IL METODO DI FAQTRIESTE
PER LA VERA STORIA DELLA FIRMA
Il nostro metodo prevede di raccogliere e confrontare le diverse versioni senza dilungarci troppo nelle citazioni ma cercando di capire dove la ricostruzione dei fatti diventa fantasia. Per far questo ringraziamo assieme e più di altri TELE4 che con i suoi servizi televisivi riesce a fare degli efficaci riassunti ( magari di parte ma efficaci ) e che permette di condividerli su YOUTUBE.
Oggi assieme al video di TELE4 vi proponiamo la ricostruzione del precedente sindaco Cosolini nella sua newsletter :
Care e cari,
riporto anche qui una
posizione che ho pubblicato ieri su Facebook: non lo faccio per soddisfazioni o
rivendicazioni personali, ma soprattutto perché la storia vera della svolta nel
rapporto fra Trieste e il suo Porto serve soprattutto per il futuro.
È stato un cambiamento
vero, voluto da una squadra di centrosinistra, che corrispondeva e corrisponde
ad un progetto di futuro per la nostra città, che abbiamo costruito e che
vogliamo portare avanti, anche se non guidiamo più il Comune.
Vogliamo che questo
progetto di futuro sia irreversibile e per questo sono importanti i prossimi
passi. Infatti Roberto Dipiazza è abile e attento - oltre che fortunato viste
le eredità che ha ricevuto - e sta allineato (non solo nelle foto) in un
contesto in cui la guida del porto può contare su Del Rio e Serracchiani.
Purtroppo però, se ringrazia così evidentemente e senza ragione Marina Monassi,
vuol dire che se fra un anno il contesto fosse diverso non farebbe fatica a
riallinearsi all'idea di porto che qui andava di moda fino a pochi anni fa. La
strada di D'Agostino e Sommariva sarebbe molto in salita, e ancor di più lo
sarebbe quella per costruire il futuro di Trieste.
La sfida è aperta e noi,
superando i momenti difficili, la dobbiamo vincere.
Riporto qui il contenuto
già pubblicato su Facebook:
Ogni bella vicenda, e
quella del Porto di Trieste lo è progressivamente diventata, produce dei
cantastorie (o sono contastorie?).
Vediamo allora di dire le
cose come sono: il cambiamento decisivo, e tutto poi gira a dovere, avviene con
la scelta dei vertici, prima Zeno D'Agostino e poi Mario Sommariva. Questo
determina la svolta dopo un lungo immobilismo, insieme ad un lavoro di squadra
di Regione e Comune in quel periodo che trova poi attento Graziano Del Rio.
Zeno D'Agostino diventa
commissario del Porto un poco meno di due anni e mezzo fa, non quattro e magari
neanche uno, come sarebbe pronto un giorno in qualche video a
"ricordare" l'attuale sindaco.
Lo incontro la prima volta
a Monaco infatti nel luglio del 2014, mi fa una grande impressione, ricevo
ottime referenze a partire da Sergio Bologna, che gli operatori ben conoscono,
e in autunno decido, insieme a Nerio Nesladek sindaco di Muggia, di proporlo
nelle famose terne. È il periodo in cui, per intenderci, qualcuno proponeva di
affidarci a pagamento ai cosiddetti cacciatori di teste per trovare il
Presidente e invece la casa delle categorie, la CCIAA, proponeva ipotesi
all'insegna dell'assoluta continuità con la "brillante" gestione
uscente.
Propongo Zeno anche a
Serracchiani, ne è convinta e iniziamo il lavoro, faticoso perché non mancavano
resistenze, per farlo nominare. Con l'esito che si è visto. Ci sarebbero altri
particolari curiosi che la dicono lunga su certi ambienti cittadini e che
riguardano le candidature a segretario ma anche qui per fortuna, e per
caparbietà, arriva Sommariva.
È da qui che parte una
battaglia forte e credibile per il decreto attuativo dell'organizzazione
amministrativa del punto franco, grazie anche al fatto che questo obiettivo
entra a far parte di una strategia complessiva: valorizzare tutti i fattori di
competitività del Porto (ferrovia in primis), snellire una pesante burocrazia,
spostare il punto franco da zone che oggettivamente non sono più porto per
diverse ragioni ad altre che ne possono rappresentare la prospettiva, e ciò
anche a seguito della sdemanializzazione di Porto Vecchio portata a buon fine
anche con l'impegno nel passaggio decisivo di Francesco Russo, proporre il
porto sul piano internazionale e convincere il Governo della sua importanza
unica.
E sarò sincero: qui mi
convinco fino in fondo dell'importanza di questa battaglia, sul decreto per i
punti franchi, perché un manager vero la inquadra in una strategia di sviluppo:
prima va detto che ad impugnarne la bandiera ad esempio in Consiglio Comunale
erano stati i consiglieri 5 Stelle Stefano Patuanelli e Paolo Menis, un pò
perché ci credevano, e va a loro merito, un pò perché strizzavano l'occhio al
fiorire in quel periodo di un forte movimento indipendentista.
Del Rio viene
progressivamente convinto (ricordate l'incontro con 300 presenti al Magazzino
26 nell'aprile 2016 dove Serracchiani, Zeno ed io illustriamo i perché del
ruolo e delle prospettive di vero hub portuale internazionale del sistema paese
rappresentato da Trieste?) e quindi si attiva alla riforma e poi allo sbocco di
questi giorni.
E allora, a proposito di
contastorie, sentir ringraziare da Dipiazza la Lista per Trieste e Marina
Monassi fa, a seconda dell'umore, sganasciare dal ridere o incazzare. Il
decreto andava fatto dal 1994 e Forza Italia ha governato circa 10 anni da
quella data ad oggi con esponenti triestini in Parlamento e al Governo, mentre
tra l'altro Monassi era ai vertici del Porto; quanto a lei ne ha fatto oggetto
di un paio di convegni/passerelle ma tutto è finito là, e sulla sua gestione
complessiva del Porto, che oggi Dipiazza ricorda con nostalgia, è meglio che
stendiamo un velo pietoso.
Ricordiamo che se non
difendiamo il futuro che abbiamo aperto qualcuno potrebbe farci ritornare il
passato.
Roberto Cosolini
DREK !!!
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