Nel dicembre 2014, oltre la metà del mandato del sindaco
Cosolini , c’è stata l’istanza di fallimento nei confronti delle Cooperative
Operaie di Trieste con la conseguente revoca dell’organo amministrativo e la
nomina di un amministratore giudiziario, l’avv. Maurizio Consoli.
In ballo più di 100 milioni di prestiti da parte di circa
17.000 soci, il futuro di 700 dipendenti e di una struttura cooperativa storica
per la città con una ricaduta importante sull’indotto locale.
A gestire la grave situazione si ritrova da subito il
sindaco Cosolini che annuncia un primo
aiuto davanti ai tanti soci
risparmiatori delle
Cooperative operaie di Trieste, Istria e Friuli, che sugli
spalti del PalaChiarbola attendono notizie fra preoccupazione e rabbia per i
loro soldi e libretti bloccati causa crisi Coop.
«Il Comune nei
prossimi giorni disporrà il rinvio generalizzato della prima scadenza della
Tari (la tassa sui rifiuti, ndr) dal 30 novembre al 28 febbraio», cioè alla
data in cui è fissato il saldo. Una proroga per tutti i cittadini,
«generalizzata», ma decisa in particolare per «dare sollievo ai risparmiatori
Coop e – continua il primo cittadino – alle imprese danneggiate dal maltempo»
di metà ottobre.
Un rinvio accompagnato da uno scetticismo – come riportano le
cronache di quei giorni – rispetto alla class action che gruppi di cittadini si
propongono di intraprendere. A parte questo rinvio su un pagamento il sindaco
risulta in perfetto allineamento con quella che sarà la gestione dell’intera
vicenda promossa dai vertici della Regione.
In quei giorni l’ex sindaco Roberto Dipiazza, il sindaco “
bottegher “ come veniva indicato con un po’ di malizia affida alla sua pagina
Facebook un commento.
Commento autorevole in quanto l’ex sindaco Bottegher –
Dipiazza è veramente consapevole e conosce bene il mercato della distribuzione
alimentare .
- L'ex sindaco dice la sua sul caso
Cooperative operaie: «A tutti verrà restituito il dovuto»
Sul caso delle
richiesta di fallimento delle Cooperative operaie di Trieste, Istria
e Friuli arriva una voce fuori dal coro: l'ex sindaco di Trieste Roberto
Dipiazza infatti ha una visione ottimistica della vicenda,
almeno per quanto riguarda i risparmiatori.
Sulla sua pagina Facebook Dipiazza ha scritto il seguente
messaggio: «La mia opinione sul problema dei risparmiatori che hanno
consegnato i loro risparmi alle cooperative operaie non esiste. A tutti
verrà restituito il dovuto. Certo se tutti i risparmiatori vogliono
ritirare tutto subito si crea un problema di liquidità. Questo allarmismo
ha creato dei danni notevoli oltre che una gestione un po' allegra adesso
le cooperative subiranno una speculazione per essere aquistate,
questo non farà né l'interesse delle cooperative, né quello dei
lavoratori, né quello della città. È un operazione che va avanti da molti
anni e siamo arrivati al dunque».
Insomma Dipiazza vede
la situazione meno grave di quello che hanno prospettato i sindacati e politici
questa mattina nella riunione dei capigruppo, una piccola (perchè fino al 27
ottobre, data della prima udienza, non si potrà che ipotizzare) speranza
in più i risparmiatori. “
Allo stato attuale, una parte dei rimborsi sono già stati
incassati dai soci prestatori, sembra che l’ex sindaco Dipiazza abbia avuto
ragione.
Nessuno ha inteso approfondire questo suo ragionamento che apre a
diverse domande. Si tratta di una storia che non è finita ma che andrebbe
scritta.
Quanto avranno rimesso i soci prestatori alla conclusione
della vicenda ?
Quanto ci hanno rimesso i lavoratori in posti di lavoro e
condizioni salariali ?
Quanto ha pesato sull’indotto locale in termini di posti di
lavoro e di aziende l’arrivo dei grandi gruppi della distribuzione in posizione
dominante ?
Per una ricostruzione completa dell’intera vicenda vanno
aggiunte altre questioni
A che prezzo sono stati acquistati i vari negozi e il
patrimonio delle Cooperative Operaie di Trieste dopo l’istanza di fallimento ?
Sono stati svenduti ?
Se una parte importante delle quote prestate dai soci sono
state restituite la situazione non era del tutto drammatica ?
Come nel caso EZIT , è lecito chiedersi se era possibile
evitare il fallimento ?
Esisteva un piano “ B “ per il salvataggio delle Cooperative
Operaie ?
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