martedì 7 febbraio 2017

ARCIPELAGO INDIPENDENTISTA - NOSTRA INTERVISTA A NICOLA SPONZA

4 febbraio 2017   -    sabato mattina ore 10.00

Sto andando a fare una intervista all’avvocato Nicola Sponza, l’appuntamento è fissato nel suo studio alle ore 10.00 . 

sms in triestin : “ Rivo 15 minuti ritardo “ . 

Rispondo con un ok americano solo per la forma breve. Un caffè e una brioche da Illy in via delle Torri.

L’avvocato Querci presidente della Associazione Porto Franco Internazionale di Trieste di cui segretario è stato per anni Emanuele Lo Nigro decano degli spedizionieri triestini. Enzio Volli, avvocato, uno dei maggiori esperti italiani di Diritto marittimo, docente universitario, autore un centinaio di saggi e pubblicazioni, recentemente scomparso. Maurizio Maresca, avvocato, che è stato Presidente dell’Autorità Portuale di Trieste. 
La sede triestina dello studio Zunarelli dove lavorano i conosciuti avvocati Campailla e Pasino è a quattro passi dal mio caffè e briosche. Sono tanti i nomi di avvocati, esperti di diritto dei trasporti e del trasporto marittimo saliti alle cronache di questa città per aver affrontato la questione del Porto Franco Internazionale di Trieste, non potrebbe essere altrimenti.




Sms in triestin : “ Eccome, quando che te vol son in ufficio “. Attraverso piazza San Giovanni e in via Gallina suono al portone dello studio legale Sponza. Non ho mai parlato più di due battute con questo giovane avvocato. L’ho ascoltato nei pochi dibattiti a cui sono andato ed ho ascoltato con interesse i suoi ragionamenti legati al Porto Franco, all’allegato VIII e al Trattato di Pace di Parigi, in alcune occasioni con slide illustrative. L’ho anche sentito illustrare in una assemblea di portuali le possibilità di un eventuale accordo su vertenze possibili e rivendicazioni che si trascinavano da anni. 

Le assemblee dei portuali possono essere particolari ed animate ma non l’ho visto “timido”, mi sembrava a suo agio. Anche in quella occasione è riuscito a tenere distinti il ruolo di avvocato da quello di militante indipendentista, è stato candidato sindaco alle ultime elezioni comunali per la lista Uniti per Trieste. La porta è aperta: “ Buongiorno, ciao.”

 FAQTRIESTE  Le spiego lo scopo dell’intervista. Abbiamo pensato, dopo l’incontro pubblico organizzato dal Limes Club lunedì scorso di sottolineare tre cose : l’esistenza di uno spazio di dibattito e di interesse, una indifferenza dei partiti tradizionali a voler capire, una difficoltà del movimento indipendentista ora che alcune delle sue istanze vengono raccolte. 

Cominciamo con lei, ma abbiamo in progetto di sentire anche altri esponenti dell’arcipelago indipendentista triestino. Lei c’era ad ascoltare lunedì alla Stazione Marittima ?

-       Sarei andato volentieri ma ero impegnato in una udienza in Tribunale proprio per una manifestazione su questi temi . Ci sono 17 persone sotto processo per una manifestazione all’ingresso del Porto vecchio e le imputazioni variano da radunata sediziosa, violenza privata e manifestazione non autorizzata diversamente distribuite tra gli imputati. Come vedi gli temi sono gli stessi del Convegno togliendo i cinesi.

-      FAQTRIESTE  C’era stata una manifestazione all’ingresso del Porto Vecchio, assolutamente pacifica, conosciuta come Ultimatum all’Italia.

-      Il Prefetto o meglio il Commissario di Governo, perché la denominazione corretta è la seconda, aveva disposto la sospensione del Punto Franco per l’utilizzo della bretella stradale, succedeva nel febbraio 2014.

-      FAQTRIESTE  Ricordiamo alcune date: in settembre 2013 c’era stata la manifestazione con ottomila partecipanti del movimento Trieste Libera, poi c’è stata questa manifestazione con denunce davanti al Porto Vecchio ma poi in dicembre 2014 c’è stato il famoso emendamento Russo sulla sdemanializzazione del Porto vecchio.

A mio parere dovrebbe applicarsi una procedura particolare e molto più complessa per la sdemanializzazione. Purtroppo il laconico testo dell’emendamento Russo ha fatto sì che tutta l’operazione sia poggiata su una delibera del Consiglio comunale e su un protocollo d’intesa che traccia una linea di divisione tra le aree che restano al Demanio e quelle che passano oneri e onori al Comune di Trieste. 

Mi sembra francamente alquanto semplicistico per una procedura di sdemanializzazione di tale portata anche lasciando perdere le motivazioni internazionali che dovrebbero dirci se le autorità italiane hanno il diritto di fare qualcosa del genere. Forse le autorità avrebbero dovuto in tutti questi anni perlomeno provvedere a redigere i famosi decreti attuativi previsti per l’Allegato VIII.



FAQTRIESTE  Chiara l’obiezione tecnica ma vediamo di approfondire la parte politica della questione. Secondo Lei c’è un nesso di causa effetto tra la manifestazione, che ha sorpreso un po’ tutti, del settembre 2013 e poi l’emendamento Russo di un anno dopo ?

In effetti alla luce della suddetta dinamica di eventi tutto farebbe pensare ad un provvedimento “difensivo” che è stato adottato senza alcun dibattito né a livello locale né a livello nazionale. L’obiettivo finale è quello di alienare/vendere ai privati. Contro l’interesse della collettività si prospetta un affare per pochi nel senso che beni pubblici diventano esclusivo appannaggio di alcuni. Cosa si voglia o si possa fare in Porto Vecchio poi è ancora un mistero. Si vogliono costruire case e appartamenti per una città in calo demografico ? I giovani vanno a lavorare fuori Trieste, sono molti i miei coetanei che vedo e ho visto andar via. La manifestazione del settembre 2013 rivendicava uno status speciale per Trieste, un rilancio del Porto Franco Nord e del Porto Nuovo. La gente ci credeva che c’era una opportunità di svolta. La manifestazione ha fatto paura. La manifestazione era per il riconoscimento del Territorio Libero di Trieste. I progetti precedenti, quelli che vengono spesso ricordati ( Polis, Trieste Futura, cittadella GreenSisam ) non avevano portato a niente.

I progetti precedenti si muovevano all’interno della logica delle concessioni di aree demaniali, di beni pubblici. Con la sdemanializzazione il senatore Russo passa alla privatizzazione dei beni pubblici. Operazione che contrasta con i trattati internazionali. Forse all’epoca qualcuno ha inteso che Trieste Libera era intenzionata a presentarsi alle amministrative comunali, poi a scanso di equivoci qualcuno ha voluto fare il puro, ma quello che faceva paura era sopra tutto il ricordo del successo elettorale dei “meloni” della Lista per Trieste che Trieste Libera avrebbe potuto ripetere se non superare.

FAQTRIESTE  Per paradosso è stato grazie alla paura di un successo elettorale di Trieste Libera anticipato da quella manifestazione che i politici triestini a Roma sono riusciti a strappare l’emendamento Russo sulla sdemanializzazione?

Credo se la tesi causa – effetto tra il concatenarsi degli eventi già accennati trovasse conferma nella realtà, un buon argomento per ottenere quel “mediocre” risultato legislativo sarebbe stato sicuramente il “pericolo“ rappresentato dagli indipendentisti triestini.

FAQTRIESTE  Ma le cose non sono andate secondo le previsioni alle comunali e il movimento si è diviso in diverse correnti, è arrivato sfiatato alle amministrative presentando tre liste, non sono troppe ?

Credo che l’intera vicenda vada ricostruita senza i soliti modelli della politica. A differenza degli iscritti ai partiti che scelgono quello che i partiti propongono i militanti indipendentisti triestini hanno la mente più sveglia e sono informati. Alla base della militanza c’è una consapevolezza dei diritti non riconosciuti. Si tratta di una convinzione che ogni militante ha coltivato e raggiunto in modo personale, sono preparati. Quando è stato loro proposto di scendere in piazza nel settembre 2013, altre manifestazioni c’erano state ma non così importanti, e i tempi erano maturi non hanno seguito alcun leader, non si sono affidati ad un partito ma sono scesi in piazza a migliaia. Trieste Libera fu poi la vittima del suo successo, del successo di quella manifestazione. 

Hanno sbagliato i cosiddetti leader, che a mio avviso, non erano propriamente trascinatori di folle in quanto la gente stava in piazza per un ben preciso ideale più che per una persona. C’è un’anima profondamente legalitaria nel movimento indipendentista triestino che deriva dalla nostra tradizione culturale di rispetto per le leggi. E’ convinzione comune che se i cittadini devono rispettare le leggi nazionali, le nazioni devono rispettare i trattati internazionali. Cosa si aspetta forse ingenuamente l’indipendentista triestino convinto delle sue ragioni ? Che il Governo italiano venga richiamato al rispetto delle leggi internazionali, e che se non lo fa intervengano i caschi blu delle Nazioni Unite.

FAQTRIESTE  E’ da questo modo di pensare che nascono tutte le iniziative di studi giuridici, di viaggi all’ONU, di incontri con ambasciatori, di interpretazioni delle dichiarazioni del segretario dell’ONU ?

Direi che effettivamente una parte del movimento indipendentista ha dedicato risorse, energie e capacità seguendo questo filone.

FAQTRIESTE  Ma oggi, con la sdemanializzazione del Porto vecchio che non decolla per le note difficoltà che hai già elencato : i costi a carico del Comune che non si sa se verranno rimborsati in caso di vendita, non esiste una riga ufficiale a questo proposito. E se poi affrontati i costi il Comune non trova acquirenti chi lo rimborserà ? Dicevo: ma oggi alcune istanze del movimento sono state raccolte. Si cita l’Allegato VIII in documenti del Commissario di Governo, hanno spostato Punti Franchi, si parla di decreti attuativi che sono al vaglio del Governo. Come reagiscono le varie anime dell’indipendentismo ?

Guarda questo sms arrivato un’ora fa : “ Se ti intervistano digli che i decreti attuativi sono un disastro……”

FAQTRIESTE  Questo sms ti arriva da un duro e puro, di quelli tutto o niente, un indipendentista integralista direi.

Come spiegavo ci sono e convivono tra tante polemiche varie scelte ed opzioni. C’è chi ipotizza che dobbiamo accordarci con i friulani per ottenere il TLT, ma per carità….

FAQTRIESTE  Ricostruiamo brevemente e per chiarezza la questione dello spostamento dei Punti Franchi. Si tratta di un’area totale meno la parte che resta Demanio in Porto vecchio. Di quest’area totale un provvedimento ha già indicato le nuove destinazioni in nuove aree diverse dal portovecchio. Visto che non tutta l’area corrispondente al portovecchio ha trovato una nuova sistemazione il Prefetto e l’Autorità Portuale si sono riservati di definire in futuro dove andranno posizionati nuovi punti franchi. E’ come se avessero messo in soffitta o in frigorifero delle aree di punto franco da scongelare alla bisogna. E’ giusto ?

Hai ricostruito bene quello che dicono di aver fatto, è esatto. Resta il problema giuridico che io mi pongo se lo hanno fatto con le procedure giuste e ancora più importante se potevano farlo. Ma non entro nei particolari.

FAQTRIESTE  Abbiamo parlato dei duri e puri, di chi vuole rappresentare gli indipendentisti per diritto ereditario, noi di Faq Ts andremo a sentire anche loro. Ma ora parliamo di quello che pensa lei sul fatto che alcune delle vostre rivendicazioni sono praticate, interpretate e rilanciate.

Seguo l’attività del Comitato Lavoratori Porto Trieste e mi sembra che fareste bene a sentire anche loro. Non sono tutti indipendentisti, sono prima di tutto lavoratori portuali, ma hanno fatto uno sciopero proprio per il riconoscimento dell’Allegato VIII, ed hanno portato a casa importanti risultati con l’Agenzia del Lavoro Portuale ed evitando la privatizzazione di Adriafer.

Cito il CLPT perché è un esempio per tutti coloro che vogliono seguire la questione economica. Per gli operatori portuali e gli spedizionieri impegnati sulla Disciplinare doganale ( che riconosce la possibilità di lavorazione dei prodotto all’interno dei punti franchi ) e sul miglioramento complessivo delle prestazioni del Porto di Trieste, dal collegamento ferroviario, allo sviluppo dei terminal.

Seguendo questa concreta strada sarà inevitabile che si chiariscano i nodi che esistono e che uno ad uno andremo a sciogliere. Iniziative come quella di lunedì scorso organizzata da Limes si muovono nella direzione di comprensione dei problemi e delle opportunità, possono essere utili a stabilire vantaggi e svantaggi dei vari progetti, si tratta di procedimenti laboriosi che non si risolvono con blitz in Senato o con la politica degli annunci. 

Immaginatevi la sorpresa quando l’ambasciatore cinese alle Nazioni Unite chiederà il rispetto del Porto franco Internazionale di Trieste perché lui umile rappresentante di un miliardo e trecento milioni di cinesi ha qualche interesse in città.


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