Incontro e conviviale del 22
Maggio 2018
Di
un'ipotesi di progetto per l'elettrificazione delle banchine il Propeller Club
di Trieste si era occupato già nell'Aprile del 2015.
Allora
si pensava ad un collegamento che potesse fornire energia alle “navi bianche”
ormeggiate a fianco della Stazione Marittima, in pieno centro città.
Oggi
la discussione si è ampliata e il cosiddetto “cold ironing” - termine per descrivere
la capacità di alimentare le navi in banchina con energia elettrica fornita da terra
– si vorrebbe applicare alle navi del porto commerciale.
Obbiettivo
dichiarato è quello di evitare che tali navi, una volta ormeggiate, tengano accesi
i motori per mantenere in funzione i vari sistemi di bordo, riducendo così in
maniera
drastica
le emissioni in atmosfera.
Sembra
la scoperta dell'acqua calda, ma in realtà non sono numerosi al mondo gli scali
ad essere dotati di questa tecnologia.
Per
quanto possa apparire di semplice progettazione, i problemi che si incontrano nella
realizzazione di questi impianti risultano importanti e di varia natura.
Non
a caso si registrano nei Porti italiani ed europei diversi esempi di come
questi sistemi non siano poi, nella realtà dei fatti, applicabili.
Ogni
scalo presenta le proprie peculiarità e le proprie, diverse, soluzioni.
Su
tutto pesano i risvolti economici, così come va tenuta in debita considerazione
la decisione di 170 Paesi aderenti all'IMO (Organizzazione Marittima
Internazionale) per
tagliare
le emissioni di CO2 del trasporto marittimo di almeno il 50% entro il 2050,
rispetto ai livelli del 2008.
In
termini pratici, significa che nel 2030 la maggior parte delle navi oceaniche
di nuova costruzione funzionerà con carburanti a zero emissioni, ha spiegato in
una nota
l'University
College di Londra.
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