martedì 21 novembre 2017

SUL REFERENDUM PROPOSTO : UN INTERVENTO LOCALE

Ferriera Servola 

PROPOSTA REFERENDUM

L'ipotesi di svolgere un referendum sulla Ferriera assume notevole valore in un momento caratterizzato dall'impasse in cui sono giunti i rapporti tra le Istituzioni, la Proprietà, i Comitati di varia natura che si occupano dell'inquinamento originato dall'area a caldo, nel trovare una strada percorribile per la sua chiusura visto il permanere di posizioni diametralmente opposte.  

Lo schema che si ripropone pure in questo contesto locale salute versus posti di lavoro, se poteva essere ancora attuale alcuni mesi fa, oggi, a fronte di nuove dinamiche del mercato del lavoro che si prospettano a Trieste, grazie alla nuova gestione del Porto e alla promulgazione del Regolamento di attuazione del Punto Franco, risulta superabile in quanto esistono manifestazioni d'interesse da parte di vari operatori per nuovi investimenti industriali che dovrebbero consentire l'assorbimento della manodopera disponibile se non addirittura il suo incremento. 


Il livello del dibattito sul futuro della Ferriera rimane prigioniero di contrapposizioni in cui le parti hanno paura sia
di assumersi le responsabilità di decisioni importanti che dalla mancanza di visione sui possibili utilizzi alternativi di quell'area. Il referendum consentirebbe un pronunciamento da parte della popolazione facendo emergere quanto questo problema è sentito, il dato di affluenza lo dimostrerebbe, e se è circoscrivibile ai soli abitanti delle aree adiacenti allo stabilimento industriale o da tutta la città; inoltre darebbe più forza alle Istituzioni, che ne hanno competenza, per condurre con più determinazione la  trattativa con la proprietà su obiettivi concreti e temporalmente definiti.

Il problema quindi della sua promulgazione è tutto politico in quanto implica che vi siano dei partiti che portino avanti la proposta per la consultazione referendaria e allo stesso tempo capaci di elaborare con le categorie economiche, sindacali, le rappresentanze dei portatori d'interesse, un progetto di conversione dell'area su produzioni sostenibili ambientalmente , che contestualmente, in caso di pronunciamento favorevole alla chiusura dell'area a caldo, consenta il reimpiego dei lavoratori oggi occupati in quel ciclo produttivo. 

Tale lavoro implica l'apertura di un dibattito alla luce del sole non solo sul futuro dell'area e quindi delle implicazioni con tutto il territorio, ma pure il rilancio di una fase di democrazia diretta assegnando alla popolazione il diritto di pronunciarsi in forma palese sul problema. Un rilancio a tutto campo della Politica intesa non in funzione dei partiti  ma della Polis, che stante la condizione favorevole del momento, dovrebbe consentire di predisporre un percorso di futuro per la città e i suoi abitanti con particolare attenzione al richiamo di nuovi nuclei familiari e di giovani per ribaltare il trend demografico negativo attuale.

L'iniziativa referendaria significherebbe pure la verifica delle istanze dei comitati aprendo così una fase nuova nel rapporto tra centro e periferia, da intendersi oggi tra Consiglio Comunale e Circoscrizioni rionali, organismi di mera rappresentanza consultiva, senza alcun potere per incidere su quelle che sono le scelte operate dal Comune. 

Esperimento che, in un momento storico in cui si tende ad eliminare Enti di primo grado accentrando il potere verticalmente e potenziando quelli non elettivi di secondo grado, potrebbe rappresentare la possibilità di rafforzare le rappresentanze decentrate.

IL PRECEDENTE

Un ultima considerazione per ricordare che esiste un precedente nel territorio provinciale in merito al pronunciamento tramite referendum su un tema a forte impatto ambientale, quello organizzato dal Comune di Muggia negli anni 80 sull'insediamento di una centrale a carbone in Valle delle Noghere.


L'Amministrazione d'allora, pur consapevole che il procedimento non trovava fondamento nella legislazione vigente e che l'esito non vincolava il Comune, ritenne comunque opportuno sondare la volontà dei cittadini, previa opportuna campagna informativa, visto l'impatto ambientale  dell'impianto e le conseguenze che la sua realizzazione avrebbe comportato, sottraendo preziosi terreni ad insediamenti industriali. L'esito del pronunciamento evidenziò la contrarietà della maggioranza della popolazione all'impianto e ciò conferì più forza all'Amministrazione per  opporsi in tutte le sedi istituzionali alla sua realizzazione.


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