LA VIA DELLA SETA
La Cina si impegna a investire sui porti di Trieste e
Genova
Il premier Gentiloni ha ricevuto assicurazioni dal
presidente cinese Xi Jinping. Si discute anche di progetti comuni per costruire
infrastrutture nei Balcani e in Africa
La rotta marittima e l'Italia
Primo obiettivo italiano far includere i nostri porti di
Trieste e Genova come terminali della rotta marittima dalla Cina. Gentiloni,
che oggi ha parlato a lungo con Xi Jinping e con il premier Li Keqiang, dice
che «è importante che Xi abbia confermato la loro intenzione di inserire i
porti italiani tra i terminali sui quali investire». La Cina quindi crede nel
valore di Trieste e Genova e vuole contribuire al loro potenziamento perché i
due porti sull’ Adriatico e sul Tirreno «sono già collegati ai corridoi
ferroviari e stradali con il cuore dell’Europa».
Leggiamo ora il resoconto pubblicato da THE MEDITELEGRAPH del convegno sull'argomento organizzato dal Comune di Genova e da RINA.
Genova - Sessanta paesi
coinvolti e 900 progetti di nuove infrastrutture, per quasi 1.000 miliardi di
investimenti: sono i numeri della One Belt One Road, la nuova Via della Seta,
che Zhang Gang, del China Council for the Promotion of International Trade, ha
illustrato questo pomeriggio al convegno The New Silk Road for Italy,
organizzato a Genova dal Comune e da Rina.
Il dato di partenza è la potenza
economica della Repubblica Popolare: «Lo scorso anno il Pil cinese è cresciuto
del 6,9% arrivando a 13.000 miliardi di dollari, mentre il volume complessivo
di import/export è stato pari a 4.280 miliardi di dollari, di cui 2.360
miliardi in export e 1.920 miliardi in import» ha ricordato Gang. Dinamica in
cui l’Italia ha un peso rilevante:
«Nei primi 10 mesi del 2017 gli scambi
commerciali Italia-Cina hanno raggiunto il miliardo di dollari, con una
crescita del 24% rispetto all’anno precedente» ha aggiunto. Parallelamente agli
scambi commerciali, crescono anche gli investimenti cinesi all’estero, che lo
scorso anno sono stati pari a 120 miliardi, mentre gli investimenti stranieri
in Cina hanno raggiunto quota 135 miliardi di dollari.
INTERSCAMBI COMMERCIALI A
780 MILIARDI
«Gli interscambi cinesi con
i 60 Paesi coinvolti dalla nuova Via della Seta nel 2017 hanno raggiunto i 780
miliardi di dollari, e in quegli stessi paesi la Cina ha già investito 50
miliardi in nuove opere, tramite cui verranno creati 180.000 posti di lavoro»
ha sottolineato Gang. Il porto di Genova può giocare un ruolo nella nuova Via
della Seta, diventando la porta d’accesso meridionale per le merci in arrivo
dal Far East e dirette nell’Europa centrale, che oggi invece passano esclusivamente
per gli scali del Nord Europa. Ne è convinto il presidente dell’Autorità di
Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini, intervenuto
al convegno: «Oggi la rotta principale passa dal Nord Europa. È possibile
riuscire a modificarla? Secondo me lo è, ma solo a determinate condizioni. Il
nostro porto deve essere in grado di operare sulle portacontainer di ultima
generazione da oltre 20.000 Teus e il sistema ferroviario deve poter far
viaggiare treni lunghi 750 metri». «Genova è il centro dell’Europa - ha detto
il sindaco Marco Bucci - pensate di venire dall’Asia via mare attraverso Suez,
dov’è il centro dell’Europa? Il cancello d’ingresso è Genova. Se saremo in
grado di costruire un sistema di infrastrutture a mare e a monte per gestire
traffici e scambi, ecco che siamo competitivi non solo per la Liguria e il Nord
Italia o la Svizzera, ma per tutta l’Europa».
SALERNO (RINA):
«OPPORTUNITA’ IRRINUNCIABILE»
«La Belt&Road initiative
– ha spiegato Ugo Salerno, amministratore delegato del Rina – rappresenta
un’opportunità irrinunciabile per il nostro paese e per Genova e porta con sé
una forte spinta per la ripresa economica. Genova può dare molto come punto di
snodo tra il Mediterraneo e l’Europa centrale, non solo per la posizione geografica
favorevole, ma anche per l’impegno già in atto nel costruire nuove
infrastrutture strategiche e implementare tecnologie che rafforzino e
accrescano il traffico del porto più attrezzato d’Italia. Gli imprenditori
italiani devono essere protagonisti di questa iniziativa che rappresenterà il
più grande progetto infrastrutturale globale della storia moderna».
«L’Italia è uno dei partner
commerciali più importanti della Cina all’interno dell’Unione Europea e le
esportazioni verso il paese sono cresciute l’anno scorso del 25%. A fronte di
questo impulso che la Cina vuole dare alle relazioni economiche euroasiatiche,
un ruolo importante può esistere sia per i porti adriatici sia per quelli del
Tirreno settentrionale. Il porto di Genova in particolare è sbocco di una delle
aree più industrializzate d’Europa ed è già punto di partenza privilegiato per
le esportazioni da questa area, ma può costituire anche punto preferenziale
d’arrivo delle merci che vengono dall’Oriente per il centro Europa» ha
commentato l’avvocato Marco Marazzi, presidente di Easternational.
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