LIVORNO – Non siamo i primi a scriverlo e nemmeno lo
scriviamo per la prima volta. Ma questo continuo tirarla alle lunghe sulle
nomine per la “governance” delle quindici Autorità di sistema portuale sta di
fatto scardinando quello che di buono era in corso, senza che nessuno sappia
bene quando i quindici sistemi potranno davvero diventare operativi.
Con una
paura sempre più concreta: quella che con le nomine si vada a dopo il
referendum costituzionale, con relativo caos (che vinca il Si o il No).
Ci dicono che dopo l’annuncio di Delrio (“I nomi ci sono,
adesso vanno alle commissioni parlamentari”) le commissioni stesse non siano
state ad oggi convocate.
Poi ci sono 45 giorni di legge per affrontare l’esame,
il che significa – basta fare il conto della serva – che se nessuno mette il
pepe sotto la coda alle commissioni, si va a metà dicembre. Nel frattempo
scadono alcuni dei commissari delle Autorità portuali (compreso il nostro a
Livorno). Come si risolve il guazzabuglio? Prorogando i commissari o facendone
dei nuovi?
E avrebbero – vecchi e nuovi – la legittimazione come Autorità
portuali (defunte) o come Autorità di sistema (che esistono solo sulla carta)?
Non
c’è – ha ricordato il collega Moizo sul suo sito Web – la definizione per
decreto dei termini della transizione. Non è un dettaglio da poco.
Infatti la concreta realizzazione delle Autorità di
sistema portuale comporta una totale rivoluzione sia nella “governance”
(cancellazione dei
IL PREMIER PARLA DI SI E NO PENSANDO ALLE NOMINE DEI PORTI ? |
comitati portuali, nascita dei tavoli di partenariato, accorpamento a Roma di molte funzioni di controllo generale in un ministero che piange miseria e si ritiene già sotto organico) sia nelle strutture locali.
Mettere insieme porti come Genova e Savona non è semplice (si fa per dire) come
mettere insieme Livorno con Piombino, che già da mesi hanno un interscambio di
personale e commissioni congiunte. Ci sono porti dove la conflittualità è
elevata anche all’interno delle AP e si spera che la trasformazione in AdsP
possa legittimare aspirazioni o fustigare stati di grazia non meritati. E’
umano, ogni cambiamento si porta dietro speranze, frustrazioni, vendette.
Peggio quando le cose si fanno lunghe come serpi, scriveva Machiavelli che il
principe, dove ritiene che debba far del male, deve agire con un colpo netto.
Nessuno se lo ricorda, visto che il principio è saggezza senza tempo?
Torno un attimo sulla situazione livornese. La gara per
la Porto 2000 è un paradigma: va avanti perché è un atto che esula dallo
straordinario, e bloccarla sarebbe assurdo come bloccare la gara dei dragaggi
portuali, anch’essa appena conclusa. Il portarla avanti da parte di Gallanti e
Provinciali è, a mio parere, un atto di responsabile assunzione di responsabilità
in nome dell’interesse pubblico, quando potrebbero fregarsene e lasciare la
patata bollente in mano agli (eventuali) successori. Altra cosa sono però sono
i dettagli della gara. Cioè vedere se e come è stato impostato il bando, se i
tre gruppi concorrenti hanno la legittimazione, se le loro offerte sono
compatibili con le aspirazioni di Livorno, se la Porto 2000 è oggi in grado di
assicurare alcuni elementi di certezza (concessioni, liberazione delle banchine
interessate, tempi degli interventi) indispensabili per ogni impresa che si
rispetti. Lo vedremo all’apertura delle buste sulle offerte concrete, nelle
prossime settimane.
Ma certo che il marasma con sui sta nascendo (o non sta
nascendo) la Riforma non aiuta.
Antonio Fulvi
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