Partiamo dalla manifestazione di domenica 31 gennaio per
arrivare poi a parlare degli operai della Ferriera. A tuo parere si possono
fare paragoni con la mobilitazione di Taranto dell’agosto 2012 che poi ha dato
vita al comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti ?
Ma neanche per idea. All’Ilva di Taranto la contestazione è
partita dai lavoratori che hanno contestato il presidente dell’ILVA durante una
conferenza stampa e si sono sottratti all’uso che l’azienda faceva delle loro
mobilitazioni. Domenica a Trieste gli operai non erano presenti in piazza e
tanto meno nel comitato promotore della manifestazione.
TRIESTE 31 gennaio 2016 - TARANTO 2 agosto 2012 |
Fai bene a non affermare ma a chiedere. Altrimenti
chiudiamo qui l’intervista. Mettiamoci d’accordo su quali sono i soggetti in
campo. Tu distingui tra cittadini
e politici, i cittadini erano in piazza e i politici che teoricamente li rappresentano sono coloro che prendono le decisioni. Nel caso di domenica tu per descrivere la manifestazione usi distinguere tra cittadini e rappresentanti politici. Anche perché la maggioranza dei cittadini non partecipa alle votazioni elettorali e quindi non si sente rappresentata.
Devi abituarti a fare la stessa distinzione quando affronti le questioni di una fabbrica. Da una parte ci sono i delegati sindacali, le Rappresentanze Sindacali ( mi sembra che per essere elette debbano essere votate almeno dal 50% dei lavoratori dello stabilimento ) e dall’altra i lavoratori. Devi imparare a distinguere tra quello che dice il sindacato e quella che è la posizione e l’interesse dei lavoratori. Gli stessi equivoci e le stesse incomprensioni che vedi ogni giorno tra i cittadini e i politici devi imparare a riconoscerle tra lavoratori e sindacalisti.
Prima citavi Taranto dell’agosto 2012, se ricordi bene alla manifestazione del 2 agosto c’era stata una contestazione ai vertici sindacali da parte degli operai e dei cittadini organizzati attorno all’ape che è poi diventata il simbolo del comitato.
Io sono disponibile a parlare della questione operaia dentro la Ferriera ma non delle posizioni sindacali.
Ti ricordo che anche nel ’95 quando tutta la città si mobilitò, con il Sindaco Illy in testa, per la difesa dello stabilimento di Servola l’occupazione del consiglio Regionale e le altre mobilitazioni erano promosse da un Comitato di Lotta degli operai che tra gli altri dialogava anche con i sindacati.
e politici, i cittadini erano in piazza e i politici che teoricamente li rappresentano sono coloro che prendono le decisioni. Nel caso di domenica tu per descrivere la manifestazione usi distinguere tra cittadini e rappresentanti politici. Anche perché la maggioranza dei cittadini non partecipa alle votazioni elettorali e quindi non si sente rappresentata.
Devi abituarti a fare la stessa distinzione quando affronti le questioni di una fabbrica. Da una parte ci sono i delegati sindacali, le Rappresentanze Sindacali ( mi sembra che per essere elette debbano essere votate almeno dal 50% dei lavoratori dello stabilimento ) e dall’altra i lavoratori. Devi imparare a distinguere tra quello che dice il sindacato e quella che è la posizione e l’interesse dei lavoratori. Gli stessi equivoci e le stesse incomprensioni che vedi ogni giorno tra i cittadini e i politici devi imparare a riconoscerle tra lavoratori e sindacalisti.
Prima citavi Taranto dell’agosto 2012, se ricordi bene alla manifestazione del 2 agosto c’era stata una contestazione ai vertici sindacali da parte degli operai e dei cittadini organizzati attorno all’ape che è poi diventata il simbolo del comitato.
Io sono disponibile a parlare della questione operaia dentro la Ferriera ma non delle posizioni sindacali.
Ti ricordo che anche nel ’95 quando tutta la città si mobilitò, con il Sindaco Illy in testa, per la difesa dello stabilimento di Servola l’occupazione del consiglio Regionale e le altre mobilitazioni erano promosse da un Comitato di Lotta degli operai che tra gli altri dialogava anche con i sindacati.
Lei sostiene quindi che gli operai hanno interessi e obiettivi
che in qualche caso sono divergenti rispetto a quello che afferma il sindacato
? Come facciamo a sapere cosa vogliono in realtà i lavoratori e perché non si
mobilitano come hanno fatto nel ’95 ?
Gli operai hanno una tradizione di lotta e di organizzazione
che passa da una generazione alla seguente perché vivono ogni giorno il
conflitto sul posto di lavoro e sono abituati, in qualche caso rassegnati ma
sempre consapevoli.
Durante la gestione Lucchini c’è stato un periodo in cui i lavoratori sapevano benissimo che ( per le prescrizioni dell’accordo di tutela e salvaguardia degli impianti ) andava a finire che se loro scioperavano e ci perdevano dei soldi in busta paga nelle stesse giornate la Lucchini guadagnava un po’ di più perché aumentava la produzione nelle giornate di sciopero. Consapevoli di questo scioperavano lo stesso per tenere aperto un rapporto con il sindacato e permettere alle RSU di trattare con l’azienda.
Durante la gestione Lucchini c’è stato un periodo in cui i lavoratori sapevano benissimo che ( per le prescrizioni dell’accordo di tutela e salvaguardia degli impianti ) andava a finire che se loro scioperavano e ci perdevano dei soldi in busta paga nelle stesse giornate la Lucchini guadagnava un po’ di più perché aumentava la produzione nelle giornate di sciopero. Consapevoli di questo scioperavano lo stesso per tenere aperto un rapporto con il sindacato e permettere alle RSU di trattare con l’azienda.
Gli operai sanno perfettamente quanto producono per la loro
paga e quanto va in tasca al proprietario, lo sanno non con i numeri ma appena
aprono gli occhi al mattino per andare al lavoro.
Ma se sono così bravi e consapevoli come dice lei perché non
si fanno valere e non si mobilitano di conseguenza ?
Perché sono opportunisti, perché conoscono i rapporti di
forza dentro un rapporto di lavoro. Quando dico opportunisti non lo dico in
termini offensivi: intendo che sanno capire e cogliere le opportunità.
Oggi in
una situazione dove fare sciopero diventa un favore all’azienda, dove non hai
la possibilità di intervenire sui tempi e modi della produzione e anche il
rispetto del tuo diritto alla salute in qualche modo viene messo in dubbio
dalle esigenze della produttività cosa fanno questi lavoratori? Mandano avanti
il sindacato e poi stanno in assemblea a sentire che cosa propone l’azienda e
quale compromesso le RSU riescono a portare a casa.
Dall’altra parte i cittadini sollecitati da sensibilizzazioni, campagne ambientaliste, comitati di cittadini e circoli che per vent’anni li hanno informati e sospinti alle mobilitazioni hanno aspettato vent’anni per tornare in piazza con numeri importanti che hanno fatto questa volta scalpore “ politico “.
Consiglio Regionale FVG |
Dall’altra parte i cittadini sollecitati da sensibilizzazioni, campagne ambientaliste, comitati di cittadini e circoli che per vent’anni li hanno informati e sospinti alle mobilitazioni hanno aspettato vent’anni per tornare in piazza con numeri importanti che hanno fatto questa volta scalpore “ politico “.
piazza Oberdan |
Quindi lei prevede tempi lunghi prima che anche i lavoratori
si muovano compatti ad esempio sul terreno della salute all’interno dello
stabilimento ?
Ma neanche per idea. Per i cittadini che non hanno tradizione
e che ci mettono decenni per trasformare un movimento d’opinione in qualcosa di
concreto vale il mio discorso di prima.
I lavoratori e gli operai in particolare hanno ancora tutte le capacità e le conoscenze necessarie per mobilitarsi in quarantotto ore con o senza sindacati. Ad esempio in porto in questi anni ci sono stati episodi legati proprio ai problemi della sicurezza sul lavoro che hanno visto partire la mobilitazione dei portuali con poi sindacati al seguito. Certo non siamo più negli anni settanta e le grandi concentrazioni di lavoratori che fanno tutti lo stesso mestiere e si riferiscono allo stesso contratto sono state smantellate. Ora questi sono gli "ultimi dei mohicani " e non possono essere di esempio ai lavoratori precari e a quelli del modo di produzione diffuso, insomma alla generazione del job act.
I lavoratori e gli operai in particolare hanno ancora tutte le capacità e le conoscenze necessarie per mobilitarsi in quarantotto ore con o senza sindacati. Ad esempio in porto in questi anni ci sono stati episodi legati proprio ai problemi della sicurezza sul lavoro che hanno visto partire la mobilitazione dei portuali con poi sindacati al seguito. Certo non siamo più negli anni settanta e le grandi concentrazioni di lavoratori che fanno tutti lo stesso mestiere e si riferiscono allo stesso contratto sono state smantellate. Ora questi sono gli "ultimi dei mohicani " e non possono essere di esempio ai lavoratori precari e a quelli del modo di produzione diffuso, insomma alla generazione del job act.
Ma lei prevede quindi una mobilitazione a breve dei
lavoratori in sintonia con i temi della manifestazione della domenica scorsa ?
Sarei un indovino superpagato per poter fare una previsione
del genere, direi che non lo escludo.
Intanto gli operai hanno tempi e modi tutti loro che da fuori nessuno può interpretare perché sono strettamente legati ai tempi e ai modi della produzione, al rapporto con i capi, alle prospettive e a tanti altri fattori che non voglio divulgare. Lo stesso sindacato ogni volta che convoca una assemblea non può sapere con certezza se l’assemblea confermerà le sue proposte o contesterà le decisioni.
Vi faccio solo un esempio: per spiegarmi. Ci sono in ballo un bel numero di posti di lavoro legati al nuovo laminatoio e c’è una incertezza rispetto all’area a caldo che non è ideologica ma legata al fatto che l’imprenditore riesca o meno a contenere le emissioni con gli strumenti più tecnologicamente più avanzati. Questa verifica della area a caldo non può dilungarsi nelle aule dei tribunali con gli avvocati e i tempi lunghi della giustizia come è stato nel periodo Lucchini perché sono stati i 4000 di domenica a dire che quella strada non è più percorribile.
Intanto gli operai hanno tempi e modi tutti loro che da fuori nessuno può interpretare perché sono strettamente legati ai tempi e ai modi della produzione, al rapporto con i capi, alle prospettive e a tanti altri fattori che non voglio divulgare. Lo stesso sindacato ogni volta che convoca una assemblea non può sapere con certezza se l’assemblea confermerà le sue proposte o contesterà le decisioni.
Vi faccio solo un esempio: per spiegarmi. Ci sono in ballo un bel numero di posti di lavoro legati al nuovo laminatoio e c’è una incertezza rispetto all’area a caldo che non è ideologica ma legata al fatto che l’imprenditore riesca o meno a contenere le emissioni con gli strumenti più tecnologicamente più avanzati. Questa verifica della area a caldo non può dilungarsi nelle aule dei tribunali con gli avvocati e i tempi lunghi della giustizia come è stato nel periodo Lucchini perché sono stati i 4000 di domenica a dire che quella strada non è più percorribile.
Non è possibile immaginare che nel nuovo laminatoio vadano i
neo assunti che poi Siderurgica Triestina addestrerà a sua immagine e
somiglianza e che operai che si sono fatti il mazzo per venti o trenta anni tra
altoforno e cokeria accettino di rimanere in una situazione di incertezza
nell’area a caldo.
Di questo io sono quasi certo, e ci possiamo fare una scommessa sopra, che questo nucleo di lavoratori in un paio di giorni mette in piedi una protesta incisiva che rimetta tutte le cose a posto. I lavoratori sono consapevoli che se sono loro ad affrontare i problemi ambientali dentro la fabbrica i problemi si risolvono in altro modo, certi anche che l’azienda spenderebbe qualche euro in più e in breve tempo. Questo è quello che so e posso dirvi per quanto riguarda la questione operaia all’interno della Ferriera.
FAQ TRIESTE : nostra intervista ad un ex metalmeccanico
Di questo io sono quasi certo, e ci possiamo fare una scommessa sopra, che questo nucleo di lavoratori in un paio di giorni mette in piedi una protesta incisiva che rimetta tutte le cose a posto. I lavoratori sono consapevoli che se sono loro ad affrontare i problemi ambientali dentro la fabbrica i problemi si risolvono in altro modo, certi anche che l’azienda spenderebbe qualche euro in più e in breve tempo. Questo è quello che so e posso dirvi per quanto riguarda la questione operaia all’interno della Ferriera.
FAQ TRIESTE : nostra intervista ad un ex metalmeccanico
Da ex segretario della FIOM mi ritrovo nella descrizione sulle dinamiche che portano gli operai e gli impiegati a mobilitarsi , inoltre ho vissuto la vertenza della ferriera fin dall'inizio : da quando si è occupato il supermercato della standa , ai 40 giorni di occupazione di piazza Unità e della Regione fino all'ultimo commissariamento dovuto alla uscita dell'imprenditore Russo. Inoltre condivido le preoccupazioni sulle nuove assunzioni e alla possibilità che l'imprenditore , oltre a formare i giovani a sua "immagine " e " somiglianza" , sia tentato di sfruttare le agevolazioni dovute al jobs-act ( sia quelle economiche che l'agibilità al licenziamento ) e auguro che ci sia quella reazione che l'interlocutore prevede sul farsi sentire e chiedere trasparenza per il futuro degli attuali dipendenti che usufruiscono della copertura del articolo 18 della L300/70. Infine ritengo , fin da quando , unitariamente , FIOM FIM UILM partecipavano al FORUM FERRIERA costituito da associazioni e partiti, che il Sindacato debba agire autonomamente sia rispetto al padrone che alla politica assumendo un ruolo attivo che consapevole della responsabilità sulle ricadute occupazionali ed economiche del territorio non si faccia rinchiudere nello steccato del ricatto tra Lavoro/Salute/nuova occupazione e come accaduto a Taranto apra il confronto sullo sviluppo Industriale di Trieste che ritengo l'unica direzione per essere un interlocutore credibile e protagonista per la città e i suoi cittadini.
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