Non esiste ambito produttivo, di spesa e di investimenti. di servizi e welfare che possa dirsi indipendente e slegato dalla politica. La stessa impostazione che è stata data a questa riforma dalla squadra guidata dal ministro Delrio è tutta politica. Ma qui entriamo nella banalità di affermazioni per cui tutto nella vita delle persone è riconducibile alla politica. Quello che invece rappresenta un pericolo effettivo è che alcune scelte e provvedimenti si trovino bloccati o sospesi nell'applicazione per motivi non legati alla politica delle cose da fare ma per avvenimenti legati alle politiche dei partiti e ai loro interessi di parte.
LA FASE DUE DELLA RIFORMA DEI PORTI
che prevede almeno un provvedimento nazionale ed uniforme sul tema del lavoro portuale e una serie di decisioni sulle infrastrutture necessarie per aggiornare senza sprechi il sistema portuale ha bisogno di tempo.
Questo tempo può essere trovato se il Governo Gentiloni giunge alla scadenza prevista del 2018. Potrebbe mancare il tempo per realizzare questi passaggi se le elezioni si svolgessero in anticipo, ad esempio in ottobre 2017.
" Dopo anni abbiamo un ottimo ministro: Graziano
Delrio è fra i pochi ad avere avuto questa attenzione al settore - spiega Duci
- però oggi il sistema dipende troppo dalla sua presenza. Il timore è che la nuova "macchina" non sia ancora in grado di
andare avanti in modo autonomo.
Da una parte perché
non si è dispiegata del tutto la riforma e dall'altra perché le risorse date
all'unica direzione dei trasporti che si occupa del mare non sono adeguata alla
mole di lavoro.
Oggi sfrutta le dotazioni del gabinetto di Delrio, mentre
servono risorse dirette e stabili, che restino anche se cambia ministro". Ezio Duci
infatti il problema sarà la continuità. spero che la legislatura continui fino alla scadenza naturale. il problema sarà dopo, che la riforma, da compiere, sia legata a Delrio è evidente ma è anche l'unico ministro che sta rivoluzionando il settore ed è logico che sia delriodipendente
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