VENTI DI TEMPESTA SU LUKA KOPER
Parlare
di convergenze parallele sarebbe esagerato ed improprio, ma è un fatto che
nelle ultime settimane ogniqualvolta per il Porto di Trieste venivano compiute
azioni positive (da ultimo la firma del decreto sui punti franchi), anche il
vicino porto di Capodistria è stato interessato, direttamente o indirettamente,
da alcuni fatti, che però potrebbero avere effetti tutt’altro che positivi.
Il giorno in cui
il ministro Delrio era a Trieste per la firma dell’accordo sui punti franchi, a
Lubiana il comitato promotore del referendum abrogativo della legge sul
raddoppio della ferrovia Capodistria – Divača depositava ben 48.000 firme (il
numero minimo previsto per legge è di 40.000) di cittadine e cittadini che – lo
ribadiamo – non sono contrari al raddoppio in sé, bensì contrari all’opzione
scelta dal governo sloveno e poi tradotta in provvedimento legislativo
ratificato anche dal Parlamento con procedure d’urgenza. Il referendum quindi
si farà ed allo stato attuale è difficile ipotizzare quali saranno le sue
conseguenze.
Sabato scorso, 1° luglio, ricorreva
l’anniversario dello sciopero/blocco spontaneo a Luka Koper che aveva provocato
blocchi di convogli ferroviari e di autotreni in attesa di entrare al porto e
portato all’estremo il conflitto fino ad allora latente tra Governo e vertici
di Luka Koper. Il giorno prima, venerdì 30 giugno, ha avuto luogo l’assemblea
degli azionisti di Luka Koper, alla quale è successo un fatto inaspettato. Lo
SDH (Slovenski Državni Holding – Holding Statale Slovena n.d.r.), che agisce
per conto del Governo, ha sostituito 4/5 del Collegio dei revisori e non ha
accordato il discarico all’attuale consiglio di amministrazione di Luka Koper
diretto da Dragomir Matić.
La sostituzione di ben 4 dei cinque
attuali revisori dei conti, che finora avevano operato in piena sintonia con i
vertici del porto, prelude probabilmente ad un’imminente sostituzione del cda.
Infatti, il consiglio di amministrazione di Luka Koper non solo non ha ottenuto
il discarico per l’attività svolta, benché abbia operato con indicatori
ulteriormente in crescita rispetto al 2015 ed abbia anche superato gli
obiettivi fissati ad inizio anno.
La presidente dell’SDH, Lidia Glavina, ha
dichiarato all’assemblea degli azionisti che le ispezioni dello SDH hanno
riscontrato numerose irregolarità ed infrazioni della legislazione vigente in
materia di servizi e lavoro portuale. Dichiarazione che ha fatto infuriare il
presidente Dragomir Matić, cha ha definito a sua volta vergognoso l’approccio
dello SDH, rincarando ulteriormente la dose, quando ha rilasciato le prime
dichiarazioni post assemblea ai media: “Non ci è stata data alcuna risposta
concreta. Dopo un’assemblea che si è protratta per più di due ore i
rappresentanti dello SDH non hanno ritenuto di far riferimento ad alcuno degli
argomenti portati da noi agli azionisti e si sono limitati a leggere il
comunicato preconfezionato, scritto da chissà chi e chissà quando. Questa è la
palese dimostrazione di quanto sia caduto in basso il nostro paese nel settore
dell’amministrazione delle imprese pubbliche.”
Dragomir Matić non intende comunque
dimettersi e rilancia: “I criteri in base ai quali si misurano le
amministrazioni sono i risultati dell’impresa. Mentre tutti dovrebbero porsi
delle domande sul tipo di approccio avuto. La verità in Slovenia non è mai
stata messa tanto a dura prova prima di oggi. Sembra che le bugie in questi
ultimi tre anni siano il principale valore” , Ha chiosato Matić molto deluso, anche perché nel corso
dell’assemblea aveva spiegato minuziosamente a tutti gli azionisti, che il
numero complessivo di addetti impiegati al porto tramite l’IPS (Izvajalci
Pristaniških Storitev/Fornitori di Servizi Portuali) é soggetto a forti
variazioni a seconda delle esigenze di lavoro e varia, a seconda del numero di
navi presenti in porto, da un minimo di 250 ad un massimo di 920 operatori.
Complessivamente sono ben 1237 i lavoratori in possesso di autorizzazioni di
accesso al porto, poiché bisogna tener conto anche dei congedi, delle assenze
per malattia , ecc. Se questi lavoratori fossero direttamente assunti da Luka
Koper il costo del lavoro aumenterebbe di 23 milioni di euro, inoltre
bisognerebbe acquistare anche tutte le apparecchiature e la meccanizzazione necessaria, che attualmente
viene fornita dall’IPS. Matić ha dimostrato che nella gestione del lavoro non
vi è stata alcuna irregolarità, anzi: “Da luglio dell’anno scorso abbiamo avuto
almeno 30 ispezioni e ci è stata contestata un’unica ammenda di 30 euro per un
timbro poco visibile.”
Si respira aria
di resa dei conti e l’SDH, braccio armato del governo. Il fatto che il collegio
dei revisori sia stato di fatto completamente sostituito te mesi prima della
naturale scadenza del mandato, e che lo SDH abbia lasciato intendere che
intende sostituire anche l’attuale cda, ha causato malumore anche tra molti dei
piccoli azionisti, specialmente quando Lidia Glavina ha fatto riferimento su
uno studio commissionato, ma che finora nessuno ha avuto modo di vedere, dal
quale emergerebbe che Luka Koper praticherebbe tariffe e prezzi molto più bassi
degli altri porti dell’Alto Adriatico (Trieste e Fiume). Matić si è limitato a
dichiarare “faccio questo mestiere da più di trent’anni e vorrei proprio sapere
in quali settori Rijeka e Trieste praticano prezzi più alti rispetto a noi”.
Tutto lascia intendere che il conflitto
tra Governo, SDH e Luka Koper si trasferirà anche in sede giudiziaria. Kristjan
Verbič, rappresentante dell’associazione dei piccoli azionisti ha già
preannunciato un ricorso avverso la nomina di tre dei quattro nuovi revisori
per conflitto di interesse.
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