Iniziamo
l’analisi del voto per le elezioni comunali partendo da lontano,
dalle vere incognite di questo appuntamento elettorale.
Sicuramente
il dato meno certo e più imprevedibile è quello che riguarda una
partecipazione alla competizione elettorale di una o più liste che
si ispirano alle istanze indipendentiste.
Ne abbiamo parlato con un attento
osservatore delle dinamiche indipendentiste, che non è un possibile
candidato o militante di una delle varie organizzazioni, ma piuttosto
un “grillo parlante “ che stando fuori dalla mischia delle
polemiche osserva e commenta.
Qual è la situazione e le
aspettative del movimento indipendentista in vista delle elezioni
comunali di Trieste del giugno prossimo ?
Il movimento indipendentista ha
avuto il suo momento più alto nel settembre 2013 con la grande
manifestazione, ottomila persone, con una piattaforma
condivisa da
tutte le componenti. Il secondo passaggio importante è stato quello
dello sciopero dei portuali dell’agosto di quest’anno
dove il punto di vista indipendentista ha avuto la possibilità di
confrontarsi su problemi concreti legati al lavoro, mostrando tutta
la sua capacità di intervento. Il coordinamento portuali si è
rivelato maggioritario tra i portuali.
Tutto il resto in questi anni, tutto
quello che è stato fatto dai vari gruppi e organizzazioni è servito
a far conoscere gli argomenti, a comunicare, a informare, a spiegare.
Le varie campagne messe in atto da vari soggetti indipendentisti,
magari in polemica tra loro, hanno fatto emergere un sentimento che a
Trieste non è mai scomparso dal dopoguerra a oggi. Un sentimento che
in qualche modo supera nella pratica anche le divisioni ideologiche
tra destra e sinistra se lasciamo ai margini di questo ragionamento
la destra nazionalista integralista.
Ma quanti saranno i voti per
l’indipendentismo ?
Per i motivi che ho detto è molto
difficile formulare una previsione e tradurre in voti un sentimento
di questo tipo. Quello che è certo è che la critica indipendentista
alla politica nazionale trova ascolto quando parla delle questioni
concrete che riguardano le scelte rispetto a Trieste. Ma anche quando
si confronta con le questioni più generali si ritrova nella critica
assieme ai movimenti di opposizione a livello nazionale a partire dal
Movimento 5 stelle.
Perché le liste che si richiamano
al movimento indipendentista sono più di una ?
Prima di parlare delle liste
dobbiamo ricordare che una parte degli indipendentisti non ha nessuna
intenzione di andare a votare, considerano il Comune una istituzione
italiana e non vogliono averci a che fare. Già tradurre questa
posizione in un conteggio numerico è particolarmente complicato. Non
ci provo nemmeno. Se però guardiamo alle ultime manifestazioni
indipendentiste dove in qualche modo i sostenitori delle varie
opzioni si potevano contare non ci sarà un forte astensionismo
indipendentista.
Poi ci sono al momento tre liste:
risultato dei meccanismi inevitabili. Proviamo a fare un paragone con
le sigle che stanno a sinistra del Partito Democratico che si
dividono un esiguo pacchetto di voti. Si azzuffano sul candidato
Sindaco che probabilmente sarebbe l’unico a risultare eletto. Dopo
le elezioni conta chi rimane in Consiglio comunale, gli altri
candidati spariscono e quindi dietro tante parole si nasconde il
tentativo di portare a casa un eletto. Senza sapere quindi quanti
saranno i voti e quanti saranno gli eletti diventa fisiologico che le
liste si moltiplichino.
Per assurdo la più moderata, quella
più realistica che propone posizione autonomiste, credo che “Uniti
per Trieste “ sia quella che propone un percorso no ideologico e
non integralista. Mi spiego meglio. Gli obiettivi che questa lista
propone non sono una futura indipendenza, che non disdegnano a
parole, ma obiettivi praticabili dal giorno dopo delle elezioni.
Diverso dalla lista di Marchesich che è una lista per ereditarietà
ma non è detto che sia sempre valido il motto :” tale padre, tale
figlio”.
Uniti per Trieste mi sembra la più
vicina alle posizioni dell’indipendentismo scozzese. In Scozia
hanno perso il referendum ma hanno portato a casa tanti di quei
risultati che alla fine non sono stati perdenti. Londra ha dovuto
prendere impegni importanti per evitare la vittoria
dell’indipendentismo in Scozia. Uniti per Trieste è simile agli
scozzesi anche per il rapporto con il mondo del lavoro che tende ad
aumentare e con vari comitati cittadini quali quello contro il
rigassificatore e per la chiusura dell’area a caldo della ferriera.
Al momento centrodestra e
centrosinistra con l’incognita Movimento 5 Stelle sono i tre
candidati al ballottaggio visto che è molto difficile che una di
queste liste vinca al primo turno. Gli indipendentisti che ruolo
possono giocare in questa partita ?
Se proviamo a vedere le possibile
convergenze sulle questioni cittadine con le tre forze ce tu indichi
possiamo escludere da subito centrodestra e centrosinistra per la
questione del Porto Vecchio. Su questo tema Cosolini o Dipiazza
dovrebbero fare un cambiamento di rotta totale per dialogare con gli
indipendentisti. Su questo tema sembra invece che il M5S sia andato a
scuola dagli indipendentisti, ed esistono altre convergenze su
ferriera, traffico, economia cittadina e altro ancora.
Questa analisi è tutta teorica
perché i cinque stelle o i grillini come vuoi chiamarli non fanno
coalizioni, hanno uno statuto che non prevede accordi con altre forze
politiche. Siamo quindi nel campo delle fantasie ?
I cinque stelle sono valutati bene
nei sondaggi ma ci si può fidare delle previsioni ? Io credo che le
liste hanno l’interesse a costruire coalizioni per evitare di
essere escluse dal ballottaggio. Queste operazioni vanno fatte prima
del voto e non rimandate agli eventuali accorpamenti tra il primo
voto e il ballottaggio. Immagina che cinque stelle e Uniti per
Trieste si presentino divisi e poi si accorgono che contati i voti
sarebbero andati al ballottaggio o contro il centrodestra o contro il
centrosinistra. Perderebbero capra e cavoli. Per questo credo che
realisticamente possano trovare un accordo.
Un accordo a livello locale diverso
dal contesto nazionale ?
Io posso parlare chiaramente perché
non partecipo a trattative, non sono militante e tantomeno candidato.
A livello locale i Cinque stelle non possono fare alcun accordo,
sappiamo tutti che una eventuale decisione in materia può essere
presa solo dai vertici del movimento e quindi da Grillo &
Casaleggio.
E’ stato proprio Grillo a citare
gli indipendentisti triestini in tempi non sospetti ed è stato lo
stesso Grillo a rivolgersi ai vari movimenti indipendentisti .
L’attenzione per il fenomeno era stata quindi già espressa, ora
spetta ai vertici del Movimento 5 stelle avanzare una proposta
specifica per la situazione triestina. Le potenzialità ci sono e
Trieste è stata varie volte un laboratorio politico che anticipava
fenomeni politici nazionali. La stessa Lista per Trieste rappresentò
una grossa sorpresa a livello nazionale qualche decennio fa ,
anticipando movimenti e formazioni politiche che poi hanno
condizionato la politica nazionale.
Le premesse ci sono tutte anche in
questa occasione se gli esponenti locali del M5S sapranno coinvolgere
i vertici nazionali nella decisione locale.Non lo stanno facendo, o almeno non lo stanno facendo bene. Un articolo molto dettagliato sul Corriere della Sera del 12 marzo indicava le città dove il M5S punta a correre per il ballottaggio e Trieste non c'era nell'elenco.
" L' ambizione è arrivare per la prima volta in doppia cifra ai ballottaggi nei capoluoghi. Dieci città. «Si tratta di un auspicio, sappiamo che correndo da soli, senza alleati, sarebbe un risultato straordinario, difficile da centrare per qualsiasi forza politica», chiariscono nel Movimento. Le città con più chance, oltre alla Capitale e al capoluogo piemontese, sono Napoli, Benevento, Cagliari e in seconda battuta Bologna e Cosenza. "
Come vedi lo riconoscono loro stessi nell'articolo che senza alleanze l'obiettivo diventa ambizioso. Trieste ha una particolarità rispetto alle altre città che magari potrebbe essere una "felice eccezione" con una deroga particolare sulla autoregolamentazione degli stessi cinque stelle. Ma questo come dicevo dipende dalla loro capacità di rappresentare la particolarità triestina ai vertici del Movimento.
Particolarità che si esprime anche in attenzioni e ammiccamenti al
mondo indipendentista da parte di quella sinistra, più vivace e
attenta, che in consiglio comunale ha abbandonato l’ alleanza con
Cosolini ma non è confluita con quella dogmatica di
Rifondazione.
Dalle cronache siamo venuti a sapere che esisteva un simbolo elettorale in progetto per la sinistra triestina con una alabarda. A quando una lista indipendentista di sinistra triestina magari con l'obiettivo della Zona Franca Integrale e il nome di Vittorio Vidali nel simbolo ?
Contare sulla base delle elezioni comunali i cittadini che vogliono la piena attuazione dei diritti del Free Territory of Trieste (che è già giuridicamente indipendente dal 1947, motivo per cui è improprio definirli “indipendentisti”) sarà comunque impossibile.
RispondiEliminaIl motivo è che una gran parte si asterrà dal voto, altri ricorreranno al modulo di “non-voto attivo” offerto da Trieste Libera (che è l'organizzazione maggiore ma non va in elezioni) ed alcuni finiranno per votare le liste di piccoli gruppi che si presentano come indipendentisti o autonomisti.
Si può quindi ragionevolmente prevedere che la somma di queste componenti sarà incerta a causa della prevedibile componente maggioritaria di astensione dal voto, ma comunque molto più cospicua dei voti che andranno ai partiti nazionali italiani, i quali tenteranno di minimizzarla riducendola ai soli voti delle liste che di dichiarano “indipendentiste”.
L'opinione pubblica a favore del Free Territory of Trieste è in realtà cresciuta di molto rispetto anche alla manifestazione maggiore del 2013, ma non ha motivo di emergere né in elezioni italiane, né in manifestazioni, prima che l'attuazione dei diritti sia riavviata a livello internazionale, perché non è questione che si decide a Trieste.
Ed anche le autorità italiane sanno che a quel livello la cosa è ormai a buon punto. Quanto alla classe politica locale, credo non meriti più nemmeno commento.