giovedì 11 febbraio 2016

UN ALTRO CONVEGNO SUL PORTO - NOSTRE PARZIALI CONSIDERAZIONI


Troppi convegni sul porto per troppi anni hanno stancato anche i più collaudati congressisti. Per anni piccoli gruppi di interesse locali si sono organizzati i loro piccoli convegni per ottenere i loro piccoli spazi sui media e nella maggior parte dei casi senza aggiungere nulla di nuovo a quel particolare mantra che recitava : “ Trieste è competitiva rispetto ai porti del Nord Europa perché permette di risparmiare due giorni di navigazione per le navi che arrivano da Suez .“

Nessuno si chiedeva perché le grandi compagnie di navigazione non comprendevano questa elementare verità. Non farsi domande è un modo per vivere tranquilli.

Avanziamo una interpretazione scomoda che potrebbe essere vera. Parlavano tanto di porto ma lo sguardo era rivolto al possibile utilizzo immobiliare del Porto Vecchio. Iniziavano parlando di traffici marittimi e inevitabilmente finivano a parlare di Porto vecchio e della restituzione alla città o meglio ancora al mercato immobiliare di quelle aree.
Nel frattempo gli operatori portuali per decenni hanno operato nel totale disinteresse della città e delle istituzioni difendendo il loro territorio operativo.

Questo giudizio sui decenni passati ci viene confermato dal direttore de IL PICCOLO Paolo Possamai che gestisce in prima persona la linea editoriale del suo giornale in materia portuale. 


Sua è l’organizzazione dei convegni dove pone le questioni e fa il moderatore, suoi sono gli editoriali dove fa il punto nave in base alle sue priorità, suoi sono gli articoli su Repubblica o sul supplemento economico Affari&Finanza dove tesse le lodi dei risultati raggiunti dal porto.


Ed è lui a scrivere : “Occorre che la Regione metta in campo un concreto disegno di riforma della pletora di enti che presuntamente sono dedicati alla logistica. Nei decenni passati tante aziende e enti pubblici non sono serviti a molto più che garantire posti a sedere per l’infinita schiera della para-politica regionale.”


Ora che con l’emendamento Russo e la sdemanializzazione del Porto Vecchio il risultato voluto è stato raggiunto e il problema è diventato solo immobiliare il dibattito sulle questioni legate al porto ha ripreso vigore con i temi e gli argomenti chee gli sono propri.

Retroporto, collegamenti stradali e ferroviari, il lavoro portuale, informatizzazione delle operazioni  e procedure doganali, lentamente il dibattito ha cominciato ad affrontare i temi appropriati, gli stessi operatori portuali si prestano più volentieri a partecipare e a far conoscere le loro attività e problematiche.

Non è tutto oro quello che luccica. Certi trionfalismi ed entusiasmi rischiano di generare aspettative infondate che poi porteranno a delusioni e depressioni.

pochi esempi :

a ) Da tutto il mondo arrivano manifestazioni di interesse per il Porto Vecchio titola IL PICCOLO, ma poi solo nei piccoli caratteri dell’articolo ricorda che si tratta di interesse per un incarico di consulenza che vale 180.000 euro e che sono ancora lontanissime le manifestazioni di interesse per investire.

b ) E’ lo stesso direttore ad usare il metodo Monassi di aggiungere il greggio della SIOT per far schizzare il porto di Trieste in testa alla classifica nazionale per movimentazione in tonnellate dei porti italiani. 



c ) Su Venezia scrive che non ha i fondali e per non deludere i triestini non cita il sorpasso di Venezia su Trieste per quest’anno nei container  per concentrarsi  piuttosto sulle previsioni di aumento del tonnellaggio movimentato da Genova in un altro articolo. 
Di questo uso disinvolto delle statistiche che permettono ad ogni città ed ogni porto di assegnarsi i suoi record abbiamo già scritto in un post precedente.  il record perde il pelo .....

Se proprio vogliamo porre domande sui container del nord adriatico ecco una domanda indovinata che coinvolge Trieste e Venezia:

Perché il porto di Koper (790.000 teu) da solo movimenta quasi come Trieste e Venezia assieme ( 1.055.000 teu ) nel settore dei container ?

E’ giusto valorizzare iniziative di presentazione del porto di Trieste non solo a livello internazionale ma anche in Regione come è stato fatto recentemente a Pordenone e come sembra essere in programma alla Camera di Commercio di Udine. 

Meglio parlare con chi non conosce ancora  il porto di Trieste che rischiare di parlarci addosso in iniziative cittadine che probabilmente hanno altre finalità più legate alle scadenze politiche che altro.

Questo compito lo svolge al meglio il commissario D’Agostino dall'Iran a Pordenone anche grazie al fatto che può vantare la collaborazione di un “forte” segretario generale come Sommariva. 

Forse qualche parola andrebbe spesa in un prossimo convegno su Trieste per ottenere che finisca il commissariamento e vengano nominati Presidente e Segretario generale senza la precarietà del rinnovo ogni sei mesi ? Le dirà o scriverà domani il direttore del PICCOLO ?

La riforma a scacchiera che il Ministro Del Rio sta attuando a pezzi porta con se contraddizioni e problemi non ancora risolti che sono materia di discussione ed approfondimento a livello nazionale. 

A livello locale ci sono argomenti specifici a partire dalla questione dei punti franchi, alla vertenza EZIT, alle scelte di sviluppo del porto in direzione Noghere che andrebbero spiegati e analizzati.

In questo quadro va fornita una informazione ampia e non teleguidata. Non si possono lasciare alle spalle le questioni ancora aperte e indicare la fusione con il porto di Monfalcone come prossimo obiettivo. La riforma dei porti non è stata scritta per riesumare il progetto Unicredit sul superporto Monfalcone - Trieste

Giusto far conoscere le potenzialità del porto di Trieste in Regione. Arvedi e il suo stabilimento di Cremona hanno trovato economicamente vantaggioso operare nel portodi Trieste.
Possibile che le aziende che operano in FVG non vedano questi vantaggi ?

Samer e Unroro turca hanno acquistato il Terminal Frutta del Molo V per ottenere nuovi spazi in previsione della crescita di traffico ro-ro dalla Turchia.
Negli stessi giorni abbiamo appreso dalla stampa del settore che la Friultrasporti  è entrata in partnership con la CILP di Livorno nel terminal Reefer di Viale Vinci. Livorno è meglio di Trieste o è solo più vicina al Friuli ?

Si tratta di due modalità di traffico che hanno in comune solo la tipologia di merce, in questo caso la frutta, ma sono temi di cui andrebbero verificate le potenzialità. ( Vedi nota in fondo )

Buon lavoro a coloro che parteciperanno al prossimo convegno in calendario già questo venerdì con la raccomandazione di tener presenti anche queste nostre piccole annotazioni perché la grande parte del lavoro da svolgere non sta alle nostre spalle ma proprio di fronte a noi.


Note:

L’accordo tra Friultrasporti e CILP Livorno : Molti degli obiettivi della New-Co che sarà costituita con i friulani (che peraltro hanno anche uffici consolidati a Livorno, Piombino e in Spagna) sono ancora da chiarire. La società è specializzata in logistica, con particolare vocazione sul trasporto su gomma. Il settore frutta e quindi il trasporto refrigerato è solo un ramo: bisogna capire se il terminal livornese sarà dunque una ulteriore occasione nel campo o diventerà una base logistica anche per altri traffici. Di certo, il traffico tradizionale dell’ortofrutta sulle navi reefer non sembra negli obiettivi, perché è stato quasi totalmente sostituito, negli anni, dai container reefer, ovvero refrigerati, che hanno a Livorno una solida base nel terminal TDT dotato di un buon numero di prese. Fonte LA GAZZETTA MARITTIMA

L’incidente alla Indian Ocean incagliata nel fiume Elba che unisce il mare al porto di Amburgo porterà nuove grandi portacontainer nella via del Nord Adriatico ?

Volete leggere l’ultimo resoconto del precedente convegno organizzato dal direttore Possamai ? 


Nessun commento:

Posta un commento