
Forse è utile a dieci giorni
dalla data fissata cercare di capire bene di cosa si tratta per evitare di
trovarsi poi a leggere dichiarazioni e prese di posizione che capiscono solo
gli addetti ai lavori. L’argomento è già stato trattato dai media e anche dalle
riviste dello shipping ma sempre in termini generali. Noi qui proviamo a
elencare i passaggi concreti dal punto di vista dei lavoratori.
Un’assemblea
sindacale non è il luogo migliore per cercare informazioni, quelle dei portuali
sono particolarmente vivaci, ma questo abbiamo e con questo vediamo di
chiarirci le idee. In fondo all’articolo troverete anche qualche indirizzo del
dibattito più generale sulla costituzione dell’Agenzia del Lavoro Portuale a
Trieste.
Cominciamo:

Semplificando possiamo dire che all’inizio c’era
solo la Compagnia Portuale che forniva manodopera agli operatori, poi negli
anni la situazione si è modificata e sono comparsi nuovi soggetti.
Ad esempio
la cooperativa Primavera nasce come incubatore di lavoratori che poi avrebbero
dovuto passare all’assunzione in Compagnia Portuale.
Senza entrare nei dettagli,
con la legge 84/94 , c’è un soggetto che lavora in base all’art.17 : la
Compagnia e poi ci sono altri fornitori di manodopera che lavorano in base
all’art. 16.
Semplificando, per arrivare all’argomento di oggi, questo
moltiplicarsi dei fornitori di manodopera ha costruito una competitività con
conseguente inevitabile corsa al ribasso del prezzo del costo del lavoro, con
il conseguente vantaggio per chi comperava la forza lavoro.
Ma veniamo ai giorni
nostri.
L’Agenzia del Lavoro si propone come principale fornitore di manodopera
all’interno dello scalo e di assumere 111 lavoratori che provengono dalle
chiusure e dai fallimenti della Compagnia e della cooperativa Primavera, e
degli assetti provvisori nei vari passaggi attraverso altre cooperative.
La Minerva
ereditò l’art. 17 dalla Compagnia, la Delta uno con i suoi 50 lavoratori
operava con l’art. 16. Per dirla con altri termini la Agenzia del Lavoro
Portuale si propone come il Pool di Manodopera, come veniva chiamato
l’obbiettivo di parificare i trattamenti dei lavoratori portuali e di eliminare
man mano le differenze salariali e di trattamento.
Chi gestirà l’Agenzia del
Lavoro ? Sicuramente dalla costituzione e per il primo anno l’attore principale
sarà l’Autorità Portuale di Trieste con il 51% della società e che si è spesa
per questa soluzione. Alla società partecipano anche i tre maggiori
terminalisti dello scalo triestino.
L’Agenzia del Lavoro verrà
costituita principalmente o nella prima fase dai lavoratori della Minerva e
della Delta 1.
A questo punto l’assemblea
comincia a diventare vivace. Molti lavoratori delle cooperative citate hanno in
corso una vertenza sui rimborsi per le spese di vestiario, per le percorrenze e
l’uso del mezzo proprio. Sarebbe complicato entrare nei dettagli. Ciò che ci interessa
sapere è che i datori di lavoro hanno proposto un accordo e riconosciuto che
devono pagare ai portuali interessati una certa cifra per chiudere il
contenzioso.
Hanno riconosciuto che c’era qualcosa da rimborsare. A questo
punto chiedono ai lavoratori di firmare un accordo che sani tutte le situazioni
pendenti precedenti impegnandosi a versare il dovuto ai portuali in tre rate :
metà dicembre 2016, 28 febbraio 2017, novembre 2017 (?) .
Oltre a sanare questa
vertenza chiedono ai lavoratori di firmare la rinuncia a qualsiasi ricorso o
rivalsa e di non avere più nessuna rivendicazione nei confronti della
cooperativa dove lavoravano in precedenza. E qui c’è un minuzioso elenco di
tutte le rivendicazioni legate al precedente rapporto di lavoro sulle quali il
lavoratore dichiara di non avere più alcuna rivalsa da fare. Sembra quasi di
leggere un lungo elenco di ammissioni di colpe del passato.
Viene chiesto
quindi un colpo di spugna sul passato contemporaneamente al passaggio alla
Agenzia del Lavoro, le due cose sono nella stessa lettera accordo che
cooperativa e lavoratore si troveranno a firmare.
Riassumendo: con la firma
della lettera accordo il lavoratore riceverà i soldi del contenzioso che
abbiamo descritto prima, entrerà nell’Agenzia del Lavoro con passaggio diretto
e mantenendo quindi anzianità e altri diritti acquisiti, rinuncerà a qualsiasi
rivendicazione o vertenza riguardante il passato rapporto di lavoro. E qui ci
fermiamo con il punto uno.
Uno degli effetti della
divisione del lavoro in porto tra vari soggetti, tra art. 17 e articoli 16, ha
generato una miriade di accordi e di trattamenti diversi. Per questo motivo
succede che portuali che andranno a fare lo stesso lavoro perderanno alcuni
incentivi che venivano loro riconosciuti nella cooperativa di provenienza. Ad
esempio i lavoratori della Delta 1 andrebbero a perdere incentivi come : ralla,
generico, dopo 100 pezzi, pioggia.
Nell’assemblea è stato detto che non si può
fare contrattazione sulla operatività ma dovrebbero essere definite alcune
linee base. Una contrattazione di base su D.P.I., percorrenze e uso del mezzo
proprio ( visto che non esiste un servizio navetta per raggiungere il luogo di
lavoro ) sarebbe indispensabile visto che sono proprio questi i temi sui quali
c’è stato il contenzioso che i datori di lavoro andranno a sanare pagando le
tre rate di cui abbiamo scritto prima. Sarebbe un buon inizio fissare regole
base già riconosciute nelle vertenze precedenti.
Per risolvere queste
contraddizioni lo strumento è quello della contrattazione di secondo livello (
la contrattazione che si fa a livello di azienda e che si chiama di secondo
livello per distinguerla dal contratto nazionale di lavoro che fissa le regole
nazionali ).
Su questa questione
abbiamo interpellato il segretario generale Mario Sommariva che ci ha
rilasciato la seguente dichiarazione:” Occorre precisare che l’Agenzia Lavoro
Portuale Trieste da me rappresentata in riunioni sindacali ufficiali ha fornito
ampia disponibilità alla contrattazione di secondo livello che è l'unica
garanzia di funzionamento efficace produttivo ed equo dell'Agenzia stessa.”
Al momento la
contrattazione di 2° livello viene rimandata all’inizio dell’operatività
dell’Agenzia del Lavoro per cui i lavoratori in assemblea hanno commentato che
come altre volte nel passato sono loro a dover dare garanzie ( non faremo
ulteriori vertenze ), che le rate per i pagamenti dovuti sono ulteriormente
slittate fino al 2017 e che si ritrovano senza un quadro chiaro all’inizio di
una nuova esperienza lavorativa che parte già con contraddizioni e differenze
di trattamento.
Sull’altro piatto della
bilancia gli stessi portuali sanno che i contratti di Delta1 e Minerva sono in
scadenza nel 2017 e che l’occasione rappresentata dalla costituzione della
Agenzia del Lavoro sarebbe un passo avanti nella direzione di riunificare i
trattamenti e finirla con la corsa al ribasso del costo del lavoro. Ancora una
volta si ritrovano a doversi far carico di dare tutte le garanzie sperando che
sia la volta buona per il passaggio dalla precarietà attuale a una possibile
stabilità del posto di lavoro, dei salari e un recupero di dignità.
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