mercoledì 3 febbraio 2016

THE MEDITELEGRAPH IL RETROSCENA DELLA RIFORMA

Riforma Delrio, tutti i dubbi dei presidenti / RETROSCENA

Genova - Sono diverse le perplessità sulla riforma dellagovernance portuale licenziata dal governo, il cui testo deve ora approdare in parlamento. Assoporti, l’associazione delle Autorità portuali, le ha riassunte in una nota interna di 18 pagine, di cui Il Secolo XIX-The MediTelegraph è in possesso.




















Genova - Sono diverse le perplessità sulla riforma della governance portuale licenziata dal governo, il cui testo deve ora approdare in parlamento. Assoporti, l’associazione delle Autorità portuali, le ha riassunte in una nota interna di 18 pagine, di cui Il Secolo XIX-The MediTelegraph è in possesso.

CHI PAGA I CONTRATTI?

Nelle norme transitorie della riforma, si dice che tutti gli atti delle Authority restano in vigore fino a naturale scadenza: «elemento di criticità assoluto» sono dunque «i contratti, e i mutui sono tra questi, dove non c’è facoltà di modifica di una delle parti». Il mutuo insomma non è traslabile dalla vecchia Authority (magari soppressa) alla nuova Autorità di sistema, e le conseguenze «hanno caratteristiche dirompenti: blocco dei lavori già affidati; impossibilità di realizzare opere rilevanti su cui sono stati accesi mutui, contenziosi per milioni ecc...».

I CAMALLI

Si chiedono i presidenti: fondendo le Authority, vanno fuse anche le compagnie
portuali? In che tempi? Con che regole? Specie a Genova, dove maggiore è l’impatto della Compagnia sul ciclo portuale, si attendono risposte. Sulle banchine si discute sull’istituzione di un Gruppo tecnico terminalisti-portuali, per cominciare a studiare il dossier lavoro, sfiorato da questa riforma ma su cui il governo è intenzionato a intervenire più profondamente.

IL PERSONALE

Nelle Authority la contrattazione di secondo livello ha grande peso. Sotto l’ombrello delle Adsp, «lavoratori con medesimo livello di inquadramento, che magari svolgono analoghe funzioni, si troverebbero ad avere diverse retribuzioni», tagliare gli stipendi comprometterebbe la pace sociale, ma alzarli cozzerebbe con i principi di revisione della spesa che ispirano la riforma. Sempre in base a questi principi, non dovrebbero essere previsti spostamenti di dipendenti delle Authority. Ma non si capisce chi si occuperà di quei porti non sede di Autorità che ora vengono compresi nelle Adsp, come Ortona o Chioggia.

IL CASO-IMPERIA

Nella legge non è chiaro chi si occuperà degli scali non rientranti nelle Adsp (in Liguria: Imperia). Per Assoporti sarebbe necessario specificare che la competenza è in capo alle Regioni.

ATTIVITÀ INGESSATA

La Adsp è un ente non economico, i poteri di indirizzo sono trasferiti al ministero, che decide anche su questioni locali, come la promozione del territorio. Il comitato di gestione sostituisce il comitato portuale ma si deve confrontare col “tavolo di partenariato della risorsa mare” e con il “Tavolo del cluster marittimo”, al quale partecipano «tutte le organizzazioni datoriali e sindacali delle categorie operanti in porto (...)» insomma strutture «di dimensione poco agevole (e quindi di incerta utilità)». L’ulteriore “Tavolo nazionale di coordinamento con le Adsp” è quello che esercita le funzioni di indirizzo ma che oltre a essere «una trasposizione del direttivo di Assoporti», «si sovrappone e duplica funzioni della direzione generale che eserciterà la vigilanza sulle Adsp».

IMPRECISIONI

Curiosità: «Nel testo si dice che a presidente e a segretario generale si applicano le disposizioni di cui all’art. 6 bis commi 5, 8 e 11». Tuttavia, «l’art. 6 bis ha un solo comma».


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