lunedì 14 marzo 2016

MONITOR ELEZIONI COMUNALI : L'INCOGNITA INDIPENDENTISTA

Iniziamo l’analisi del voto per le elezioni comunali partendo da lontano, dalle vere incognite di questo appuntamento elettorale. 

Sicuramente il dato meno certo e più imprevedibile è quello che riguarda una partecipazione alla competizione elettorale di una o più liste che si ispirano alle istanze indipendentiste.

Ne abbiamo parlato con un attento osservatore delle dinamiche indipendentiste, che non è un possibile candidato o militante di una delle varie organizzazioni, ma piuttosto un “grillo parlante “ che stando fuori dalla mischia delle polemiche osserva e commenta.



Qual è la situazione e le aspettative del movimento indipendentista in vista delle elezioni comunali di Trieste del giugno prossimo ?

Il movimento indipendentista ha avuto il suo momento più alto nel settembre 2013 con la grande manifestazione, ottomila persone, con una piattaforma
condivisa da tutte le componenti. Il secondo passaggio importante è stato quello dello sciopero dei portuali dell’agosto di quest’anno dove il punto di vista indipendentista ha avuto la possibilità di confrontarsi su problemi concreti legati al lavoro, mostrando tutta la sua capacità di intervento. Il coordinamento portuali si è rivelato maggioritario tra i portuali.


Tutto il resto in questi anni, tutto quello che è stato fatto dai vari gruppi e organizzazioni è servito a far conoscere gli argomenti, a comunicare, a informare, a spiegare. Le varie campagne messe in atto da vari soggetti indipendentisti, magari in polemica tra loro, hanno fatto emergere un sentimento che a Trieste non è mai scomparso dal dopoguerra a oggi. Un sentimento che in qualche modo supera nella pratica anche le divisioni ideologiche tra destra e sinistra se lasciamo ai margini di questo ragionamento la destra nazionalista integralista.

Ma quanti saranno i voti per l’indipendentismo ?
Per i motivi che ho detto è molto difficile formulare una previsione e tradurre in voti un sentimento di questo tipo. Quello che è certo è che la critica indipendentista alla politica nazionale trova ascolto quando parla delle questioni concrete che riguardano le scelte rispetto a Trieste. Ma anche quando si confronta con le questioni più generali si ritrova nella critica assieme ai movimenti di opposizione a livello nazionale a partire dal Movimento 5 stelle.

Perché le liste che si richiamano al movimento indipendentista sono più di una ?
Prima di parlare delle liste dobbiamo ricordare che una parte degli indipendentisti non ha nessuna intenzione di andare a votare, considerano il Comune una istituzione italiana e non vogliono averci a che fare. Già tradurre questa posizione in un conteggio numerico è particolarmente complicato. Non ci provo nemmeno. Se però guardiamo alle ultime manifestazioni indipendentiste dove in qualche modo i sostenitori delle varie opzioni si potevano contare non ci sarà un forte astensionismo indipendentista.

Poi ci sono al momento tre liste: risultato dei meccanismi inevitabili. Proviamo a fare un paragone con le sigle che stanno a sinistra del Partito Democratico che si dividono un esiguo pacchetto di voti. Si azzuffano sul candidato Sindaco che probabilmente sarebbe l’unico a risultare eletto. Dopo le elezioni conta chi rimane in Consiglio comunale, gli altri candidati spariscono e quindi dietro tante parole si nasconde il tentativo di portare a casa un eletto. Senza sapere quindi quanti saranno i voti e quanti saranno gli eletti diventa fisiologico che le liste si moltiplichino.

Tra queste quale vedi in pole position ?
Per assurdo la più moderata, quella più realistica che propone posizione autonomiste, credo che “Uniti per Trieste “ sia quella che propone un percorso no ideologico e non integralista. Mi spiego meglio. Gli obiettivi che questa lista propone non sono una futura indipendenza, che non disdegnano a parole, ma obiettivi praticabili dal giorno dopo delle elezioni. Diverso dalla lista di Marchesich che è una lista per ereditarietà ma non è detto che sia sempre valido il motto :” tale padre, tale figlio”.

Uniti per Trieste mi sembra la più vicina alle posizioni dell’indipendentismo scozzese. In Scozia hanno perso il referendum ma hanno portato a casa tanti di quei risultati che alla fine non sono stati perdenti. Londra ha dovuto prendere impegni importanti per evitare la vittoria dell’indipendentismo in Scozia. Uniti per Trieste è simile agli scozzesi anche per il rapporto con il mondo del lavoro che tende ad aumentare e con vari comitati cittadini quali quello contro il rigassificatore e per la chiusura dell’area a caldo della ferriera.

Al momento centrodestra e centrosinistra con l’incognita Movimento 5 Stelle sono i tre candidati al ballottaggio visto che è molto difficile che una di queste liste vinca al primo turno. Gli indipendentisti che ruolo possono giocare in questa partita ?
Se proviamo a vedere le possibile convergenze sulle questioni cittadine con le tre forze ce tu indichi possiamo escludere da subito centrodestra e centrosinistra per la questione del Porto Vecchio. Su questo tema Cosolini o Dipiazza dovrebbero fare un cambiamento di rotta totale per dialogare con gli indipendentisti. Su questo tema sembra invece che il M5S sia andato a scuola dagli indipendentisti, ed esistono altre convergenze su ferriera, traffico, economia cittadina e altro ancora.

Questa analisi è tutta teorica perché i cinque stelle o i grillini come vuoi chiamarli non fanno coalizioni, hanno uno statuto che non prevede accordi con altre forze politiche. Siamo quindi nel campo delle fantasie ?
I cinque stelle sono valutati bene nei sondaggi ma ci si può fidare delle previsioni ? Io credo che le liste hanno l’interesse a costruire coalizioni per evitare di essere escluse dal ballottaggio. Queste operazioni vanno fatte prima del voto e non rimandate agli eventuali accorpamenti tra il primo voto e il ballottaggio. Immagina che cinque stelle e Uniti per Trieste si presentino divisi e poi si accorgono che contati i voti sarebbero andati al ballottaggio o contro il centrodestra o contro il centrosinistra. Perderebbero capra e cavoli. Per questo credo che realisticamente possano trovare un accordo.

Un accordo a livello locale diverso dal contesto nazionale ?
Io posso parlare chiaramente perché non partecipo a trattative, non sono militante e tantomeno candidato. A livello locale i Cinque stelle non possono fare alcun accordo, sappiamo tutti che una eventuale decisione in materia può essere presa solo dai vertici del movimento e quindi da Grillo & Casaleggio.

E’ stato proprio Grillo a citare gli indipendentisti triestini in tempi non sospetti ed è stato lo stesso Grillo a rivolgersi ai vari movimenti indipendentisti . L’attenzione per il fenomeno era stata quindi già espressa, ora spetta ai vertici del Movimento 5 stelle avanzare una proposta specifica per la situazione triestina. Le potenzialità ci sono e Trieste è stata varie volte un laboratorio politico che anticipava fenomeni politici nazionali. La stessa Lista per Trieste rappresentò una grossa sorpresa a livello nazionale qualche decennio fa , anticipando movimenti e formazioni politiche che poi hanno condizionato la politica nazionale.


Le premesse ci sono tutte anche in questa occasione se gli esponenti locali del M5S sapranno coinvolgere i vertici nazionali nella decisione locale.Non lo stanno facendo, o almeno non lo stanno facendo bene. Un articolo molto dettagliato sul Corriere della Sera del 12 marzo indicava le città dove il M5S punta a correre per il ballottaggio e Trieste non c'era nell'elenco.

" L' ambizione è arrivare per la prima volta in doppia cifra ai ballottaggi nei capoluoghi. Dieci città. «Si tratta di un auspicio, sappiamo che correndo da soli, senza alleati, sarebbe un risultato straordinario, difficile da centrare per qualsiasi forza politica», chiariscono nel Movimento. Le città con più chance, oltre alla Capitale e al capoluogo piemontese, sono Napoli, Benevento, Cagliari e in seconda battuta Bologna e Cosenza. "  

Come vedi lo riconoscono loro stessi nell'articolo che senza alleanze l'obiettivo diventa ambizioso. Trieste ha una particolarità rispetto alle altre città che magari potrebbe essere una "felice eccezione" con una deroga particolare sulla autoregolamentazione degli stessi cinque stelle. Ma questo come dicevo dipende dalla loro capacità di rappresentare la particolarità triestina ai vertici del Movimento.

Particolarità che si esprime anche in attenzioni e ammiccamenti al mondo indipendentista da parte di quella sinistra, più vivace e attenta, che in consiglio comunale ha abbandonato l’ alleanza con Cosolini ma non è confluita con quella dogmatica di Rifondazione.

Dalle cronache siamo venuti a sapere che esisteva un simbolo elettorale in progetto per la sinistra triestina con una alabarda. A quando una lista indipendentista di sinistra triestina magari con l'obiettivo della Zona Franca Integrale e il nome di Vittorio Vidali nel simbolo ?


1 commento:

  1. Contare sulla base delle elezioni comunali i cittadini che vogliono la piena attuazione dei diritti del Free Territory of Trieste (che è già giuridicamente indipendente dal 1947, motivo per cui è improprio definirli “indipendentisti”) sarà comunque impossibile.

    Il motivo è che una gran parte si asterrà dal voto, altri ricorreranno al modulo di “non-voto attivo” offerto da Trieste Libera (che è l'organizzazione maggiore ma non va in elezioni) ed alcuni finiranno per votare le liste di piccoli gruppi che si presentano come indipendentisti o autonomisti.

    Si può quindi ragionevolmente prevedere che la somma di queste componenti sarà incerta a causa della prevedibile componente maggioritaria di astensione dal voto, ma comunque molto più cospicua dei voti che andranno ai partiti nazionali italiani, i quali tenteranno di minimizzarla riducendola ai soli voti delle liste che di dichiarano “indipendentiste”.

    L'opinione pubblica a favore del Free Territory of Trieste è in realtà cresciuta di molto rispetto anche alla manifestazione maggiore del 2013, ma non ha motivo di emergere né in elezioni italiane, né in manifestazioni, prima che l'attuazione dei diritti sia riavviata a livello internazionale, perché non è questione che si decide a Trieste.

    Ed anche le autorità italiane sanno che a quel livello la cosa è ormai a buon punto. Quanto alla classe politica locale, credo non meriti più nemmeno commento.

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