Assoporti: rifondazione verso la Ue
3 maggio 2017
Zeno d’Agostino
ROMA – Non ci ha messo molto, il neo-presidente di
Assoporti Zeno D’Agostino, a sottolineare che l’associazione delle Autorità di
sistema portuali deve cambiare profondamente. Quasi da riformare. E pur senza
tagliare il cordone ombelicale con la “vecchia” Assoporti, che era espressione
di 24 Autorità portuali, la “nuova” ha la necessità di ricrearsi un target, per
non essere di fatto cancellata dagli organismi governativi e ministeriali che
la Riforma Delrio ha ipotizzato.
La nuova linea, ha dichiarato recentemente D’Agostino,
deve partire da un nuovo statuto. Che sarà varato a giugno, con l’attribuzione
ai vicepresidenti di cariche operative molto concrete. C’è da ricostituire
quasi tutto. Con Palmiro Mariani che copre provvisoriamente il ruolo di
segretario generale – lasciato da Paolo Ferrandino che è migrato alla
segreteria generale di Ancona – occorre dare una copertura definitiva alla
carica. Anche i vice sono scaduti e vanno rimpiazzati.
A questo proposito c’è
chi ha colto nel messaggio di D’Agostino (“Vanno ricostruiti i rapporti
internazionali dell’associazione”) un apprezzamento e anche un invito a
Giuliano Gallanti, che di Espo – l’associazione dei porti europei – è stato
apprezzato presidente. Del resto, ha detto giustamente D’Agostino, “oggi i
tavoli che contano sono quelli delle associazioni dove si riesce a fare lobby a
livello europeo”. Molto chiaro.
Altro indirizzo chiaro della nuova Assoporti è
quello di formulare al governo una proposta concreta e articolata sul lavoro
portuale. “Insieme ai sindacati – ha specificato – ma con idee che tengano
conto del quadro internazionale”. Dalla prossima settimana si dovrebbe
cominciare a parlarne anche nel governo.
Auguri.
Antonio Fulvi
direttore de LA GAZZETTA MARITTIMA
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