Ecco qua. Una
ricostruzione (tutto tratto da articoli di Dnevnik Lubiana e Primorske Novice)
sui fatti dello sciopero totale del porto di
Capodistria dal nostro inviato
Nelle ultime ore é sceso
in campo in prima persona anche il premier Miro Cerar, che in una dichiarazione
resa ai media e grondante indignazione ha tuonato ai vertici di Luka Koper di
convincere imediatamente il consiglio dei lavoratori portuali a desistere dal blocco che sta
danneggiando non solo i traffici del porto, ma anche l'intero paese.
Le
ferrovie slovene riferiscono che il blocco a Capodistria ha causato la paralisi
dell'intera rete ferroviaria.
I vertici di Luka Koper
hanno risposto al premier a stretto giro di posta: "vorremmo tanto
convincere i lavoratori a desistere, ma con noi non vogliono nemmeno parlare.
Pretendono sia il premier a scendere sul litorale e ad impegnarsi pubblicamente
sul fatto che Luka Koper non sarà privatizzata, nè parcelizzata, nè sarà mutato
l'attuale assetto."
La palla ripassa al
premier. Ciò che ha fatto infuriare nuovamente i lavoratori é stata la scoperta
di un carteggio mail tra il ministro ai trasporti e infrastruttura, Peter
Gašperšič ed il sottosegretario del ministero delle finanze Metod Dragonja (che
aveva giá fatto infuriare i lavoratori fornendo dati "antichi" e non
veritieri sullo stato di salute finanziario di Luka Koper per motivare la
sostituzione dei revisori), dal quale emerge chiaramente che il governo intendeva
applicare per Luka Koper le ricette consigliate dall'SDH (istituire un'Autoritá
portuale ed un nuovo regime concessionario per consentire l'entrata in campo di
investitori privati e stranieri).
Il blocco di venerdì ha
portato ai lavoratori alcuni risultati concreti: i revisori non sono stati
sostituiti, si é dimesso Marko Jazbec, presidente dello SDH (holding statale
incaricata di occuparsi di vendite di aziende statali - bad bank slovena), il
blocco ha impedito l'entrata in porto di 40 treni (e la conseguente paralisi
ferroviaria di cui sopra).
5 navi sono ferme ai moli in attesa di scarico,
altre 2 ancorate in rada.
Oltre alle garanzie sul futuro di Luka Koper, che
vogliono sentire direttamente e pubblicamente dalla bocca del premier, i
lavoratori chiedono anche le dimisioni immediate del ministro Gašperšič e del
sottosegretario Dragonja, in più le scuse del Presidente del Parlamento, Milan
Brglez, che ha usato parole fortemente offensive nei confronti dei
manifestanti. Queste, per ora, le condizioni poste per togliere il blocco.
Va ricordato che la
battaglia per Luka Koper é allo stesso tempo una battaglia per la tutela del
tessuto economico del territorio - il litorale sloveno, anchè perchè esistono
disegni "superiori" che riguardano anche altre importanti realtà
aziendali locali (Vinakoper, alcuni hotel di lusso a partecipazione pubblica a
Portorose e Pirano).


Bravi, non mollate
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