COMUNICATO DI CONFETRA FVG DI AGGIORNAMENTO SUL DECRETO IVA
La Camera, con 359 voti a favore e 166 contrari, ha
votato la questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione
dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del D.L. 22 ottobre
2016, n. 193, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per il
finanziamento di esigenze indifferibili (C. 4110 A/R) nel nuovo testo
predisposto dalle Commissioni a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.
L'approvazione di un emendamento che ripristina l'assolvimento dell'IVA con il
sistema delle reverse-charges, ha in parte mitigato gli effetti delle pesanti
modifiche che il decreto fiscale aveva apportato alla normativa sui depositi
IVA, in particolare per il loro utilizzo da parte degli importatori italiani.
Tuttavia il ritorno al meccanismo dell'inversione contabile è però condizionato
all’emanazione da parte del Ministro dell’Economia e Finanze, di un decreto
disciplinante i
casi e le modalità: fino a che non sarà emanato tale decreto
riteniamo che l’IVA dovrà essere comunque anticipata dal gestore del deposito
in nome e per conto dell'importatore italiano.
Permane dunque il concreto rischio che molta clientela
nazionale decida di far passare le proprie merci da altri porti comunitari,
dove è possibile effettuare l'importazione della merce in base ad altre
procedure ed assolvere successivamente agli obblighi IVA in Italia, sempre con
il sistema delle reverse charges.
Confetra Friuli
Venezia Giulia ha già avuto modo di sottolineare come questo determinerà per lo
Stato italiano una riduzione dei dazi incassati su dette importazioni. Inoltre
è prevedibile che le merci attualmente instradate attraverso i porti regionali
verranno ampiamente dirottate sul porto di Capodistria, con una significativa
perdita di traffici.
Con tale prospettiva, Confetra Friuli Venezia Giulia
desidera ringraziare il Consiglio Comunale di Trieste, che nella seduta di
lunedì 21 novembre ha discusso una mozione urgente presentata in merito dal
gruppo di Forza Italia, approvandola all'unanimità.
Si confida che i rappresentanti
regionali al Senato intendano fare proprio lo spirito di questa mozione e
riescano a modificare ulteriormente il decreto fiscale, per ripristinare il
regime del deposito IVA anche a favore
della clientela italiana, evitando le conseguenze negative di un provvedimento
che vorrebbe essere anti-elusivo, ma di fatto diventa soppressivo del regime e
antieconomico.
MOZIONE APPROVATA ALL'UNANIMITA' NELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TRIESTE DEL 21 NOVEMBRE 2016
MOZIONE URGENTE
OGGETTO:
modifiche al regime doganale Decreto Legge n. 193 del 22/10/2016 – ricadute sul
Porto di Trieste
PREMESSO che l’art. 50
bis del decreto legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni,
dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427 prevede che possano essere istituiti, ai
fini dell’I.V.A., speciali depositi fiscali denominati "depositi IVA"
per la custodia di beni nazionali e comunitari gestiti da parte di imprese
esercenti magazzini generali munite di autorizzazione doganale, da quelle
esercenti depositi franchi e da quelle operanti nei Punti Franchi.
La prerogativa
attuale di tali depositi speciali è che un importatore italiano possa
depositare negli stessi merci provenienti dai paesi extraUE senza pagamento
dell'IVA durante tutta la durata del desposito e, solo all'atto
dell'estrazione, delle merci assolva all’obbligo di pagamento dell’IVA mediante
il meccanismo dell’inversione contabile cd. reverse
charge. In questo modo l’importatore non versa materialmente l’IVA alla
Dogana all’atto dell’estrazione delle merci ma, se dovuta (eccezione per
esportatori abituali fino a concorrenza del plafond), la versa all’Erario
all’atto della vendita delle stesse. Un’agevolazione non da poco conto per
molti importatori che, contrariamente, sarebbero costretti ad anticipare l’IVA
con conseguenze finanziarie negative.
VERIFICATO che a Trieste
attualmente sono attivi n. 15 depositi I.V.A. su totali n. 24 depositi doganali
e, annualmente, vengono effettuate n. 10.000 operazioni in depositi I.V.A. (con
bolletta a zero cod. 45) su totali n. 168.000 importazioni per un totale
imponibile di operazioni in deposito I.V.A. Di € 329.772.000,00 (IVA al 22% pari a € 72.549.697,00) su totale
complessivo imponibile IVA di import pari a € 3.871.542.819,00 (dato anno
2015).
Di fatto le
operazioni in deposito I.V.A. a Trieste rappresentano oltre il 5% del totale
importazioni.
CONSTATATO che l’art. 4 comma
7 del Decreto Legge n. 193 del 22/10/2016 pubblicato in G.U. Il 24/10/2016,
attualmente in attesa di conversione in Legge, prevede che, a decorrere dal 1
aprile 2017, l’estrazione delle merci dai depositi I.V.A. ai fini della loro
utilizzazione o in esecuzione di atti di commercializzazione nello Stato
italiano possa essere effettuata solo da soggetti passivi d'imposta agli
effetti dell'I.V.A assolvendo al
pagamento immediato ed effettivo dell’I.V.A.*
*Su
una base imponibile calcolata sul corrispettivo o valore relativo
all'operazione non assoggettata all'imposta per effetto dell'introduzione
ovvero, qualora successivamente i beni abbiano formato oggetto di una o più
cessioni, dal corrispettivo o valore relativo all'ultima di tali cessioni, in
ogni caso aumentato, se non già compreso, dell'importo relativo alle eventuali
prestazioni di servizi delle quali i beni stessi abbiano formato oggetto
durante la giacenza fino al momento dell'estrazione.
ATTESO che l’IVA dovuta
dal soggetto che procede all'estrazione, dal 1° aprile 2017, sarà versata in
nome e per conto di tale soggetto dal gestore del deposito solidalmente
responsabile dell'imposta stessa.
Il versamento sarà
eseguito ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n.
241, esclusa la compensazione ivi prevista, entro il termine di
cui all'articolo 18 del medesimo decreto del mese successivo alla data di
estrazione.
TENUTO CONTO che con l'entrata
in vigore della nuova disposizione di legge l'importatore locale si troverebbe
sempre con un’imposta I.V.A. a credito sulle merci estratte dai depositi I.V.A.
dovendo attendere, per il recupero, la vendita delle stesse.*
* Eccetto
esportatori abituali fino a concorrenza del plafond e utilizzatori del credito doganale.
VALUTATO che il provvedimento in oggetto potrebbe
portare quasi certamente ad una deviazione dei traffici da Trieste ad altri porti
in cui l’agevolazione del reverse charge è praticabile, infatti, in un sistema aperto come quello della UE è possibile per
le imprese importatrici italiane far transitare le proprie merci attraverso
qualsiasi porto o aeroporto europeo e procedere alla loro importazione presso
le dogane di qualsiasi paese europeo.
Gli
importatori italiani che si trovano nelle condizioni di dover pagare
immediatamente l’IVA all’atto dell'estrazione delle merci dai depositi I.V.A,
non potendo più utilizzare questa procedura, potrebbero far arrivare le loro
merci in altri porti della UE (in particolare Capodistria, Rotterdam ed
Amburgo) per poter utilizzare le procedure di importazione esistenti negli
altri paesi comunitari che permettono di assolvere l’IVA nel paese destinazione
finale in base al meccanismo delle “reverse charges”. Questo risulterebbe
particolarmente facile e non impattante dal punto di vista dei maggiori costi
di trasporto per tutti i clienti del porto di Trieste, che potrebbero deviare i
loro traffici al vicino porto sloveno di Capodistria, utilizzando servi e
trasporti sloveni, con conseguenti
ingenti danni per l’economia e l’occupazione nel comune di Trieste.
ciò
premesso e considerato il Consiglio Comunale
impegna il
Sindaco
ad intercedere presso il MEF e in tutte le sedi più opportune
affinché, all’atto di conversione del decreto legge in oggetto, venga eliminata
la suddetta restrizione doganale o, in alternativa, che, considerata la stretta
vicinanza del Porto di Capodistria, la norma non venga applicata nel Porto
Franco e nei Punti Franchi di Trieste proseguendo con l’attuale procedura ex
art. 50‐bis comma 6 del decreto‐legge 30 agosto 1993, n. 331.
Trieste, 15 novembre 2016
Roberto Cason Francesco di Paola Panteca
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COMUNICATO NAZIONALE CONFETRA SUL DECRETO IVA
IL DECRETO IVA E TRIESTE SPIEGATO DA STEFANO VISINTIN
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