Siluri e controsiluri
Corsini – Nogarin
6 maggio 2017
LIVORNO – Sulla La Nazione è
apparsa una significativa intervista del nostro direttore al sindaco sul porto.
La riportiamo, perchè Corsini ha comunicato il “niet” ufficiale a Nogarin per
il comitato di gestione (mentre a Genova, Trieste e Civitavecchia i sindaci
sono stati accettati). Previsto il ricorso al Tar con interrogazioni
parlamentari dei 5 Stelle. Ricorsi rimasti in stand-by dopo l’incontro di
giovedi in municipio tra Corsini e Nogarin. “Set” interlocutorio, a quanto
pare. E intanto il comitato può attendere…
Signor sindaco Nogarin,
sembra che lei abbia “inchiodato” la costituzione del comitato di gestione
dell’Autorità portuale di sistema proponendosi nel comitato stesso. Sono ormai
settimane che l’operazione si è bloccata.
“Intanto un chiarimento: non
mi sono proposto ma sono stato designato dalla giunta comunale, come vuole la
riforma portuale. Dove non c’è scritto da alcuna parte che a rappresentare il
sindaco della città non possa essere il sindaco stesso se ha le necessarie
competenze e qualificazioni sul piano della portualità e della logistica. Io
non ho “inchiodato” niente. Se si fosse valutato che non ho le competenze, mi
sarebbe stato comunicato e si sarebbe andati avanti. Se tutto è bloccato è
perché, con i precedenti anche in altri porti,non si è capaci di superare
l’imbarazzo politico che ne è nato”.
Lei parla di precedenti e si
riferisce al sindaco di Genova Doria e al sindaco di Trieste Dipiazza, entrambi
designati dai loro Comuni…
“Ma non solo: mi riferisco
anche e specialmente alla designazione della Regione Friuli del proprio
presidente Debora Serracchiani. Il che ha messo ovviamente il Pd in una
situazione di imbarazzo per me davvero divertente. Voglio vedere come ne
usciranno: certo, non dando la responsabilità dell’impasse a me. L’unica
decisione è stata di non decidere: anche il sindaco di Piombino è stato
bloccato e la Regione s’è tenuta il proprio designato in un cassetto, quando
sarebbe stato invece necessario far presto”.
Però il suo esempio ha
spinto altri sindaci 5 Stelle a fare lo stesso: a Civitavecchia il sindaco
Antonio Cozzolino è stato subito designato, e anche lì il comitato di gestione
s’è bloccato”.
“Il vero problema non è la
designazione dei sindaci. E’ che la riforma portuale italiana taglia fuori le
comunità urbane dai loro porti, andando in senso diametralmente opposto di
quanto è stato fatto in quasi tutte le nazioni europee, dove le città sono
parte integrata dei porti e della loro gestione. La mia opinione – suffragata
anche dagli studi europei – è che la riforma portuale italiana ha mancato
l’occasione di saldare città e porti, facendone una comunità coesa, nella quale
si lavora insieme per ottenere il miglior risultato, in difesa del lavoro, dei
lavoratori e degli investimenti pubblici e privati”.
Lei però si è messo in rotta
di collisione anche sul grande progetto della Piattaforma Europa, sostenendo
che è “uno spot elettorale” del governatore Rossi…
“L’ho detto e lo confermo.
Durante la campagna per le regionali, Rossi s’è fatto vanto di finanziamenti
solo promessi, andando poi a disquisire anche di fondali, con argomentazioni
semplicistiche su un tema tanto complesso”.
Però la Regione ha chiesto
modifiche al bando fatto dall’Autorità portuale.
“Ben poca cosa, a fronte di
un bando nato da una relazione della consulente Ocean Shipping che ho definito
– e torno a definire – vergognosa, duecento pagine di niente costate 1000 euro
a pagina. Io mi sono letto tutte le 200 pagine, cosa che dubito altri abbiano
fatto: e ho capito perchè la gara è stata rinviata più volte e anche oggi si
parla di rinviarla ancora. La vera sfida per la Piattaforma Europa, che è
necessaria per Livorno, è far si che si inquadri in un progetto di logistica
integrata, nel quale anche la città ha la sua parte, che tenga conto delle
trasformazioni dello shipping, la crescita delle navi ma anche i collegamenti
via terra. La parcellizzazione delle banchine, con rese (comprese le Paceco
della Darsena Toscana) sotto la media europea non hanno più senso. Ma per
raggiungere i risultati validi bisogna lavorare tutti insieme”.
«L’Autorità portuale - scrive - ha giustificato il proprio rifiuto sottolineando di voler salvaguardare l’impronta tecnica e non politica di questo nuovo organismo, ma c’è una doppia contraddizione. La prima è che la mia nomina è appunto tecnica, validata dalla giunta comunale solo dopo un attento esame del mio curriculum. La seconda contraddizione è ancora più marcata: prima di me si sono autonominati alla stessa carica nel Comitato di gestione delle rispettive Authority sia il sindaco di Genova Marco Doria che la presidente della Regione Friuli Venezia-Giulia, Deborah Serracchiani.
Il politico pentastellato ha
quindi affidato la sua sdegnata reazione ad un post, pubblicato sul proprio
profilo Facebook e intitolato “la legge non è uguale per tutti”, in cui
fornisce la sua interpretazione degli eventi in chiave del tutto politica.
Secondo il primo cittadino di Livorno, infatti, la sua candidatura è stata
respinta solo perché espressione del Movimento 5 Stelle, mentre i casi di
Genova, dove il Sindaco Marco Doria si è autonominato nel Comitato di Gestione,
e di Trieste, dove la Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora
Serracchiani ha fatto altrettanto, non avrebbero generato obiezioni poiché in
entrambi i casi si tratta di esponenti del PD.
…..
Un’interpretazione, quella
livornese, più restrittiva di quella che evidentemente è stata applicata a
Genova e Trieste: quale quella corretta?
Al momento è difficile
capirlo, ma un aiuto in questo senso potrebbe venire dallo stesso Nogarin. Il
Sindaco di Livorno ha infatti annunciato, nel medesimo post pubblicato sul noto
social network, che intende “combattere e impugnare la decisione nelle sedi
opportune”, ovvero al TAR. Toccherà quindi al Tribunale Amministrativo dare un’indicazione
nel merito della vicenda (sempre che prima non intervenga direttamente il MIT
con una propria interpretazione della legge): se sarà favorevole all’esponente
pentastellato potrebbe costituire un precedente in grado di influire anche
sulla composizione dei comitati di altri porti italiani, a partire proprio da
quelli di Genova e Trieste.
già l'appellativo "politico pentastellato" mi crea qualche problema ma poi il riferimento alla serracchiani e a di piazza mi sembra completamente sballato. rappresentano regione e comune punto doppio punto e punto e virgola come direbbe qualcuno. si informi soprattutto chi gestiva il porto negli anni passati
RispondiElimina