4 febbraio 2017 - sabato mattina
ore 10.00
Sto andando a fare una
intervista all’avvocato Nicola Sponza, l’appuntamento è fissato nel suo studio
alle ore 10.00 .
Rispondo con un
ok americano solo per la forma breve. Un caffè e una brioche da Illy in via
delle Torri.
L’avvocato Querci presidente
della Associazione Porto Franco Internazionale di Trieste di cui segretario è
stato per anni Emanuele Lo Nigro decano degli spedizionieri triestini. Enzio
Volli, avvocato, uno dei maggiori esperti italiani di Diritto marittimo,
docente universitario, autore un centinaio di saggi e pubblicazioni,
recentemente scomparso. Maurizio Maresca, avvocato, che è stato Presidente
dell’Autorità Portuale di Trieste.


Le assemblee dei
portuali possono essere particolari ed animate ma non l’ho visto “timido”, mi
sembrava a suo agio. Anche in quella occasione è riuscito a tenere distinti il
ruolo di avvocato da quello di militante indipendentista, è stato candidato
sindaco alle ultime elezioni comunali per la lista Uniti per Trieste. La porta
è aperta: “ Buongiorno, ciao.”
FAQTRIESTE Le spiego lo scopo dell’intervista. Abbiamo pensato, dopo
l’incontro pubblico organizzato dal Limes Club lunedì scorso di sottolineare
tre cose : l’esistenza di uno spazio di dibattito e di interesse, una
indifferenza dei partiti tradizionali a voler capire, una difficoltà del
movimento indipendentista ora che alcune delle sue istanze vengono raccolte.
Cominciamo con lei, ma abbiamo in progetto di sentire anche altri esponenti
dell’arcipelago indipendentista triestino. Lei c’era ad ascoltare lunedì alla
Stazione Marittima ?

- FAQTRIESTE C’era stata una manifestazione all’ingresso del Porto
Vecchio, assolutamente pacifica, conosciuta come Ultimatum all’Italia.
- Il Prefetto o meglio
il Commissario di Governo, perché la denominazione corretta è la seconda, aveva
disposto la sospensione del Punto Franco per l’utilizzo della bretella
stradale, succedeva nel febbraio 2014.
- FAQTRIESTE Ricordiamo alcune date: in
settembre 2013 c’era stata la manifestazione con ottomila partecipanti del
movimento Trieste Libera, poi c’è stata questa manifestazione con denunce
davanti al Porto Vecchio ma poi in dicembre 2014 c’è stato il famoso
emendamento Russo sulla sdemanializzazione del Porto vecchio.
A mio parere dovrebbe applicarsi una procedura
particolare e molto più complessa per la sdemanializzazione. Purtroppo il
laconico testo dell’emendamento Russo ha fatto sì che tutta l’operazione sia
poggiata su una delibera del Consiglio comunale e su un protocollo d’intesa che
traccia una linea di divisione tra le aree che restano al Demanio e quelle che
passano oneri e onori al Comune di Trieste.
Mi sembra francamente alquanto
semplicistico per una procedura di sdemanializzazione di tale portata anche
lasciando perdere le motivazioni internazionali che dovrebbero dirci se le
autorità italiane hanno il diritto di fare qualcosa del genere. Forse le
autorità avrebbero dovuto in tutti questi anni perlomeno provvedere a redigere
i famosi decreti attuativi previsti per l’Allegato VIII.
FAQTRIESTE Chiara l’obiezione tecnica
ma vediamo di approfondire la parte politica della questione. Secondo Lei c’è
un nesso di causa effetto tra la manifestazione, che ha sorpreso un po’ tutti,
del settembre 2013 e poi l’emendamento Russo di un anno dopo ?
In effetti alla luce della suddetta dinamica di eventi
tutto farebbe pensare ad un provvedimento “difensivo” che è stato adottato
senza alcun dibattito né a livello locale né a livello nazionale. L’obiettivo
finale è quello di alienare/vendere ai privati. Contro l’interesse della
collettività si prospetta un affare per pochi nel senso che beni pubblici
diventano esclusivo appannaggio di alcuni. Cosa si voglia o si possa fare in
Porto Vecchio poi è ancora un mistero. Si vogliono costruire case e
appartamenti per una città in calo demografico ? I giovani vanno a lavorare
fuori Trieste, sono molti i miei coetanei che vedo e ho visto andar via. La
manifestazione del settembre 2013 rivendicava uno status speciale per Trieste,
un rilancio del Porto Franco Nord e del Porto Nuovo. La gente ci credeva che
c’era una opportunità di svolta. La manifestazione ha fatto paura. La
manifestazione era per il riconoscimento del Territorio Libero di Trieste. I
progetti precedenti, quelli che vengono spesso ricordati ( Polis, Trieste
Futura, cittadella GreenSisam ) non avevano portato a niente.

FAQTRIESTE Per paradosso è stato grazie
alla paura di un successo elettorale di Trieste Libera anticipato da quella
manifestazione che i politici triestini a Roma sono riusciti a strappare
l’emendamento Russo sulla sdemanializzazione?
Credo se la tesi causa – effetto tra il concatenarsi
degli eventi già accennati trovasse conferma nella realtà, un buon argomento
per ottenere quel “mediocre” risultato legislativo sarebbe stato sicuramente il
“pericolo“ rappresentato dagli indipendentisti triestini.
FAQTRIESTE Ma le cose non sono andate
secondo le previsioni alle comunali e il movimento si è diviso in diverse
correnti, è arrivato sfiatato alle amministrative presentando tre liste, non
sono troppe ?
Credo che l’intera vicenda vada ricostruita senza i
soliti modelli della politica. A differenza degli iscritti ai partiti che
scelgono quello che i partiti propongono i militanti indipendentisti triestini
hanno la mente più sveglia e sono informati. Alla base della militanza c’è una
consapevolezza dei diritti non riconosciuti. Si tratta di una convinzione che
ogni militante ha coltivato e raggiunto in modo personale, sono preparati.
Quando è stato loro proposto di scendere in piazza nel settembre 2013, altre
manifestazioni c’erano state ma non così importanti, e i tempi erano maturi non
hanno seguito alcun leader, non si sono affidati ad un partito ma sono scesi in
piazza a migliaia. Trieste Libera fu poi la vittima del suo successo, del
successo di quella manifestazione.
Hanno sbagliato i cosiddetti leader, che a
mio avviso, non erano propriamente trascinatori di folle in quanto la gente
stava in piazza per un ben preciso ideale più che per una persona. C’è un’anima
profondamente legalitaria nel movimento indipendentista triestino che deriva
dalla nostra tradizione culturale di rispetto per le leggi. E’ convinzione
comune che se i cittadini devono rispettare le leggi nazionali, le nazioni
devono rispettare i trattati internazionali. Cosa si aspetta forse ingenuamente
l’indipendentista triestino convinto delle sue ragioni ? Che il Governo
italiano venga richiamato al rispetto delle leggi internazionali, e che se non
lo fa intervengano i caschi blu delle Nazioni Unite.
FAQTRIESTE E’ da questo modo di pensare
che nascono tutte le iniziative di studi giuridici, di viaggi all’ONU, di
incontri con ambasciatori, di interpretazioni delle dichiarazioni del
segretario dell’ONU ?
Direi che effettivamente una parte del movimento indipendentista
ha dedicato risorse, energie e capacità seguendo questo filone.
FAQTRIESTE Ma oggi, con la
sdemanializzazione del Porto vecchio che non decolla per le note difficoltà che
hai già elencato : i costi a carico del Comune che non si sa se verranno
rimborsati in caso di vendita, non esiste una riga ufficiale a questo
proposito. E se poi affrontati i costi il Comune non trova acquirenti chi lo
rimborserà ? Dicevo: ma oggi alcune istanze del movimento sono state raccolte.
Si cita l’Allegato VIII in documenti del Commissario di Governo, hanno spostato
Punti Franchi, si parla di decreti attuativi che sono al vaglio del Governo.
Come reagiscono le varie anime dell’indipendentismo ?
Guarda questo sms arrivato un’ora fa : “ Se ti
intervistano digli che i decreti attuativi sono un disastro……”
FAQTRIESTE Questo sms ti arriva da un
duro e puro, di quelli tutto o niente, un indipendentista integralista direi.
Come spiegavo ci sono e convivono tra tante polemiche
varie scelte ed opzioni. C’è chi ipotizza che dobbiamo accordarci con i friulani
per ottenere il TLT, ma per carità….
FAQTRIESTE Ricostruiamo brevemente e
per chiarezza la questione dello spostamento dei Punti Franchi. Si tratta di
un’area totale meno la parte che resta Demanio in Porto vecchio. Di quest’area
totale un provvedimento ha già indicato le nuove destinazioni in nuove aree
diverse dal portovecchio. Visto che non tutta l’area corrispondente al
portovecchio ha trovato una nuova sistemazione il Prefetto e l’Autorità
Portuale si sono riservati di definire in futuro dove andranno posizionati
nuovi punti franchi. E’ come se avessero messo in soffitta o in frigorifero
delle aree di punto franco da scongelare alla bisogna. E’ giusto ?
Hai ricostruito bene quello che dicono di aver fatto, è
esatto. Resta il problema giuridico che io mi pongo se lo hanno fatto con le
procedure giuste e ancora più importante se potevano farlo. Ma non entro nei
particolari.
FAQTRIESTE Abbiamo parlato dei duri e
puri, di chi vuole rappresentare gli indipendentisti per diritto ereditario,
noi di Faq Ts andremo a sentire anche loro. Ma ora parliamo di quello che pensa
lei sul fatto che alcune delle vostre rivendicazioni sono praticate,
interpretate e rilanciate.
Seguo l’attività del Comitato Lavoratori Porto Trieste e
mi sembra che fareste bene a sentire anche loro. Non sono tutti
indipendentisti, sono prima di tutto lavoratori portuali, ma hanno fatto uno
sciopero proprio per il riconoscimento dell’Allegato VIII, ed hanno portato a
casa importanti risultati con l’Agenzia del Lavoro Portuale ed evitando la
privatizzazione di Adriafer.
Cito il CLPT perché è un esempio per tutti coloro che
vogliono seguire la questione economica. Per gli operatori portuali e gli spedizionieri
impegnati sulla Disciplinare doganale ( che riconosce la possibilità di
lavorazione dei prodotto all’interno dei punti franchi ) e sul miglioramento
complessivo delle prestazioni del Porto di Trieste, dal collegamento
ferroviario, allo sviluppo dei terminal.
Seguendo questa concreta strada sarà inevitabile che si
chiariscano i nodi che esistono e che uno ad uno andremo a sciogliere.
Iniziative come quella di lunedì scorso organizzata da Limes si muovono nella
direzione di comprensione dei problemi e delle opportunità, possono essere
utili a stabilire vantaggi e svantaggi dei vari progetti, si tratta di
procedimenti laboriosi che non si risolvono con blitz in Senato o con la
politica degli annunci.
Immaginatevi la sorpresa quando l’ambasciatore cinese
alle Nazioni Unite chiederà il rispetto del Porto franco Internazionale di
Trieste perché lui umile rappresentante di un miliardo e trecento milioni di
cinesi ha qualche interesse in città.
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RispondiEliminaComplimenti e grazie.
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