martedì 13 dicembre 2016

WIRED LA NUOVA VIA DELLA SETA - VENEZIA E L'ALTO ADRIATICO







Atene è una delle tappe evidenziate in grande nella cartina che sintetizza le rotte di Obor. Quella più vicina è Venezia. Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture del dimissionario governo Renzi, ha dichiarato pubblicamente che “i porti dell’Alto Adriatico devono offrirsi come un unico sistema integrato per attrarre i traffici in arrivo dall’Estremo Oriente”. Venezia, quindi, ma anche Trieste e Ravenna.




A giugno autorità friulane sono volate con i vertici del porto a Shanghai per una fiera logistica internazionale. “Trieste si trova sulla rotta della via della seta e l’iniziativa One Belt one Road, di recente promossa dal Governo di Pechino, può portare un rinnovato interesse da parte di investitori cinesi per il porto giuliano”, ha dichiarato Jin Yu-Lai, dello studio legale Kai-Rong Law Firm. E la stessa Venezia ha siglato un gemellaggio con il porto di Tianjin e tra le aree industriali di Marghera e Binhai.

Obor non è solo un piano di trasporti, ma un programma di politica estera. Rispolverando la figura dell’ammiraglio Zheng He, che nel Quattrocento trascinò la Cina nella sua unica impresa marittima di rilievo, il Politburo sta consolidando rapporti commerciali e culturali con la costa orientale dell’Africa, con lo Sri Lanka e con i porti del Mar Rosso. Tutte tappe già toccate dall’esploratore imperiale.

Ora Pechino vuole allungare la strada fino in Europa. Via terra, ad esempio con la ferrovia Chongqing-Duisburg, e via mare. In questo caso, passando dall’Adriatico. “Le riflessioni sono in stato avanzato – conferma Sequi -. Secondo i cinesi l’Adriatico è un collegamento efficiente verso i Paesi dell’Europa centrale”.


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