Riforma Delrio, tutti i dubbi dei presidenti / RETROSCENA
Genova - Sono diverse le perplessità sulla riforma dellagovernance portuale licenziata dal governo, il cui testo deve ora approdare in parlamento. Assoporti, l’associazione delle Autorità portuali, le ha riassunte in una nota interna di 18 pagine, di cui Il Secolo XIX-The MediTelegraph è in possesso.
Genova - Sono diverse le perplessità sulla riforma della
governance portuale licenziata dal governo, il cui testo deve ora approdare in
parlamento. Assoporti, l’associazione delle Autorità portuali, le ha riassunte
in una nota interna di 18 pagine, di cui Il Secolo XIX-The MediTelegraph è in
possesso.
CHI PAGA I CONTRATTI?
Nelle norme transitorie della riforma, si dice che tutti gli
atti delle Authority restano in vigore fino a naturale scadenza: «elemento di
criticità assoluto» sono dunque «i contratti, e i mutui sono tra questi, dove
non c’è facoltà di modifica di una delle parti». Il mutuo insomma non è
traslabile dalla vecchia Authority (magari soppressa) alla nuova Autorità di
sistema, e le conseguenze «hanno caratteristiche dirompenti: blocco dei lavori
già affidati; impossibilità di realizzare opere rilevanti su cui sono stati
accesi mutui, contenziosi per milioni ecc...».
I CAMALLI
Si chiedono i presidenti: fondendo le Authority, vanno fuse
anche le compagnie
portuali? In che tempi? Con che regole? Specie a Genova,
dove maggiore è l’impatto della Compagnia sul ciclo portuale, si attendono
risposte. Sulle banchine si discute sull’istituzione di un Gruppo tecnico
terminalisti-portuali, per cominciare a studiare il dossier lavoro, sfiorato da
questa riforma ma su cui il governo è intenzionato a intervenire più
profondamente.
IL PERSONALE
Nelle Authority la contrattazione di secondo livello ha
grande peso. Sotto l’ombrello delle Adsp, «lavoratori con medesimo livello di
inquadramento, che magari svolgono analoghe funzioni, si troverebbero ad avere
diverse retribuzioni», tagliare gli stipendi comprometterebbe la pace sociale,
ma alzarli cozzerebbe con i principi di revisione della spesa che ispirano la
riforma. Sempre in base a questi principi, non dovrebbero essere previsti
spostamenti di dipendenti delle Authority. Ma non si capisce chi si occuperà di
quei porti non sede di Autorità che ora vengono compresi nelle Adsp, come
Ortona o Chioggia.
IL CASO-IMPERIA
Nella legge non è chiaro chi si occuperà degli scali non
rientranti nelle Adsp (in Liguria: Imperia). Per Assoporti sarebbe necessario
specificare che la competenza è in capo alle Regioni.
ATTIVITÀ INGESSATA
La Adsp è un ente non economico, i poteri di indirizzo sono
trasferiti al ministero, che decide anche su questioni locali, come la
promozione del territorio. Il comitato di gestione sostituisce il comitato
portuale ma si deve confrontare col “tavolo di partenariato della risorsa mare”
e con il “Tavolo del cluster marittimo”, al quale partecipano «tutte le
organizzazioni datoriali e sindacali delle categorie operanti in porto (...)»
insomma strutture «di dimensione poco agevole (e quindi di incerta utilità)».
L’ulteriore “Tavolo nazionale di coordinamento con le Adsp” è quello che
esercita le funzioni di indirizzo ma che oltre a essere «una trasposizione del
direttivo di Assoporti», «si sovrappone e duplica funzioni della direzione
generale che eserciterà la vigilanza sulle Adsp».
IMPRECISIONI
Curiosità: «Nel testo si dice che a presidente e a
segretario generale si applicano le disposizioni di cui all’art. 6 bis commi 5,
8 e 11». Tuttavia, «l’art. 6 bis ha un solo comma».
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