lunedì 3 luglio 2017

LA VERA STORIA DEL DECRETO ATTUATIVO ? PRIME VERSIONI

Ci siamo posti l'obbiettivo, facendo le giuste domande, di ricostruire la vera storia della firma del Decreto Attuativo in questi giorni mentre stiamo aspettando la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale per leggere la versione integrale. 

IL METODO DI FAQTRIESTE

PER LA VERA STORIA DELLA FIRMA

Il nostro metodo prevede di raccogliere e confrontare le diverse versioni senza dilungarci troppo nelle citazioni ma cercando di capire dove la ricostruzione dei fatti diventa fantasia. Per far questo ringraziamo assieme e più di altri TELE4 che con i suoi servizi televisivi riesce a fare degli efficaci riassunti ( magari di parte ma efficaci ) e che permette di condividerli su YOUTUBE. 




Oggi assieme al video di TELE4 vi proponiamo la ricostruzione del precedente sindaco Cosolini nella sua newsletter :

Care e cari,

riporto anche qui una posizione che ho pubblicato ieri su Facebook: non lo faccio per soddisfazioni o rivendicazioni personali, ma soprattutto perché la storia vera della svolta nel rapporto fra Trieste e il suo Porto serve soprattutto per il futuro.



È stato un cambiamento vero, voluto da una squadra di centrosinistra, che corrispondeva e corrisponde ad un progetto di futuro per la nostra città, che abbiamo costruito e che vogliamo portare avanti, anche se non guidiamo più il Comune.

Vogliamo che questo progetto di futuro sia irreversibile e per questo sono importanti i prossimi passi. Infatti Roberto Dipiazza è abile e attento - oltre che fortunato viste le eredità che ha ricevuto - e sta allineato (non solo nelle foto) in un contesto in cui la guida del porto può contare su Del Rio e Serracchiani. Purtroppo però, se ringrazia così evidentemente e senza ragione Marina Monassi, vuol dire che se fra un anno il contesto fosse diverso non farebbe fatica a riallinearsi all'idea di porto che qui andava di moda fino a pochi anni fa. La strada di D'Agostino e Sommariva sarebbe molto in salita, e ancor di più lo sarebbe quella per costruire il futuro di Trieste.
La sfida è aperta e noi, superando i momenti difficili, la dobbiamo vincere.

Riporto qui il contenuto già pubblicato su Facebook:
Ogni bella vicenda, e quella del Porto di Trieste lo è progressivamente diventata, produce dei cantastorie (o sono contastorie?).

Vediamo allora di dire le cose come sono: il cambiamento decisivo, e tutto poi gira a dovere, avviene con la scelta dei vertici, prima Zeno D'Agostino e poi Mario Sommariva. Questo determina la svolta dopo un lungo immobilismo, insieme ad un lavoro di squadra di Regione e Comune in quel periodo che trova poi attento Graziano Del Rio.

Zeno D'Agostino diventa commissario del Porto un poco meno di due anni e mezzo fa, non quattro e magari neanche uno, come sarebbe pronto un giorno in qualche video a "ricordare" l'attuale sindaco.
Lo incontro la prima volta a Monaco infatti nel luglio del 2014, mi fa una grande impressione, ricevo ottime referenze a partire da Sergio Bologna, che gli operatori ben conoscono, e in autunno decido, insieme a Nerio Nesladek sindaco di Muggia, di proporlo nelle famose terne. È il periodo in cui, per intenderci, qualcuno proponeva di affidarci a pagamento ai cosiddetti cacciatori di teste per trovare il Presidente e invece la casa delle categorie, la CCIAA, proponeva ipotesi all'insegna dell'assoluta continuità con la "brillante" gestione uscente.
Propongo Zeno anche a Serracchiani, ne è convinta e iniziamo il lavoro, faticoso perché non mancavano resistenze, per farlo nominare. Con l'esito che si è visto. Ci sarebbero altri particolari curiosi che la dicono lunga su certi ambienti cittadini e che riguardano le candidature a segretario ma anche qui per fortuna, e per caparbietà, arriva Sommariva.

È da qui che parte una battaglia forte e credibile per il decreto attuativo dell'organizzazione amministrativa del punto franco, grazie anche al fatto che questo obiettivo entra a far parte di una strategia complessiva: valorizzare tutti i fattori di competitività del Porto (ferrovia in primis), snellire una pesante burocrazia, spostare il punto franco da zone che oggettivamente non sono più porto per diverse ragioni ad altre che ne possono rappresentare la prospettiva, e ciò anche a seguito della sdemanializzazione di Porto Vecchio portata a buon fine anche con l'impegno nel passaggio decisivo di Francesco Russo, proporre il porto sul piano internazionale e convincere il Governo della sua importanza unica.

E sarò sincero: qui mi convinco fino in fondo dell'importanza di questa battaglia, sul decreto per i punti franchi, perché un manager vero la inquadra in una strategia di sviluppo: prima va detto che ad impugnarne la bandiera ad esempio in Consiglio Comunale erano stati i consiglieri 5 Stelle Stefano Patuanelli e Paolo Menis, un pò perché ci credevano, e va a loro merito, un pò perché strizzavano l'occhio al fiorire in quel periodo di un forte movimento indipendentista.

Del Rio viene progressivamente convinto (ricordate l'incontro con 300 presenti al Magazzino 26 nell'aprile 2016 dove Serracchiani, Zeno ed io illustriamo i perché del ruolo e delle prospettive di vero hub portuale internazionale del sistema paese rappresentato da Trieste?) e quindi si attiva alla riforma e poi allo sbocco di questi giorni.

E allora, a proposito di contastorie, sentir ringraziare da Dipiazza la Lista per Trieste e Marina Monassi fa, a seconda dell'umore, sganasciare dal ridere o incazzare. Il decreto andava fatto dal 1994 e Forza Italia ha governato circa 10 anni da quella data ad oggi con esponenti triestini in Parlamento e al Governo, mentre tra l'altro Monassi era ai vertici del Porto; quanto a lei ne ha fatto oggetto di un paio di convegni/passerelle ma tutto è finito là, e sulla sua gestione complessiva del Porto, che oggi Dipiazza ricorda con nostalgia, è meglio che stendiamo un velo pietoso.
Ricordiamo che se non difendiamo il futuro che abbiamo aperto qualcuno potrebbe farci ritornare il passato.



Roberto Cosolini




1 commento: