sabato 26 marzo 2016

NOI DI FAQ TRIESTE SIAMO SFACCIATI : UNA DOMANDA AL DIRETTORE DE IL PICCOLO PAOLO POSSAMAI

Egregio Direttore,

ci scusi ma non riusciamo a capire perchè il giornale da Lei diretto non ha ancora pubblicato la notizia del parere non favorevole al progetto off-shore di Venezia da parte del Consiglio dei Lavori Pubblici ?

Prima di diventare sfacciati e porLe direttamente questa domanda abbiamo cercato di trovare una risposta con le nostre sole forze. Forse ai lettori triestini la notizia non interessa ? Si tratta di una questione che va gestita con attenzione dalla politica e lontano dai riflettori ? Ma neanche questo è verosimile in quanto il Sindaco Cosolini e il candidato sindaco Dipiazza hanno commentato la notizia sul nostro blog .

Lei non ci crederà ma ci siamo anche documentati !
Siamo andati a rileggere la LETTERA APERTA (clicca qui)



che Lei aveva indirizzato alla presidente della Regione Serracchiani nel novembre del 2014 quando era in discussione la terna per la nomina del presidente dell'APT.



In quella lettera Lei aveva elencato ed indicato una serie di temi, che oggi grazie anche a quella sua lettera aperta, trovano riscontro e hanno in qualche caso trovato soluzione.

Lei scriveva i capitoli essenziali di quello che possiamo definire un calendario dei lavori

occorre che il prossimo presidente abbia un mandato chiarissimo, che siano limpidi gli obiettivi cui deve tendere. Del resto, è semplicissimo stabilire i target: basta fare l’esatto inverso della presidenza Monassi.

Il Piano Regolatore del Porto che è arrivato all'atto finale

Ricordo che il piano regolatore generale galleggia tra ministeri, enti locali, burocrati vari dopo quattro anni di totale inerzia. 

La Manovra unica 

dell’ammodernamento dell’armatura ferroviaria in area portuale, dove i mille volte annunciati protocolli con Ferrovie dello Stato sono lettera morta. Come a zero stanno pure gli accordi per rendere meno economicamente penalizzanti le manovre ferroviarie in porto per dislocare su ferrovia le merci.

Il porto di Trieste e il Friuli

Un paio d’anni or sono, il presidente di Unioncamere friul-giuliana, Giovanni Da Pozzo, ha riunito attorno a un tavolo una schiera di operatori del porto di Trieste e dell’industria regionale. La tesi di Da Pozzo era tanto ovvia da apparire rivoluzionaria: lo scalo giuliano è un patrimonio da mettere a disposizione dell’apparato manifatturiero regionale e da aprire agli investitori di scala globale, per renderlo davvero attrattivo.

Ferriera e MSC invece di Maersk

In questione è la capacità di richiamare su Trieste energie imprenditoriali nuove, capaci di generare investimenti e lavoro. E dunque, non vanno a priori tenuti sull’uscio operatori del calibro di Maersk o ostacolati industriali come Giovanni Arvedi (cui risale ora l’onere di riscattare il destino della Ferriera).

La "magica sdemanializzazione"

E men che meno può essere riconosciuto un senso – prima di tutto culturalmente e poi economicamente – al recupero di Porto Vecchio a pezzi e pezzetti. (critico sullo "spezzatino" presidenza Monassi)

Ha anche scritto :

Se la prima terna proposta dagli enti locali non funziona, sia rigettata e ne sia richiesta una seconda. 

rischiando di togliere D'Agostino tra i candidati alla presidenza dell'APT. Fortunatamente questo suo consiglio non è stato ascoltato.

Come vede sappiamo riconoscere quando ha individuato e stilato una agenda dei lavori e delle questioni del porto. Ma su quest'ultima citazione non riusciamo a comprendere :

Come è possibile che dall’Autorità portuale di Trieste, per esempio, non sia stato contestato in alcun modo il progetto di porto off-shore perseguito da Venezia? Il presidente Paolo Costa punta al terminal off-shore per garantirsi fondali adeguati, ossia cerca quel che è naturalmente patrimonio di Trieste.

Questa domanda e risposta le ha scritte Lei e veramente non riusciamo a comprendere perchè il giornale che Lei dirige non vuole riportare la notizia del parere negativo sull'off-shore di Venezia ?

AI TRIESTINI NON FAR SAPERE QUANTO E' BUONO L'OFF SHORE CON LE PERE. 


1 commento:

  1. La razionalità suggerebbe che se ci fossero realmente le disponibilità finanziarie ed il reale interesse di Imprenditori ed Armatori, forse sarebbe più opportuno sfruttale i profondi fondali (18 m ) naturali presenti sui litorali dell'Alto Adriatico, senza andarli a cercare in mezzo al mare e sfruttando macchinose/costose soluzioni operative.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano

    Ulteriori approfondimenti sul tema "quale futuro per la Portualità dell'Alto Adriatico" si possono trovare sul mio sito sfogliando il capitolo ATTIVIT° EMPORIALI. http://sceltemancate.trieste.it

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