giovedì 11 febbraio 2016

GIGANTISMO NAVALE : POCO INTERESSE PER LA INDIAN OCEAN

In giornata abbiamo fatto una rapida ricerca in rete sui siti specializzati cercando commenti o almeno la notizia dell'incidente occorso alla Indian Ocean sul fiume Elba mentre era diretta al porto di Amburgo. 



Abbiamo iniziato dalla rassegna stampa di ASSOPORTI , dove la notizia non appare, per poi fare un breve giro, forse impreciso, per i siti italiani di shipping e
non abbiamo fatto un grande raccolto. Alla fine della nostra ricognizione ci è sembrato che non c'è stata troppa voglia di approfondire i temi che questo incidente solleva.

The Meditelegraph inserisce la notizia in un paragrafo di un articolo sui traffici marittimi di Amburgo, Ship2shore da la notizia dell'operazione di rimessa in galleggiamento della portacontainer accompagnandola con un cartone animato che illustra un tentativo fallito ? Trasporto Europa riporta la notizia in due fasi e via di questo passo. Forse la notizia è troppo recente per suscitare quei ragionamenti che a noi sembrano necessari in queste occasioni. Dragare il canale per le portacontainer all'interno del fiume Elba vuol dire dragare circa 100 chilometri di fiume ? Quanto è costata l'operazione di rimessa in navigazione della Indian Ocean ? Quanto è costato il rallentamento del traffico da e per il porto di Amburgo ? 
Le prove fatte da una portacontainer cinese nel porto di Genova nei mesi scorsi in una giornata particolarmente favorevole dal punto di vista metereologico sono giudicate positive anche dopo questi fatti ? VAI A VEDERE IL VIDEO

Questo incidente metterà un freno al gigantismo navale ? Verrà fissato un limite a questa corsa alle navi sempre più grandi che determinano a caduta la necessità di gru più grandi, di banchine e treni più lunghi, di fondali sempre più profondi ? Le meganavi sceglieranno le rotte del Tirreno e dell'Adriatico dove trovano porti con i fondali naturalmente profondi ?

Amburgo, anche i bassi fondali dell’Elba causa del tracollo 

Amburgo - Il porto tedesco scivola al terzo posto della classifica degli scali europei, superato da Anversa: colpa della crisi cinese, ma anche del fiume Elba troppo basso per le mega portacontainer.

Amburgo - Il crollo dei traffici tra Europa e Far East e le sanzioni che limitano il commercio con la Russia, hanno creato un duro impatto sul porto di Amburgo nel 2015. Il traffico del terminal Hansestadt è diminuito del 5,4% a 138 milioni di tonnellate nel 2015, ma il totale dei volumi ha registrato un crollo del 9,3% a 8,8 milioni di di teu. 

Amburgo è così scivolato alla terza posizione tra i porti europei, dopo Rotterdam, che mantiene il primato e Anversa, salito al secondo posto. Il principale cliente del porto è la Cina e l’impatto con la crisi è stato durissimo. Anche la quota di transhipment verso la Russia ha determinato un segno fortemente negativo nel bilancio del traffico del terminal: adesso la merce diretta in Russia preferisce passare attraverso lo scalo di Gdansk. Un altro ostacolo alla crescita di Amburgo è la profondità del fiume Elba che rischia di diventare un handicap insormonabile se non arriveranno presto altri dragaggi che renderanno la via d0accesso al porto tedesco, agevole anche per le mega navi. Nei giorni scorsi una mega portacontainer è rimasta incagliata per giorni, prima di venire liberata a fatica dai rimorchiatori.


Portacontainer cinese da 19mila teu s'incaglia sull'Elba

Giovedì 04 Febbraio 2016

La CSCL Indian Ocean, che con i suoi 400 metri di lunghezza è una delle navi cellulari più grandi del mondo, si è incagliata mercoledì 3 febbraio 2016 in una secca del porto di Amburgo.

Può essere un errore di manovra o un guasto, ma potrebbe essere anche la scoperta concreta di un limite delle nuove portacontainer, che sono troppo grandi per numerosi porti. Probabilmente la risposta sta in mezzo a queste ipotesi, ossia che con le portacontainer da 18-20mila teu basta un piccolo inconveniente per causare un serio incidente. In questo caso, non si registrano feriti o danni a strutture, ma per liberare la nave ci vorrà tempo.
L'incidente è avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 febbraio in una parte del fiume Elba non interessata dalla navigazione, quindi la nave al momento non crea gravi inconvenienti al porto di Amburgo. Il primo intervento di ben sei rimorchiatori non è riuscito a smuovere il colosso e ora i tecnici stanno valutando due possibilità: scavare la sabbia intorno allo scafo, oppure alleggerire la nave scaricando su chiatte fluviali una parte dei container. Operazioni che possono richiedere più giorni. La nave della China Shipping Container Lines proveniva dal porto inglese di Felixstove ed era diretta all'Eurogate di Amburgo.


Liberata la portacontainer CSCL Indian Ocean

Mercoledì 10 Febbraio 2016 18:36 Il 9 febbraio 2016 la nave cinese è stata finalmente liberata dalle secche su cui si era incagliata sei giorni prima a causa di un guasto al sistema di navigazione.

Togliere una portacontainer da 19mila teu dalle secche è un'operazione finora unica e sicuramente non semplice. Ci sono voluti cinque giorni di lavoro continuo per alleggerirla e rimorchiarla in acque navigabili. Il primo atto è stato alleggerire la nave. Non potendo scaricare i container, i soccorritori hanno svuotato i serbatoi di carburante e di acqua. Ma questo non è stato sufficiente, così sono entrate in azione le draghe, che hanno scavato introno allo scafo ben 45mila metri cubi di terreno.
L'atto finale è iniziato alle due di mattina del 9 febbraio, quando dodici rimorchiatori coordinati dallo Havarie Kommando – l'organismo tedesco che segue le emergenze marittime – hanno iniziato a trinare la portacontainer fuori dalla secca. Una volta riportata sulla parte di Elba navigabile, la nave è stata rimorchiata nel porto di Amburgo da cinque rimorchiatori, per svolgere i controlli prima della ripartenza. Nessuna persona è rimasta ferita durante l'insabbiamento della nave.


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