Samer Presidente Samer & Co. Shipping, Alessandro de Pol presidente degli Agenti Marittimi del Friuli Venezia Giulia, Alessio Lilli Presidente SIOT, Matteo Parisi, Direttore Francesco Parisi S.p.A.

GLI APPUNTI DI FAQTRIESTE SULL'INCONTRO

FINALMENTE il problema dell’informazione sulle questioni legate al porto è stato individuato ed è stato fatto un primo passo con l’incontro organizzato dall’Ordine dei Giornalisti del FVG. 




Il risultato descritto senza enfasi particolari si può riassumere in una descrizione volutamente “scolastica” e semplificata da parte degli operatori portuali delle loro attività e dei progetti in fase di realizzazione. 

Poca affluenza da parte dei giornalisti, minoranza tra le categorie presenti, che si può spiegare in vari modi.

Ad esempio. Le condizioni di lavoro ai vari livelli della gerarchia dei giornalisti non permettono di approfondire gli argomenti ma si limitano a recuperare notizie e riportare pareri. 

Le poche domande che sono state poste alla fine dell’incontro dai pochi giornalisti presenti indicavano proprio questo metodo di lavoro. 

Sono stati posti dei titoli e degli argomenti e non domande compiute e incisive. Quindi nella maggior parte dei casi il giornalista pone un tema e poi delega all’intervistato (operatore portuale o dirigente dell’Autorità ) di organizzare una risposta. 

Qui entrano in gioco gli uffici stampa delle imprese, delle amministrazioni e delle organizzazioni ai quali viene delegata la risposta. Questo continuo delegare pesa sul risultato finale. 

Come sempre ci sono eccezioni a confermare le regole e certi articoli o inchieste nati da un lungo lavoro rimangono a fissare i passaggi importanti delle vicende legate al porto. Per tutti citiamo le serie di articoli d'inchiesta che Paolo Rumiz ad ogni svolta dedica al porto di Trieste.



VERIFICHIAMO se è vero ciò che stiamo scrivendo. 

L’altro giorno sul nostro blog abbiamo pubblicato l’intervista che The Meditelegraph ha realizzato con Zeno D’Agostino dopo la missione di Assoporti con dieci sistemi portuali a Shanghai. 

Nel giro di un’ora l’intervista ha avuto un inusuale numero di contatti. Ora The Meditelegraph, Ship2shore, la Gazzetta Marittima e Portnews di Livorno sono pubblicazioni dedicate allo shipping e alla logistica e sono il naturale approdo per interviste importanti. 

Trieste in questo rimane “ provinciale “ ( anche se le province in FVG sono state abolite ) e non si è mai dedicato tempo e denaro a costruire una locale rivista specializzata. 

Adesso che il presidente dell’AdSP – MAO D’Agostino è anche presidente di Assoporti non trova intervistatori e domande all’altezza dei temi che si trova ad affrontare. Eppure Trieste è il primo porto in diverse classifiche che si possono consultare sui porti della penisola.



GLI OPERATORI PORTUALI, e sotto questa definizione indichiamo tutte le categorie dai terminalisti alle cooperative, sono solitamente ben disponibili ad illustrare le loro attività e i loro progetti. Questo hanno fatto anche l’altro giorno in Camera di Commercio all’incontro organizzato dall’Ordine dei Giornalisti.

In tre ore con perizia e con l’utilizzo delle slide, che Renzi ha reso famose quando era presidente del Consiglio, hanno presentato il loro lavoro.

I giornalisti presenti non hanno avuto bisogno di prendere appunti, ma si sono impegnati alla fine dell’incontro a prenotarsi copie delle slide. Ovviamente c’è una bella differenza tra una relazione ben confezionata e un confronto per capire. 

Gli operatori portuali sanno quali argomenti vanno messi davanti al pubblico e quali vanno tralasciati e risolti nelle retrovie. Subiscono, gli operatori, una sorta di dissociazione e quindi parlano di posti di lavoro da tutelare e da aggiungere, di traffici in aumento sapendo che è importante per loro avere il sostegno dell’opinione pubblica, anche per ottenere quella parte indispensabile di finanziamenti pubblici e quindi politici. 

L’altra faccia degli operatori portuali, la faccia nascosta della Luna, rivendica un riserbo necessario ed indispensabile legato alla naturale competizione tra i vari soggetti: tra porti, tra territori, tra sistemi produttivi, ecc.

Per concludere la descrizione degli operatori portuali possiamo affermare che sono interessati ad avere il sostegno dell’opinione pubblica, che sono aperti ad idee ed innovazioni e quindi collaborano volentieri con altri soggetti finchè non individuano il “ business “ giusto. Quando intravedono “ l’affare “ scatta il loro riserbo e spariscono dalla comunicazione per periodi più o meno lunghi.



L’ANOMALIA TRIESTINA sta in tutte le questioni legate al Porto Franco Internazionale (che non è argomento di questo ragionamento sull’informazione). 

L’anomalia sta nella posizione geografica e nelle caratteristiche fisiche dello scalo. 

L’anomalia che anche osservatori esterni stanno cominciando a riconoscere vive nella impostazione del modo di affrontare i problemi che l’accoppiata D’Agostino – Sommariva hanno importato ed applicato nell’AdSP. 

Per questo gli interventi del presidente D’Agostino all’incontro con i giornalisti di cui stiamo scrivendo avrebbero meritato una attenzione ed una presenza maggiore. La descrizione del metodo di lavoro, dopo aver raggiunto i risultati, è stata una relazione che arrivava da un altro mondo. 

I riferimenti iniziali agli studi da cui ha preso energia ed idee questo metodo applicato a Trieste indicano un percorso teorico sconosciuto ai più.

Le considerazioni sul “ gigantismo navale” espresse con il giusto equilibrio di chi è interessato a sapere : quali ? quante ? di che dimensioni ? saranno le navi che si spingeranno fino al Nord Adriatico per raggiungere con le loro merci il centro e l’est Europa sono state una buona lezione per tutti i presenti.

LA STRADA DA PERCORRERE E’ LUNGA e non esistono scorciatoie o trucchi. Sappiamo che la strada imboccata è quella giusta e non si percorre in solitaria.



RICORDATE “PETALOSO” ? Uno scolaro ha scritto l’aggettivo petaloso in un suo quaderno. La maestra ha inviato all’Accademia della Crusca questo termine che è stato inserito nel vocabolario della lingua italiana.
In quella parte del discorso che gli operatori portuali tengono per loro, coperto da riserbo, ci stanno sicuramente i conti, il dare e l’avere, il bilancio. Quanto costa una nave ferma in un porto in attesa di scaricare ? Deve costare abbastanza se tutti gli operatori si preoccupano di sveltire le operazioni di sbarco e di garantire la banchina libera per arrivi in orario.

Matteo Parisi illustrando i lavori della piattaforma logistica ha spiegato che l’allargamento della piattaforma allo Scalo Legnami permette di avere due banchine di attracco. Ha spiegato che è molto importante per un terminal non dipendere da un solo attracco che potrebbe essere bloccato da vari fattori generando quindi quei ritardi di scarico e quindi fermo nave costoso.

La stessa preoccupazione sulla capacità di sbarco di un terminal è stata proposta nella ricostruzione di Fabrizio Zerbini del Trieste Marine Terminal ( molo VII ) delle fasi attraversate dal porto triestino. Zerbini ha indicato un primo cambio di fase nella legge numero 84 dell’anno 1994 e poi ha affrontato la recente Riforma della portualità portata a conclusione dal ministro Delrio.

Non si è perso d’animo quando durante la spiegazione delle varie fasi ha dovuto descrivere l’affidabilità del porto di Trieste. Ha coniato per il pubblico dell’incontro un termine appropriato e quindi ha affermato che il porto di Trieste veniva descritto a cavallo della legge 84/94 come un porto “scioperoso” .

Vi immaginate quali prospettive di classifiche tra i vari porti comporterebbe l’utilizzo di questo aggettivo? Quali sono i porti più scioperosi in Europa, in Spagna e in Italia ?






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