Ebbene , il confronto c'è stato e all'incontro del Propeller Club venezia con argomento " Il ruolo degli agenti marittimi " erano presenti sia lex presidente Paolo Costa che l'attuale presidente Pino Musolino.
Carramba che sorpresa !
di seguito la cronaca dell'incontro pubblicata dal Gazzettino
di ieri 5 aprile :
Sulla necessità di guardare molto avanti per capire e
risolvere i problemi di oggi sono perfettamente d'accordo; sul come, invece, le
strade di Paolo Costa e Pino Musolino si separano.
Per la prima volta l'ex presidente dell'Autorità
portuale veneziana e il nuovo presidente dell'Autorità di Sistema
dell'Adriatico Settentrionale faccia a faccia in un'occasione tecnica: Paolo
Costa ha riproposto con forza il porto offshore («l'idea di innestare su una
accessibilità nautica d'altura più realtà portuali adriatiche»), Pino Musolino
ha ricordato che Venezia è un porto multi-merce e che i container sono più o
meno il 25% del totale dei traffici: «Anche se raddoppiassero, sarebbero
comunque la metà». E siccome il porto offshore è pensato per i container e per
le petroliere, è come chiedere che senso ha spendere 2 miliardi di euro per
un'opera che servirebbe solo un quarto dei traffici veneziani.
Musolino ha detto che sta collaborando assieme a Paolo
Costa per riunire in rete le università veneziane, l'Istituto di studi militari
marittimi e magari pure l'Accademia per fare formazione, creare delle figure
professionali indispensabili per le imprese che ruotano attorno al porto, e per
esportare all'estero questa economia immateriale, ma ricca.
Sono stati ospiti del Propeller Club, presieduto da
Massimo Bernardo, che ha organizzato a Mestre un incontro sul tema Port of
Venice - Agenti marittimi quale futuro?.
«Cos'è il raccomandatario marittimo se non il
depositario d'informazioni essenziali sul porto che mette a disposizione degli
armatori?» - ha chiesto Costa insistendo sull'idea che le giuste informazioni
sono quelle che fanno grande un'impresa. «Ci sono pochi scali in Italia così
importanti per il sistema Paese come Venezia, lo dicono la geografia e la
storia ma chi fa la programmazione della portualità italiana dovrebbe andare a
ripetizione di queste due materie».
E la conseguenza è che per il ministro dei Trasporti
l'unica emergenza è quella dei passeggeri, «colpa anche della comunità
veneziana, che si deve ritrovare attorno al suo porto e alla base economica che
rappresenta, altrimenti sarà destinata a subire il turismo».
Turismo che, pure per Pino Musolino, rischia di ridursi
alle mascherine e alla paccottiglia mentre «Venezia deve riappropriarsi dello
spirito di grandezza» che ha creato la città grazie a 1200 anni di storia
marinara, commerciale, e pure industriale grazie a Cini e a Volpi che nel 1917
hanno dato vita a una delle più grandi aree produttive e portuali d'Europa.
Finita la lezione storica, se si esclude l'offshore
anche il nuovo presidente vuole «creare il Porto del futuro che non si fa solo
con carico e scarico ma con logistica integrata e industria avanzata e pulita».
Da questo punto di vista gli Industriali veneziani devono fare la loro parte
«perché c'è stata miopia e scarso coraggio. E noi siamo impegnati a
facilitarli». Il futuro, d'accordo, è fondamentale ma prima di pensare al Piano
regolatore portuale bisogna uscire dalle emergenze: il Mose («che per fortuna
partirà nel 2022 lasciandoci ancora un po' di tempo»), con la conca di
navigazione da correggere, l'escavo dei canali industriali, le crociere, «anche
se qualcuno mi dovrà spiegare prima o poi cosa significa tecnicamente, scientificamente
e dal punto di vista nautico, il termine grandi navi».
«Sono il più giovane presidente di un porto in Italia e
di un home port in Europa» - aveva esordito il neo-presidente, sottolineando
che è un italiano di ritorno e che combatterà contro la parte profondamente
conservatrice dell'Italia e di Venezia.
Paolo Costa, poco prima, aveva ammesso la sua sconfitta
contro i protezionismi e i monopoli, anche delle intermediazioni. Magari il suo
successore, che intende «svolgere al meglio il mandato per i prossimi 4 anni e
gli altri 4», ci riuscirà.


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