lunedì 3 luglio 2017

VENTI DI TEMPESTA SU LUKA KOPER

 VENTI  DI  TEMPESTA SU LUKA KOPER

Parlare di convergenze parallele sarebbe esagerato ed improprio, ma è un fatto che nelle ultime settimane ogniqualvolta per il Porto di Trieste venivano compiute azioni positive (da ultimo la firma del decreto sui punti franchi), anche il vicino porto di Capodistria è stato interessato, direttamente o indirettamente, da alcuni fatti, che però potrebbero avere effetti tutt’altro che positivi.

Il giorno in cui il ministro Delrio era a Trieste per la firma dell’accordo sui punti franchi, a Lubiana il comitato promotore del referendum abrogativo della legge sul raddoppio della ferrovia Capodistria – Divača depositava ben 48.000 firme (il numero minimo previsto per legge è di 40.000) di cittadine e cittadini che – lo ribadiamo – non sono contrari al raddoppio in sé, bensì contrari all’opzione scelta dal governo sloveno e poi tradotta in provvedimento legislativo ratificato anche dal Parlamento con procedure d’urgenza. Il referendum quindi si farà ed allo stato attuale è difficile ipotizzare quali saranno le sue conseguenze.

       Sabato scorso, 1° luglio, ricorreva l’anniversario dello sciopero/blocco spontaneo a Luka Koper che aveva provocato blocchi di convogli ferroviari e di autotreni in attesa di entrare al porto e portato all’estremo il conflitto fino ad allora latente tra Governo e vertici di Luka Koper. Il giorno prima, venerdì 30 giugno, ha avuto luogo l’assemblea degli azionisti di Luka Koper, alla quale è successo un fatto inaspettato. Lo SDH (Slovenski Državni Holding – Holding Statale Slovena n.d.r.), che agisce per conto del Governo, ha sostituito 4/5 del Collegio dei revisori e non ha accordato il discarico all’attuale consiglio di amministrazione di Luka Koper diretto da Dragomir Matić.




       La sostituzione di ben 4 dei cinque attuali revisori dei conti, che finora avevano operato in piena sintonia con i vertici del porto, prelude probabilmente ad un’imminente sostituzione del cda. Infatti, il consiglio di amministrazione di Luka Koper non solo non ha ottenuto il discarico per l’attività svolta, benché abbia operato con indicatori ulteriormente in crescita rispetto al 2015 ed abbia anche superato gli obiettivi fissati ad inizio anno. 

La presidente dell’SDH, Lidia Glavina, ha dichiarato all’assemblea degli azionisti che le ispezioni dello SDH hanno riscontrato numerose irregolarità ed infrazioni della legislazione vigente in materia di servizi e lavoro portuale. Dichiarazione che ha fatto infuriare il presidente Dragomir Matić, cha ha definito a sua volta vergognoso l’approccio dello SDH, rincarando ulteriormente la dose, quando ha rilasciato le prime dichiarazioni post assemblea ai media: “Non ci è stata data alcuna risposta concreta. Dopo un’assemblea che si è protratta per più di due ore i rappresentanti dello SDH non hanno ritenuto di far riferimento ad alcuno degli argomenti portati da noi agli azionisti e si sono limitati a leggere il comunicato preconfezionato, scritto da chissà chi e chissà quando. Questa è la palese dimostrazione di quanto sia caduto in basso il nostro paese nel settore dell’amministrazione delle imprese pubbliche.”


Dragomir Matić non intende comunque dimettersi e rilancia: “I criteri in base ai quali si misurano le amministrazioni sono i risultati dell’impresa. Mentre tutti dovrebbero porsi delle domande sul tipo di approccio avuto. La verità in Slovenia non è mai stata messa tanto a dura prova prima di oggi. Sembra che le bugie in questi ultimi tre anni siano il principale valore” , Ha chiosato Matić  molto deluso, anche perché nel corso dell’assemblea aveva spiegato minuziosamente a tutti gli azionisti, che il numero complessivo di addetti impiegati al porto tramite l’IPS (Izvajalci Pristaniških Storitev/Fornitori di Servizi Portuali) é soggetto a forti variazioni a seconda delle esigenze di lavoro e varia, a seconda del numero di navi presenti in porto, da un minimo di 250 ad un massimo di 920 operatori. Complessivamente sono ben 1237 i lavoratori in possesso di autorizzazioni di accesso al porto, poiché bisogna tener conto anche dei congedi, delle assenze per malattia , ecc. Se questi lavoratori fossero direttamente assunti da Luka Koper il costo del lavoro aumenterebbe di 23 milioni di euro, inoltre bisognerebbe acquistare anche tutte le apparecchiature e la  meccanizzazione necessaria, che attualmente viene fornita dall’IPS. Matić ha dimostrato che nella gestione del lavoro non vi è stata alcuna irregolarità, anzi: “Da luglio dell’anno scorso abbiamo avuto almeno 30 ispezioni e ci è stata contestata un’unica ammenda di 30 euro per un timbro poco visibile.”

Si respira aria di resa dei conti e l’SDH, braccio armato del governo. Il fatto che il collegio dei revisori sia stato di fatto completamente sostituito te mesi prima della naturale scadenza del mandato, e che lo SDH abbia lasciato intendere che intende sostituire anche l’attuale cda, ha causato malumore anche tra molti dei piccoli azionisti, specialmente quando Lidia Glavina ha fatto riferimento su uno studio commissionato, ma che finora nessuno ha avuto modo di vedere, dal quale emergerebbe che Luka Koper praticherebbe tariffe e prezzi molto più bassi degli altri porti dell’Alto Adriatico (Trieste e Fiume). Matić si è limitato a dichiarare “faccio questo mestiere da più di trent’anni e vorrei proprio sapere in quali settori Rijeka e Trieste praticano prezzi più alti rispetto a noi”.

       Tutto lascia intendere che il conflitto tra Governo, SDH e Luka Koper si trasferirà anche in sede giudiziaria. Kristjan Verbič, rappresentante dell’associazione dei piccoli azionisti ha già preannunciato un ricorso avverso la nomina di tre dei quattro nuovi revisori per conflitto di interesse.




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