sabato 29 ottobre 2016

LA RIFORMA E IL PASTICCIACCIO DELLE NOMINE

LIVORNO – Non siamo i primi a scriverlo e nemmeno lo scriviamo per la prima volta. Ma questo continuo tirarla alle lunghe sulle nomine per la “governance” delle quindici Autorità di sistema portuale sta di fatto scardinando quello che di buono era in corso, senza che nessuno sappia bene quando i quindici sistemi potranno davvero diventare operativi. 

Con una paura sempre più concreta: quella che con le nomine si vada a dopo il referendum costituzionale, con relativo caos (che vinca il Si o il No).

Ci dicono che dopo l’annuncio di Delrio (“I nomi ci sono, adesso vanno alle commissioni parlamentari”) le commissioni stesse non siano state ad oggi convocate. 

Poi ci sono 45 giorni di legge per affrontare l’esame, il che significa – basta fare il conto della serva – che se nessuno mette il pepe sotto la coda alle commissioni, si va a metà dicembre. Nel frattempo scadono alcuni dei commissari delle Autorità portuali (compreso il nostro a Livorno). Come si risolve il guazzabuglio? Prorogando i commissari o facendone dei nuovi? 

E avrebbero – vecchi e nuovi – la legittimazione come Autorità portuali (defunte) o come Autorità di sistema (che esistono solo sulla carta)? 

Non c’è – ha ricordato il collega Moizo sul suo sito Web – la definizione per decreto dei termini della transizione. Non è un dettaglio da poco.


Infatti la concreta realizzazione delle Autorità di sistema portuale comporta una totale rivoluzione sia nella “governance” (cancellazione dei
IL PREMIER PARLA DI SI E NO PENSANDO ALLE NOMINE DEI PORTI ?

comitati portuali, nascita dei tavoli di partenariato, accorpamento a Roma di molte funzioni di controllo generale in un ministero che piange miseria e si ritiene già sotto organico) sia nelle strutture locali. 

Mettere insieme porti come Genova e Savona non è semplice (si fa per dire) come mettere insieme Livorno con Piombino, che già da mesi hanno un interscambio di personale e commissioni congiunte. Ci sono porti dove la conflittualità è elevata anche all’interno delle AP e si spera che la trasformazione in AdsP possa legittimare aspirazioni o fustigare stati di grazia non meritati. E’ umano, ogni cambiamento si porta dietro speranze, frustrazioni, vendette. 

Peggio quando le cose si fanno lunghe come serpi, scriveva Machiavelli che il principe, dove ritiene che debba far del male, deve agire con un colpo netto. Nessuno se lo ricorda, visto che il principio è saggezza senza tempo?

Torno un attimo sulla situazione livornese. La gara per la Porto 2000 è un paradigma: va avanti perché è un atto che esula dallo straordinario, e bloccarla sarebbe assurdo come bloccare la gara dei dragaggi portuali, anch’essa appena conclusa. Il portarla avanti da parte di Gallanti e Provinciali è, a mio parere, un atto di responsabile assunzione di responsabilità in nome dell’interesse pubblico, quando potrebbero fregarsene e lasciare la patata bollente in mano agli (eventuali) successori. Altra cosa sono però sono i dettagli della gara. Cioè vedere se e come è stato impostato il bando, se i tre gruppi concorrenti hanno la legittimazione, se le loro offerte sono compatibili con le aspirazioni di Livorno, se la Porto 2000 è oggi in grado di assicurare alcuni elementi di certezza (concessioni, liberazione delle banchine interessate, tempi degli interventi) indispensabili per ogni impresa che si rispetti. Lo vedremo all’apertura delle buste sulle offerte concrete, nelle prossime settimane. 

Ma certo che il marasma con sui sta nascendo (o non sta nascendo) la Riforma non aiuta.


Antonio Fulvi

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