Oggi, 17 marzo 2016 si riunisce la "cabina di regia" sull'Accordo di
programma: la nuova società Aferpi mostra ritardi nell'attuazione dei diversi
passaggi.
Fiom: "Preoccupati per l'allungamento dei tempi, si rischia la
fine della cassa integrazione e l'avvio degli esuberi"
Giornata decisiva per le ex acciaierie Lucchini di Piombino
(Livorno).
Nella giornata di oggi (giovedì 17 marzo) si riunisce la “cabina di
regia” sulla vertenza, cui partecipano ministeri delle Infrastrutture e dello
Sviluppo economico, Regione Toscana, istituzioni locali e organizzazioni
sindacali.
Obiettivo dell’incontro è verificare l’andamento dell’Accordo di
programma, che prevede lo smantellamento di tutti i vecchi impianti e il
passaggio dal carbone ai forni elettrici.
Un andamento, però, che inizia a
mettere in agitazione i sindacati, visto che sono passati nove mesi
dall'acquisto da parte di Aferpi (e ormai due anni dalla chiusura delle
acciaierie) e dagli impegni presi da azienda e governo.
La Aferpi, la nuova azienda controllata da Cevital che ha
acquisito la Lucchini il 1 luglio scorso, ha dichiarato che entro marzo
“contrattualizzerà” l'acquisto della tecnologia per partire con i lavori della
siderurgia, ma ancora non vi sono certezze. “Siamo molto preoccupati per l’allungamento
dei tempi della realizzazione di tutte le fasi del piano industriale” ha
spiegato nei giorni scorsi Mauro Faticanti, coordinatore siderurgia per la Fiom
Cgil nazionale. “Se non vengono concretizzati in fretta gli impegni presi – ha
continuato l’esponente sindacale – si rischia di andare verso la fine della
copertura degli ammortizzatori sociali, con il rischio di possibili centinaia
di esuberi”.
Il piano industriale della Aferpi-Cevital (guidata
dall’imprenditore algerino Issad Rebrab) prevede lo spostamento dei forni
elettrici nella zona industriale più lontana dalla città, e la creazione nelle
vecchie aree di una base logistica e di un centro dedicato all’agroalimentare.
Quest’importante progetto ha permesso finora di mantenere tutti i 2.160 posti di
lavoro: 1.400 dipendenti sono già rientrati in Aferpi con contratti di
solidarietà, mentre i restanti 760, attualmente in cassa integrazione,
dovrebbero essere riassunti entro il 6 novembre prossimo. Ma i ritardi
sull’acquisto dei forni elettrici, primo tassello dell’accordo, che dovevano
essere installati già nel novembre scorso, non lasciano per nulla tranquilli
sindacati e istituzioni.
“Vogliamo dire cosa ci aspettiamo da quella riunione” hanno
scritto l’11 marzo scorso Fim, Fiom e Uilm in una nota. “Intanto bisogna tenere
conto della situazione che stiamo vivendo nel territorio. Quindi, se vogliamo
dare un impulso allo sviluppo, ci vuole il completamento della strada che
conduce al porto; se si dà vita allo smantellamento delle aree di cokeria e
acciaieria ci sono i presupposti per velocizzare il progetto e avere costi
minori”.
Ma i sindacati si aspettano anche “di discutere di ammortizzatori
sociali per i lavoratori delle imprese, e in contemporanea di attivare i corsi
di formazione per creare le professionalità idonee per i nuovi investimenti.
Per pensare al futuro, infine, bisogna trovare le giuste leve per dare la
risposta sul tema dell'energia, sul suo costo, che deve essere equo per non
mettere le aziende del territorio in difficoltà”.
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