Purtroppo, ciò che sta succedendo in Italia sembra dar
ragione al mio amico. Eravamo tanto fiduciosi nella Riforma dei Porti, primo
passo avanti verso la riduzione o eliminazione di quel “gap” sopra citato ma le
notizie che ci pervengono da Roma e da qualche porto sono piuttosto
sconcertanti. Dopo l’annuncio della nomina dei primi tre presidenti di Autorità
di Sistema Portuali (Trieste, Ancona e Taranto) si attendeva ad horas la nomina
definitiva di tutti i presidenti ma, nonostante i nomi fossero stati già
individuati, tutta la “procedura” sembra essersi improvvisamente arrestata.
Andrea Moizo, da Ship2shore, anticipa coraggiosamente quello che molti pensano
ma che nessuno osa dire: “La riforma, in vigore formalmente da metà settembre,
è da allora rimasta al palo. Prima impantanata
nella melma del più vieto e squallido spoils system politico, poi,
riferiscono fonti romane, inchiodata al veto di Palazzo Chigi.
Ricevuta
finalmente la lista dei nuovi 15 presidenti su cui da poco il titolare del Mit
Graziano Delrio avrebbe trovato la quadra coi presidenti delle Regioni,
l’avrebbe rispedita al mittente, adducendo la persistente assenza del decreto
ministeriale che dovrebbe definire (attuando compiutamente quelle poche norme
transitorie contenute nel decreto legislativo di riforma) la transizione al
nuovo regime. Che sia vero, falso o un ulteriore escamotage per avvicinarsi al
4 dicembre, quando nei piani del governo la vittoria referendaria riporterà in
capo a Roma l’esclusiva competenza sulla materia portuale, poco importa “.
Altra sorprendente notizia riportata da A.Moizo: “Sui
bilanci delle Ap tutta la schizofrenia della riforma. Contrordine ministeriale:
i Comitati Portuali Morenti dovranno deliberare in pochi giorni la previsione
di spesa per il 2017 delle Autorità di Sistema Portuali “.
È facilmente prevedibile la grande confusione, i
disguidi, le difficoltà amministrative e contabili per questa decisione “dopo
che nemmeno un mese fa lo stesso ministero aveva intimato alle AP di evitare
‘atti che per il contenuto o per la durata siano suscettibili di incidere sulle
competenze relative alla programmazione e pianificazione dei nuovi enti’”.
NOTA DI FAQ TRIESTE: riassumendo si potrebbe affermare che i "renziani" convinti della vittoria dei SI al referendum costituzionale del 4 dicembre attendono la "loro" vittoria per centralizzare e mettere nelle mani del Governo, o meglio del presidente Renzi, tutte le nomine dei presidenti delle AdSP ( Autorità di Sistema Portuale ) ?
1) Quindi il risultato del referendum avrebbe ricadute anche sulle nomine delle presidenze dei porti ?
2) Come si spiegano le nomine in fase avanzata dei presidenti dei porti di Trieste, Ancona e Taranto ?
3) Vediamo nel prossimo post se l'editoriale di Antonio Fulvi sulla Gazzetta Marittima di oggi conferma o meno questa descrizione dello stato delle nomine.
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