TARANTO
Il presidente della
Regione Puglia, Michele Emiliano, ha annunciato che chiederà "la revoca
della facoltà assegnata ai commissari di far funzionare" l'Ilva di Taranto
"a meno che il processo di ambientalizzazione sia portato a termine e la
messa in sicurezza della fabbrica sia assicurata.
La pazienza della Regione
Puglia, che pure avevamo assicurato in questi mesi, è finita". Emiliano lo
ha detto oggi nel corso dei lavori della Commissione regionale per la sanità.
Emiliano ha precisato che "esistono delle norme che nonostante il
sequestro consentono alla fabbrica di funzionare".
"Da questo momento
- ha aggiunto - l'atteggiamento dell'amministrazione regionale nei confronti
della situazione Ilva cambia completamente: eserciteremo tutte le nostre prerogative
al fine di tutelare i cittadini della regione Puglia.
Attueremo una serie di
iniziative, a partire dalla redazione di una richiesta, attraverso i nostri
avvocati in sede di Corte di assise di Taranto nella prossima udienza, una
richiesta di sequestro dello stabilimento chiedendo che la Corte rivaluti la
questione di costituzionalità dei decreti che impediscono la vigenza dei
sequestri sullo stabilimento"

Una vita spezzata che va risarcita creando ambienti
di lavoro finalmente sicuri". Lo dichiara il coordinatore regionale
pugliese di Forza Italia, Luigi Vitali.
"Chiudere l'Ilva - aggiunge in una
nota - significherebbe perdere ogni chance di riqualificazione ambientale del
territorio e della fabbrica. Senza contare la cancellazione, con un colpo di
spugna, di un indotto che ha consentito a migliaia di persone di costruire la
propria vita e il futuro dei propri figli". "Per questo - conclude
Vitali - invitiamo Emiliano a studiare interventi per il risanamento e per la
messa in sicurezza della fabbrica, piuttosto che propinarci dichiarazioni
demagogiche che non aiutano Taranto, non diminuiscono il tasso drammatico di
tumori nella Provincia e non restituiranno la vita a chi l'ha persa
lavorando".
TRIESTE
sindaco DIPIAZZA
Nei primi cento
giorni agiremo per chiudere area a caldo
TRIESTE - Coinvolgimento del cittadini attraverso la
partecipazione attiva dei loro referenti a un “gruppo di lavoro sulla Ferriera”
composto anche dal Comitato 5 Dicembre e dalle Associazioni ambientaliste
riconosciute. Questo il primo punto proposto dal candidato sindaco del
centrodestra Roberto Dipiazza per definire insieme (entro i primi cento giorni)
le linee di intervento e condividere le scelte della procedura per la chiusura
dell’area a caldo della Ferriera. I punti successivi, sottoscritti da Dipiazza
riguardano la verifica tecnica della procedura per la chiusura dell’area a
caldo e stesura del crono-programma (attività - tempi); analisi dei punti
presenti nell'Accordo di Programma non ancora rispettati e definizione azioni
conseguenti; verifica anche delle criticità presenti nell’Accordo stesso e
valutazione se ci sono estremi per ordinanze maggiormente restrittive
(diminuzione della produzione di ghisa e coke).
La Fiom di Trieste si riorganizza per
contare in Ferriera
I
lavoratori della Ferriera di Fiom-Cgil si ricompattano soprattutto per
fronteggiare a muso duro il Comune accusato di mettere in pericolo centinaia di
posti di lavoro.
«Non dimentichiamo che l'attuale giunta comunale - rileva il
Comitato degli iscritti - ha come obiettivo la dismissione dell'area a caldo.
Anche questa è una motivazione valida per formare un'organizzazione forte che
sia in grado di rispondere alle accuse che presumibilmente arriveranno
dall'attuale maggioranza comunale che, non paga della decennale storia passata,
continua strumentalmente a sbandierare la chiusura dell'area a caldo senza come
sempre indicare nessuna alternativa sulla rioccupazione del personale».
Il
Comitato degli iscritti, fa sapere Thomas Trost che rappresenta la Fiom-Cgil
nelle rsu della Ferriera, si è riunito in assemblea e ha nominato Luigi Isaia
presidente del Comitato. «I segnali che arrivano dall’azienda fanno presumere
la continuazione dell’area a caldo con tutto il ciclo integrale - rimarca il
sindacato - ma questo non deve fungere da “sedativo sindacale” e per questo la
Fiom sarà vigile sia sul piano delle risorse umane che sul mantenimento degli
impianti».
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NOTA DI FAQ TRIESTE : Abbiamo messo di seguito queste dichiarazioni uscite in questi giorni per chiedervi se trovate corretta la proporzione matematica che proponiamo all'inizio: Emiliano sta a Forza Italia come Dipiazza sta alla Fiom.
MA NON BASTA L'altro giorno su Repubblica a commento dell'incidente mortale in cui ha perso la vita un giovane operaio all'ILVA di Taranto l'articolista riassumeva in questo modo la situazione che si era venuta a creare:
"I commissari sanno benissimo, però , che questo incidente può cambiare la storia della fabbrica. Entro la fine di ottobre era atteso il parere dei tecnicidel ministero dell'Ambiente sulle due offerte ( Arcelor- Marcegaglia e Arvedi - Cassa Depositi e Prestiti )in vista del closing in calendario entro i prossimi cinque mesi.
Il cronoprogramma, fin qui, era stato rispettato e per la prima volta gli indicatori economici e industriali erano ritornati positivi....
Ecco perchè l'azienda è molto preoccupata dall'inchiesta: certa che ogni procedura è stata rispettata, sa però che un possibile sequestro dell'area a caldo comporterebbe, se non la chiusura immediata della fabbrica, la fine della trattativa per la vendita che vede la cordata composta da Arvedi, CDP e Delfin favorita. Il nastro che ha ucciso Giacomo potrebbe inghiottire anche tutto il resto.
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